«L’intervista a Murgia dura e commovente per tutti e due»

Il giornalista albese: «Orgoglioso dell’incarico assunto da mio fratello Enzo per Banca d’Alba, sottolinea il nostro legame con la comunità. Viaggio in Italia per le nuove puntate di “Una giornata particolare” e riscopro posti meravigliosi come la Certosa di Pavia. Il Giro? Un pezzo fondamentale dell’identità italiana»

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Quando ci si apre rivelando una sofferenza interiore, specie se questa coincide con una malattia molto grave, si compie un gesto che coinvolge anche l’interlocutore. E se questo accade in un’intervista, l’abbraccio si estende a tutti. Se poi a condurre il dialogo è un giornalista di valore come Aldo Cazzullo – a tu per tu con un personaggio carismatico e al tempo stesso complicato come Michela Mur­gia -, l’effetto emozionale risulta ancora più amplificato e coinvolgente.

Aldo Cazzullo: l’intervista a Michela Mur­gia, uscita a sua firma sul Corriere della Sera ha realizzato un piccolo prodigio: ha creato un’onda di commozione capace di andare oltre le contrapposizioni che spesso si sono scatenate attorno alla scrittrice, per le sue prese di posizione nette su argomenti d’attualità.
«È stata un’intervista molto dura, per tutt’e due. Entrambi, nelle due ore e mezza che è durato il nostro colloquio, ci siamo commossi. Sono rimasto molto colpito dalla sua storia, non solo per il coraggio, ma an­che perché Michela Murgia preferisce essere odiata che compatita, non ha voluto cambiare nulla di se stessa e delle sue idee. Ovviamente possono essere discusse e non necessariamente condivise, però lei ha voluto dire “ricordatemi come vi pare, anche a quelli che mi hanno odiata alla fine sarò stata utile in qualche modo, magari per autodefinirsi”. Insomma, non ha fatto sconti a nessuno».

Il riscontro online è stato su­bito travolgente?
«È un’intervista che ha avuto oltre due milioni di contatti. E solo per quanto riguarda il sito del Corriere della Sera. Quindi, come numero di persone che l’hanno letta, siamo a livelli dell’intervista a Francesco Totti dell’anno scorso, che ovviamente aveva un tono e un argomento completamente diversi».

Lei intanto sta portando avanti il suo lavoro anche in tv.
«Sì, sto girando l’Italia per “Una giornata particolare”, la trasmissione di storia che tornerà su La7 quest’autunno. L’an­no scorso avevamo girato le puntate sulla morte di Giulio Cesare, la marcia su Ro­ma, l’incontro tra San Francesco e il Papa, l’abiura di Galileo Galilei, lo stupro di Artemisia Genti­leschi e la fuga di Napoleone dall’Elba».

Quali saranno i prossimi ap­profondimenti?
«Siamo al lavoro per l’episodio sulla morte di Mussolini, poi la battaglia di Ponte Milvio (quando l’impero diventò cristiano), la giornata di Dante all’Inferno, la congiura dei Pazzi contro i Medici, la partenza di Cri­stoforo Colombo per l’Ame­rica, Caporetto, lo sbarco di Garibaldi in Sicilia e via Rasella e le Fosse Arde­ati­ne. Tutto questo è anche un modo per raccontare non so­lo la storia italiana, ma per mostrare quanto è bella l’Italia».

L’immagine di un luogo, a questo proposito, che le è rimasta negli occhi?
«Penso ad esempio alla Cer­tosa di Pavia, ci sono stato recentemente perché lì fu nascosto il corpo del Duce dopo piazzale Loreto: è un incanto, un luogo di una bellezza commovente. Quando l’ho visitata era vuota, mentre prima il Lago di Como, dove abbiamo girato l’episodio della morte del Duce, era strapieno di turisti stranieri, Lì, nelle vecchie trattorie dove una volta si mangiava il risotto al pesce persico, oggi ci sono cheesburger, caesar salad e club sandwi­ch, ovvero i piatti che vo­gliono i turisti stranieri. Il Lago di Como resta bellissimo, ma ormai è il “Como Lake” o magari “quel ramo del lago di Clooney”».

