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Ancalau e IDEA invitano i cuochi alla foto di gruppo

Appuntamento il 10 maggio a Bosia, ore 16: la cucina di Langa sotto al murale per Magliano

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Cuochi, trattori, os­ti, chef. Eredi e innovatori della tra­dizione riuniti per una grande foto di gruppo sotto il murale dedicato a Cesare Magliano, pioniere del­la cucina di Langa. Un primo appuntamento, fissato per il 10 maggio e, soprattutto, un omaggio che anticipa l’appuntamento con il Premio Ancalau del prossimo 18 giugno a Bosia, che avrà come tema centrale proprio la cucina di Langa.
«Una cucina da difendere e sostenere, perché è presidio del territorio», argomenta Silvio Saffirio nome di rilievo della pubblicità italiana e ideatore del Premio Ancalau insieme al sindaco di Bosia, Ettore Secco, e al patron di Eataly Oscar Farinetti.
Una cucina che unisce, tramandata spesso per via orale come fece lo stesso Cesare Magliano che – racconta Saffirio – non scrisse mai una ricetta e che oggi diventa un cappello comune sotto il quale raccogliersi. Un patrimonio da difendere. Questo il senso della grande foto del 10 maggio (ritrovo tra le 15 e le 15,30, lo scatto alle 16) che appare sul numero speciale che Rivista IDEA ha allestito per il Premio Ancalau del quale è media partner sin dalla nascita. Riunirsi con indosso casacche di ogni foggia e colore sotto il ritratto dipinto sul muro dell’antica casa del protagonista bosiese, scoperto in anteprima per i suoi colleghi, per celebrare la «gemma centrale» della Langa, della quale i ristoratori sono difensori e testimoni. «Sarà il preludio di domenica 18 giugno quando il Premio Ancalau accoglierà nella sua Hall of Fame a fianco di Giorgetto Giugiaro, Er­nesto Ferrero, Mauro Corona il grande Cesare Giaccone, mae­stro di creatività e testimone della cucina di Langa e della sua vastità di orizzonti. Un omaggio a un grande e un segno di rispetto e riconoscenza per tutti i continuatori della nostra tradizione gastronomica», commenta spumeggiante Saffirio. Dopo Cesare Pavese, Beppe Fenoglio, Giacomo Mor­ra, Gina Lagorio, Luigi Einaudi, Augusto Manzo e Franco Ba­lestra, Gianmaria Testa e Ma­dre Langa, quello dedicato a Cesare Magliano è il 9° grande ritratto di quella che dagli esordi del Premio Ancalau è diventata una vera pinacoteca a cielo aperto (opera dell’artista Silver Veglia) capace di attirare nel piccolo comune di Bosia, porta dell’Alta Langa, turisti e visitatori.
E Magliano, con la sua storia e la sua creatività, rappresenta davvero lo spirito degli “ancalau”, parola del dialetto dell’Alta Langa che designa colui che mettendo da parte la propria ritrosia e timidezza, osa, rischia, rinnova. È lo spirito delle popolazioni dell’Alta Langa che trova nel piccolo paese di Bosia un’ancor viva tradizione, radicata nella cultura e nelle vicende di una popolazione che nel XVII secolo vide il proprio villaggio travolto da una grande frana e seppe ricominciare da capo, ricostruendo il proprio paese. Nasce forse da qui la fama degli “Ancalau di Bosia”, che ha dato poi nel tempo i natali a un sorprendente numero d’inventori e innovatori e che, secoli dopo ha dato origine al Premio Ancalau “Start up Giovani” che avrà luogo il 18 giugno in collaborazione con Eataly.
Così, racconta ancora Saffirio, era Cesare Magliano: «Ultimo di una famiglia numerosa come usava all’epoca e figlio di un imprenditore bosiese che nella tradizione degli Ancalau tra i primi intraprese il grande business del baco da seta creando quella che oggi si chiamerebbe una “hub” del seme bachi tra Bosia e Ascoli Piceno, all’inizio degli anni ’30 si recò in visita a una sorella residente a Parigi. Il progetto era di rimanerci circa un mese. Ci rimase invece tutti gli anni ’30 in quella Parigi, vera capitale delle tendenze mondiali. Quando tornò a Bosia, alla vigilia della Seconda guerra mondiale, vide con chiarezza le ricchezze di una Langa povera ma dotata di grandi potenzialità, dal tartufo ai vini ai formaggi. Non appena terminò il conflitto Cesare aprì a Bosia un “restaurant” come lo chiamava lui, che divenne in breve tempo attrazione di industriali, buongustai, monsignori e biscazzieri. L’avventura del “Riforni­mento Pance Vuote”, così Cesare Magliano, rivelando una sensibilità pubblicitaria d’avanguardia, diede nome al suo locale che terminò negli anni ’70. Ma ne rimane il ricordo e il nuovo murale di Bosia conserverà a lungo la memoria di un pioniere dell’arte di vivere langarola».
Eccola allora la cucina di Langa cui sarà dedicato il convegno al quale interverranno testimoni di valore di quel mondo, nel nome del rispetto e dell’affetto per la tradizione che però non collide con l’innovazione. «Sen­za di lei anche il tartufo, i vini, l’ospitalità di lusso non avrebbero potuto far conseguire al territorio lo sviluppo attuale. La crearono le nostre bisnonne, le nostre nonne, le nostre madri esperte dell’arte di far miracoli con poche risorse. Le poche risorse di una Langa povera ma estremamente vivace e creativa che posero le premesse dello sviluppo tuttora in corso. Oggi i difensori di quella cucina, vero fattore strategico del territorio, sono le cuoche e i cuochi delle osterie, delle trattorie, dei ristoranti con stelle o senza. Autentici presidi delle antiche ricette e delle loro versioni contemporanee, i cucinieri di Langa propongono ogni giorno ai turisti internazionali e italiani quello che questi ospiti desiderano: i piatti della cucina di Langa. Il Covid li ha bastonati duramente ma per fortuna con la loro bravura e la loro tenacia sono ancora qui a rinnovare ogni giorno l’attrattiva della nostra Langa».
Per info: https://premioancalau.it
Marialuisa Cocito: 3478880080

Articolo a cura di Erika Nicchiosini

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