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L’opinione di Johannes Niessen

«con questo clima dovremmo fare come i paesi mediterranei: alzarsi presto, lavorare la mattina e concedersi un riposo dopo mezzogiorno»

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IL FATTO
Caldo record non solo in italia, le temperature elevate portano conseguenze sulle attività lavorative. E in germania si valuta seriamente la possibilità di introdurre la “siesta”

Non solo dieta mediterranea: c’è un altro esempio che, fuori da queste latitudini, dovrebbe rappresentare al meglio una giusta soluzione. Parliamo di caldo e di afa, cioè dei problemi quotidiani che ci hanno angustiato in questo scorcio d’estate. Il fatto è che non si tratta di una questione solamente italiana: anche in Francia le temperature elevate hanno fatto scattare l’allarme e non solo, pure in Germania ci si è fatti più di una domanda non tanto sulle cause (per quelle c’è il tema del cambiamento climatico ancora da sviscerare in ogni suo aspetto), quanto sulle possibili contromisure.
Il dato è incontrovertibile: durante la scorsa estate, quella del 2022, in Germania sono morte per il caldo ben 4.000 persone. E parliamo di un paese lontano dal Mediterraneo, eppure esposto alle ondate di calore. In realtà anche negli anni passati, specie all’inizio dell’estate, le temperature salivano. Ma lo facevano non troppo oltre i 30 gradi, mentre ora il caldo estremo arriva fino a quota 40 e per qualche giorno consecutivo, portando una serie di conseguenze dannose: notti insonni, siccità, ripercussioni sull’agricoltura e sulla salute delle persone.
In questo quadro è arrivata – come ha segnalato nei giorni scorsi Der Spiegel – una proposta abbastanza singolare da parte di Johannes Niessen, il presidente dell’Associazione federale dei medici nel servizio pubblico tedesco: «Quando fa caldo – ha detto il dirigente – dovremmo fare come nei paesi del Sud: alzarsi presto, lavorare la mattina e fare la siesta dopo mezzogiorno. È un concetto che andrebbe adottato nei mesi estivi». Il riferimento di Niessen vale espressamente per l’organizzazione del lavoro, anche se chiaramente può essere accolto come un principio generale. Il ministro tedesco della Salute, Karl Lauterbach, ha commentato favorevolmente l’ipotesi: «La siesta con il caldo non è certo un cattivo suggerimento». E poco dopo il governo ha confermato che l’ipotesi siesta sarà presa in considerazione per una possibile introduzione nell’orario lavorativo.
C’è il riconoscimento del fatto che non si può essere produttivi quando fa troppo caldo e inoltre la concentrazione è messa a rischio dal cattivo riposo notturno. Sembra assurdo che se ne parli in Germania, dove tutti noi crediamo che faccia “fresco” ma si tratta di un altro evidente risultato del cambiamento complessivo a cui stiamo assistendo. Niessen scende nei dettagli e spiega come sia necessario introdurre ventilatori nei luoghi di lavoro e consentire abbigliamenti leggeri anche se ciò non rientra nei codici tradizionali.
Per siesta non si intende necessariamente il riposo vero e proprio, ma una semplice pausa dal lavoro più o meno lunga, per aggirare le ore più calde e pesanti. Gli studi sul riposino dopo pranzo sono in realtà ancora un po’ contrastanti. Sembra chiaro che, se si esagera, si va incontro al rischio di problemi cardiovascolari. Ma una pausa a metà giornata, non può che essere preziosa.

BaNNER
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