Tra gli invitati all’ultimo appuntamento di Alambicco Academy, una presenza a sorpresa: sir Martin John Thomas. L’imprenditore (e principe) indiano – origini che risalgono ai Re Magi e indicano in San Tommaso colui che portò la fede cristiana nella sua famiglia – si è presentato così: «Assieme al mio socio sviluppo progetti di energia solare in Italia, sono anche presidente dell’Indian Importers Chambers of Commerce and Industry & Eu Branch, la piattaforma per fare scambi commerciali e di tecnologie tra India ed Europa, specialmente con l’Italia». Un’ulteriore opportunità di business per i numerosi imprenditori che venerdì scorso si sono ritrovati nella meravigliosa cornice di Tenuta Montemagno, sulle colline del Monferrato a nord di Asti, per l’ultima tappa del tour di Be4 Innovation, nobilitata dall’incontro formativo con Oscar Farinetti.
Sir Thomas, quali settori commerciali possono interessare l’India in questa fase?
«La richiesta principale riguarda le tecnologie nel settore della lavorazione di frutta e verdura e negli allevamenti, poi si punta molto sulla difesa e quindi si cercano aziende italiane da coinvolgere sul mercato indiano ed eventualmente per vendere all’estero questi sistemi di difesa».
Come è arrivato in Italia?
«Ho studiato in Svizzera e mia moglie è italiana, quindi nasce tutto da qui. Abbiamo frequentato la stessa università, ci siamo conosciuti nel ’92 mentre nel ’95 ci siamo trasferiti in Italia, a Milano».
Da Nuova Delhi all’Italia: come è stato l’impatto?
«Un po’ difficile in realtà, ma ho trovato qualcosa che fa parte anche della mentalità indiana: non conquisti facilmente la fiducia se prima non hai creato un rapporto con le famiglie. Un po’ come in India, anche qui le aziende sono gestite da famiglie ed è diverso rispetto alle “corporate” americane. In Italia le piccole e medie imprese hanno una gestione famigliare e per fare business devi entrare in quegli equilibri. Lo stesso accade in India. Ecco perché dopo le iniziali difficoltà, avendo quel background ho applicato lo stesso ragionamento alla realtà italiana ed è stato un po’ più facile».
Qual è la posizione dell’India nell’attuale contesto politico internazionale?
«Fin dalla sua indipendenza nel ’47, l’India ha sempre mantenuto la sua neutralità. Non ha mai fatto parte dell’Occidente o del fronte russo, seguendo questa filosofia ancora adesso ha una neutralità che le permette di non fare mai parte di un blocco o dell’altro. Questo ha aiutato il Paese a creare una sua indipendenza sia economica sia strategica. La politica estera non è mai influenzata da interventi esterni, consentendo di fare business con tutti i blocchi, nonostante i problemi che da quasi due anni affliggono il mondo con la guerra in Ucraina. Però l’India è rimasta neutrale, anche se è contro la guerra. Una scelta che l’ha aiutata a crescere, prendendo tecnologie e know-how da tutti. Il primo ministro indiano Narendra Modi, forte di una maggioranza coesa, sta applicando la sua idea dell’India come era prima dei Moghul o degli inglesi, una grande realtà che cresce nel mondo sia come immagine sia come economia».
E il rapporto con la Cina?
«È sempre stato di odio-amore, come è logico che sia tra due culture millenarie vicine di casa. Però un grande generale cinese un giorno ha detto: “l’unico Paese che ci ha colonizzato è stato l’India e l’ha fatto con la filosofia”. Proprio così, noi in diecimila anni di storia non abbiamo mai invaso nessuno, mentre siamo stati invasi, però la nostra cultura buddhista o induista si è diffusa in tutto il mondo. Se abbiamo colonizzato altri, lo abbiamo fatto da un punto di vista culturale e filosofico, mai con le armi».
Lei oggi è qui anche per la ricchezza enogastronomica di questo territorio?
«Anni fa ho cercato un dialogo sul tema dell’esportazione dei vini verso l’India, che rappresenta un bacino d’utenza da quasi 400 milioni di utilizzatori. Fin qui la cultura inglese ha privilegiato il whiskey, ma adesso i giovani si avvicinano verso il consumo di vino. Però c’è sempre un dazio molto alto sul vino prodotto in Europa: il 160 per cento, quasi impossibile aggirare l’ostacolo. Eppure i francesi ci sono riusciti. Come? Portando il mosto da lavorare per imbottigliarlo localmente. Così si paga solo una tassa del 30 per cento».
Il legame tra India e Italia passa anche da Sonia Gandhi.
«Ma il rapporto è molto più antico, risale al periodo romano, quando c’era già uno scambio commerciale e le spezie a Roma arrivavano dall’India assieme ad altri prodotti. Ci sono anche tracce di questi antichissimi rapporti nel cerimoniale del matrimonio nell’antica Roma».
Come si trova in Italia?
«A mio agio, è la mia seconda casa, vivo tra India e Italia e la famiglia è qui. Mia figlia studia archeologia medioevale alla Cattolica di Milano».
Ha progetti da realizzare?
«Ne ho uno che parte dalla passione che anche in Italia esiste per il nostro cinema. Sto pensando a un Oscar del cinema indiano, un evento che possa portare la realtà di Bollywood in Italia, magari con partita di calcio in beneficenza tra attori italiani e indiani. Perché i problemi e le emergenze non sono solo in India. Bollywood rappresenta una realtà internazionale, potrebbero nascere coproduzioni con l’Italia in un mercato da un miliardo e mezzo di spettatori».
Alambicco Tour ripartirà con un format innovativo: sarà un business game
È il momento del bilancio per Gabriele Zanon, ad di Be4 Innovation, dopo un’altra stagione di Alambicco Tour: «Le tappe di quest’anno sono state una sorpresa continua, un confronto stimolante con personaggi incredibili. Voglio ringraziare tutti i nostri ospiti, che continuano a darci fiducia ripagati da un programma che ogni anno studiamo nei minimi particolari per rispondere ai bisogni e alle sfide delle imprese e degli imprenditori. Abbiamo terminato il Tour con la consueta festa di chiusura che ha coinvolto tutti gli imprenditori nella splendida Dimora di Charme dei Tre Poggi di Canelli con oltre 100 partecipanti. Il Tour che partirà da ottobre avrà un format particolare, un business game, Alambicco Manager Challenge, che metterà a dura prova competenze e capacità imprenditoriali. Si tratta di gestire un’azienda virtuale con situazioni critiche da affrontare, opportunità da valutare e strategie da ideare per risultare il team vincente. Team? Certo perché gli imprenditori saranno suddivisi in squadre per la vittoria. Il team vincente avrà un super premio: un’esclusiva crociera su una delle perle della flotta Costa Crociere. Per saperne di più: 342 8182346- [email protected]