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L’opinione di Matteo Zuppi

«Non dobbiamo rassegnarci a queste tragedie: grave perdita per tutti, le persone sono la vera ricchezza ed è in gioco la dignità di noi stessi»

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IL FATTO
A Brandizzo l’ennesima tragedia sul lavoro è costata la vita a cinque operai travolti da un treno mentre erano impegnati nella manutenzione dei binari: perché?

Ogni volta, un copione già visto. Il dramma arriva puntuale e inevitabilmente si piangono le vittime del lavoro. Qualcosa che in realtà dovrebbe essere inconcepibile in ogni Paese che intenda definirsi civile. Eppure il dramma di Brandizzo accentua clamorosamente il problema per l’Italia: dopo il mese di giugno i dati forniti dall’Inail parlano di una media di quasi cinque morti ogni due giorni, oltre 17 ogni settimana, 75 ogni mese. Le denunce di infortunio mortale sul lavoro arrivate nei primi sei mesi del 2023, nonostante il calo del 2,8% rispetto al primo semestre del 2022, sono state ancora 450.
Tra le voci che si sono alzate per commentare quanto accaduto nei giorni scorsi, quella del cardinale Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Cei. Un commento di ampio respiro: «La tragica morte di cinque operai al lavoro sui binari, in un cantiere ferroviario a Brandizzo (Torino), accende ancora una volta i riflettori sul dramma delle morti bianche. Purtroppo – ha detto Zuppi -, ogni giorno nel nostro Paese piangiamo perdite incomprensibili di vite umane strappate alle loro famiglie e alla comunità. Ci uniamo alla voce dell’Arcivescovo di Torino, monsignor Roberto Repole, per esprimere profondo dolore per quanto avvenuto e manifestare la vicinanza delle Chiese in Italia ai familiari dei cinque operai. Nel pregare per loro e per il macchinista coinvolto nell’incidente, invitiamo a non assistere rassegnati a queste tragedie che si ripetono: non si tratta di una media statistica (che ogni giorno vede tre vittime), ma di volti, di persone». È quindi un fenomeno che ci coinvolge tutti, perché riguarda la nostra vita. Non ci si può adeguare all’assurdità di questo dolore, non ci si deve abituare ai numeri ricorrenti. Continua il presidente della Conferenza Episcopale Italiana: «È una grave perdita per tutti. È in gioco la dignità di noi stessi: la sicurezza nei luoghi di lavoro è frutto di tante responsabilità sociali, economiche e politiche che devono convergere al servizio dei lavoratori. La più grande ricchezza sono le persone. Come ha ricordato Papa Francesco: “La sicurezza dei luoghi di lavoro significa custodia delle risorse umane, che hanno valore inestimabile agli occhi di Dio e anche agli occhi del vero imprenditore” (20 gennaio 2022)». “Risorse umane” è una definizione che spiega molto di questi nostri tempi, complicati e sofferti. Zuppi la utilizza citando il Papa, sottolineando quella fondamentale visione etica che deve sempre accompagnare ogni momento delle nostre giornate, quindi anche e soprattutto sul lavoro, a tutti i livelli.
Zuppi conclude il suo commento con un pensiero rivolto a chi in questa occasione è stato toccato dal dramma: «Eleviamo la nostra preghiera alla Madonna che a Torino è venerata come Vergine della Consolata perché dia conforto ai familiari delle vittime e a quanti sono coinvolti in questa tragedia».

BaNNER
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