«Così i ragazzi speciali si sentono realizzati»

Ad Alba compie 6 anni il Progetto San Cassiano di inclusione sociale. Ne parla l’ideatore Lorenzo Cane

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La gratificazione del la­voro e il benessere psicofisico, nel segno dell’inclusività. Compie sei anni e continua il suo percorso di crescita il Progetto San Cassiano che si occupa di inserimenti lavorativi in favore di persone con disabilità: nucleo centrale e operativo lo storico im­pianto sportivo di via Peroni, ad Alba, fondato da don Gianolio per offrire ai giovani studenti un luogo sano in cui vivere il doposcuola, coltivando la passione per lo sport. Ideatore dell’iniziativa sociale, lo psicologo Lo­renzo Cane, laureato all’Uni­versità di Torino e da tempo impegnato attivamente nel cam­po della disabilità.

Cane, ci introduca il Progetto San Cassiano.
«L’idea nasce nel 2015, dall’intuizione dei membri del Con­sorzio Sinergie Sociali e di Cooperativa Astro Lavoro (ora fuse all’interno di Coesioni So­ciali), sull’onda dell’entusiasmo a seguito delle prime osterie sociali, attività commerciali in cui il fulcro è la presenza lavorativa di persone disabili. Par­tendo, nel 2016, dal Bando Nuovo Wel­fa­re indetto da Fon­dazione Crc, abbiamo avuto, un anno dopo, l’opportunità di rilevare gli impianti del San Cas­siano, al cui interno era presente un’attività ristorativa: un’occasione colta anche con un po’ di sana pazzia, considerando la lunghissima storia del centro, istituito nel 1967, e i tanti sforzi necessari per sviluppare e mi­glio­rare l’intera area».

Nel 2017, il progetto prende forma…
«Comincia l’avventura dell’Oste­ria MagnaNeta e la gestione, insieme a Liberamente Sportivi, dell’intero impianto, con l’inserimento, nel corso di questi anni, di più di cinquanta persone disabili e svantaggiate nello staff di lavoro, garantendo una retribuzione economica. In parallelo, è stato impostato un significativo programma di ristrutturazione ed efficientamento energetico: oltre 300mila euro di interventi per rendere il “San Cassiano” il centro che ammiriamo oggi, dotato di un bar, una piscina estiva di 25 metri, due campi da tennis in terra, due strutture invernali coperte, un campo da padel».

Come avviene il collocamento lavorativo?
«Si tratta di un processo graduale, in cui sviluppiamo un protocollo funzionale all’inserimento lavorativo. Sono previste alcune fasi: dalla prima analisi con l’ente promotore (consorzi assistenziali, scuole e famiglie) alla conoscenza diretta della persona, sino ad arrivare all’inserimento operativo vero e proprio: il passaggio più delicato, durante il quale viene identificato il settore in cui il soggetto può esprimere al meglio le proprie funzionalità».

Come vengono impiegate le persone disabili?
«I lavori si dividono fra area ristorante e area sportiva: nella prima, sono svolte attività di supporto nel servizio ai tavoli, di aiuto cucina e pulizie; nella seconda si passa dalla tenuta dei campi e delle strutture a compiti più tecnici. Ogni soggetto viene seguito da un tutor personale e nello staff possiamo contare sui formatori, sulle psicologhe e psicoterapeute di Coesione Sociale. La più grande gioia è vedere la gratificazione e il maggior be­nessere psicofisico che la partecipazione e il lavoro generano».

La collaborazione del territorio è fondamentale.
«Si è creata una vera rete di collaborazione con realtà pubbliche e private: dal Consorzio Socio-Assistenziale Alba, Langhe, Roe­ro all’Asl Cn2 (attraverso il Cen­tro di Salute Mentale), senza di­menticare Apro Formazione, la Diocesi e la sinergia con il Gs San Cassiano. E poi il Comune di Alba, con la Giunta del sindaco Bo che è stata grandiosa: ci teniamo a citare in particolare il consigliere comunale con delega allo Sport, Daniele Sobrero, sempre presente a tornei, manifestazioni e attività che abbiamo organizzato, e naturalmente il Sindaco».

Tra le tante esperienze vissute, ce n’è una che la emoziona più di altre?
«L’8 settembre 2022, grazie all’aiuto del vescovo di Alba, mons. Marco Brunetti, abbiamo partecipato all’udienza papale insieme ai ragazzi del Progetto San Cassiano. Un’avventura pazzesca, che ci ha permesso di salutare e dialogare con papa Fran­ce­sco: abbiamo parlato di cucina (ci ha confidato il suo amore per il Dolcetto e per i funghi) e gli abbiamo consegnato dei doni e del materiale informativo sulla nostra realtà. Oggi è un magnifico ricordo».

Quali obiettivi nel futuro del Progetto San Cassiano?
«Uno in particolare: formare e preparare i nostri ragazzi per trovare lavoro in un settore ordinario. Svolgere, quindi, il ruolo di una “palestra”, in un tempo determinato e in contesto protetto, per dare alle persone disabili gli strumenti finalizzati a una collocazione esterna, senza scavalcare i servizi territoriali già esistenti, ma fungendo da supporto. Una “fase 2.0” che ha avuto già i primi riscontri positivi, con l’inserimento di due ragazzi, Andrea e Paolo, in aziende della nostra zona, Vivai Abbate a Roddi, e il Reverse Store della Selmi, a Santa Vittoria d’Alba».