Sono passaggi, questi, che fanno parte di “Una giornata particolare” che possiamo ri­vivere anche su carta, giusto?
«Sì perché “Una giornata particolare” è diventato anche un libro edito da Solferino in cui raccolgo le storie che racconto in tv. Ora sto preparando anche il nuovo libro che sarà pronto per settembre e intanto sto girando l’Italia per lo spettacolo che ho portato anche al teatro Sociale di Alba con Moni Ovadia, “Il Duce delinquente”, che racconta la tragedia rappresentata dal fascismo ed è tratto a sua volta dal libro “Mussolini il capobanda”. Questo è stato il saggio più venduto nel 2022 con 200mila copie».

Suo fratello Enzo è stato re­centemente nominato di­ret­tore generale di Banca d’Alba dopo la partenza di Ric­cardo Corino verso Roma, alla guida del Gruppo Iccrea. Un suo commento?
«Sono molto orgoglioso che mio fratello sia stato chiamato a questo incarico, è una responsabilità che lui ha sempre sentito fin da ragazzo. Significa che Enzo è veramente parte integrante di questa comunità di cui io stesso, pur non vivendo ad Al­ba, faccio parte. Sono molto fiero di lui, mio fratello è migliore di me e quando vedo una persona migliore di me, la cosa mi rilassa sempre. Ho molti difetti ma non sono un invidioso. Quando vedo qualcuno che vale più di me, riconosco i meriti e mi metto tranquillo».

Come è stata vissuta questa notizia in famiglia?
«Mi commuove vedere l’orgoglio di mio padre e di mia madre, entrambi profondamente langaroli come lo erano tutti i miei otto bi­snonni. I miei genitori sono molto orgogliosi di mio fratello e fanno bene. Mio papà ha lavorato in banca per tut­ta la vita, per cui avere avu­to questa soddisfazione per lui è qualcosa di molto im­portante».

A proposito di territorio: c’è la tappa del Giro d’Italia che parte proprio da Bra e attraversa Langhe e Roero.
«Il Giro d’Italia è un pezzo fondamentale dell’identità italiana. Quand’ero bambino mio padre mi parlava sempre del mito di Coppi e Bartali. Lui ovviamente te­neva per il piemontese Cop­pi. Nell’infanzia io seguivo Saronni e Moser e adesso il Giro è ancora la più importante manifestazione sportiva che si svolge tutti gli anni in Italia. Sono fiero che l’organizzi proprio Rcs che è anche l’azienda che pubblica il Corriere della Sera. Io purtroppo sarò altrove ma i miei famigliari e i nipotini, anche i tre figli di mio fratello, saranno lungo le strade a veder passare il Giro».

CHI È

Nato il 17 settembre 1966 ad Alba, è giornalista e scrittore. Ha cominciato l’attività di redattore nel 1988 a La Stampa, lasciata dopo quindici anni per passare al Corriere della Sera come inviato speciale e poi editorialista. Attualmente ricopre la carica di vicedirettore ad personam

COSA HA FATTO

Ha seguito cinque edizioni dei Giochi Olimpici e sei Mondiali di calcio specializzandosi inoltre nelle interviste esclusive a personaggi di primo piano nel mondo: da Bill Gates a Steven Spielberg fino, di recente, a Rahul Gandhi. Ha scritto 25 libri sul tema dell’identità italiana

COSA FA

Su La7 conduce dallo scorso mese di settembre il programma di approfondimento storico “Una giornata particolare” con nuove puntate previste dal prossimo autunno. Nei teatri intanto prosegue il tour de “Il Duce delinquente”, spettacolo con Moni Ovadia tratto dal libro “Mussolini il capobanda – Perché dovremmo vergognarci del fascismo”