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«La nostra missione è creare speranza»

Il Rotary Canale-Roero attiva due sportelli per il supporto psicologico gratuito. Ne parla il presidente Sergio Rolfo

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Prendersi cura degli altri, per creare speranza. È questa, in estrema sintesi, la vision del nuovo presidente del Rotary Club Canale-Roero Sergio Rolfo. E non ha caso si intitola “Creiamo speranza” l’importante service legato al­l’individuazione e alla prevenzione delle patologie mentali che il sodalizio proporrà a partire dal 1° ottobre a favore di tutto il territorio. L’iniziativa sarà presentata il 19 settembre, alle 19,30, nella Chiesa del­l’Annun­zia­ta a Guarene, il 21 nella biblioteca di Casta­gnito (ore 20,30) e il 28 settembre alla Casa della Salute di Montà (ore 20,30).

Presidente Rolfo, facciamo un passo indietro. Cosa prova da presidente Rotary?
«Le sensazioni sono di ottimismo perché intorno a me c’è una squadra di soci che mi aiuta e supporta molto attentamente e in maniera meticolosa in tutte le azioni».

È un aspetto importante.

«Poter contare su un appoggio di questo tipo è sicuramente un valore aggiunto».

Come si pone rispetto agli obiettivi fissati dal suo predecessore, Sergio Sordo?

«Con il mandato di Sergio Sordo c’è assolutamente continuità. Gli obiettivi sono gli stessi, anche perché vengono in genere concordati avendo un orizzonte temporale almeno triennale. È il modo giusto per far sì che i service e i vari progetti possano essere efficaci nel tempo. Nello specifico, continueremo ad affrontare e a occuparci di tematiche so­ciali, strettamente legate alle necessità della comunità, ma avendo un’attenzione più mirata nei confronti della salute mentale».

Ecco il nuovo service.
«Si intitola “Creiamo speranza” e ha l’obiettivo di promuovere il benessere psicologico, partendo dalla sensibilizzazione della popolazione roerina su queste tematiche».

Perché tanta attenzione a tale aspetto?
«Sempre più persone, specie dopo la pandemia, si trovano ad affrontare problematiche di questo tipo. Lo ha evidenziato anche il presidente del Rotary International Gordon McInally».

Qual è, nel nostro territorio, la percezione del problema?
«Nei piccoli paesi, come possono essere proprio quelli del Roero, chiedere assistenza per problematiche o disagi psicologi viene percepito, erroneamente, come un segno di debolezza. E così spesso non se ne parla: è ritrosia, quasi vergogna. Il fatto di prendersi cura della salute fisica viene apprezzato, mentre per quanto riguarda il trattamento delle problematiche mentali c’è ancora molto da fare».

A chi si rivolge in particolare il service?

«A tutti, perché ciascuno, nel corso della propria vita, può incontrare delle difficoltà. Tuttavia, prestiamo un occhio di riguardo soprattutto per le fasce di popolazione più fragili e per gli anziani, che magari faticano maggiormente a pren­dere consapevolezza e a gestire tali problematiche. I giovani, infatti, attraverso le tecnologie, hanno maggiori possibilità per approcciarsi al tema. C’è peraltro uno studio inglese del 2022 che dimostra come le persone sole, e tra queste ci sono appunto gli anziani, abbiano una possibilità quattro volte superiore di sviluppare disagi mentali».

Come si svilupperà il vostro progetto?

«Dal 1° ottobre e fino 30 aprile, presso la Casa della Salute di Montà e in un locale appositamente adibito presso la bi­blioteca civica di Casta­gni­to, due psicologhe, Miriam Mo­rone e Chiara Arduino, sa­ranno a disposizione di chi ne farà richiesta per svolgere dei colloqui (fino a un massimo di cinque, della durata, ciascuno, di 45-50 minuti), nella massima riservatezza e privacy. Sarà un modo concreto per avvicinare i roerini alla figura dello psicologo».

Quanto costerà il servizio?

«Per il cittadino non ci saranno costi. Tutte le spese saranno a carico del Rotary Club».

Cosa bisogna aspettarsi da questi colloqui?

«Saranno dei momenti particolarmente utili durante i qua­li chi necessita di supporto psicologico potrà comprendere me­glio di quale problematica soffre e a quale specialista è opportuno che si rivolga».

Si tratta quindi di un service di indirizzo e di supporto.

«Sì. Il service non ha finalità terapeutiche “complete” e tantomeno si vuole sostituire alle strutture già esistenti e ai professionisti attivi sul territorio. Si tratta di un avvicinamento, di un aiuto».

Ci tiene molto.

«Sì, credo parecchio nella valenza di questo service. Lo stesso vale per il governatore del Distretto Rotary 2032 Remo Gattiglia, che ha dato un forte impulso, e per tutti i soci del nostro club, a partire da Gianluca Costa, Andrea Cauda e Carlo Porro».

Vuole concludere con un messaggio per i roerini e i nostri lettori?

«Il Rotary deve essere conosciuto come un’organizzazione che si prende cura delle persone e, quindi, della comunità di cui fa parte. In generale, abbiamo un obiettivo: creare speranza. Perché, senza speranza, tutto è più complicato»

BaNNER
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