«La sostenibilità è un lavoro di squadra»

Sisea: un progetto importante verso la circolarità

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Guardare avanti con lungimiranza è una delle prerogative di Nausicaa (tel. 0172-811424 – [email protected]), il progetto nato dall’esperienza di Giorgia Busso e Alessandra Venieri, per supportare le aziende che credono nella “Sostenibilità d’Impresa”.
«La misurazione delle proprie prestazioni ambientali è il primo passo verso una strategia di sostenibilità reale ed è stata la base per affiancare Roberto Cagnazzo e Pier Carlo La Corte, rispettivamente amministratore delegato e direttore commerciale di Sisea, che opera a livello nazionale nell’ambito dei servizi ambientali, nel percorso che li porterà alla validazione della propria Carbon Footprint», sottolinea Giorgia Busso.

E aggiunge: «Si tratta di un’attività che se da un lato richiede un forte impegno di tempo e risorse, dell’altro permette ad una organizzazione di comunicare ai propri stakeholders un valore certo, frutto di una misurazione che si basa su un criterio riconosciuto a livello internazionale».

Perchè questo indicatore per un’azienda è così importante? Lo chiediamo proprio a Roberto Cagnazzo e Pier Carlo La Corte di Sisea (strada comunale della Maniga 21/23; Sommariva Bosco; tel. 0172- 560134; www.siseasrl.com)…
«Sisea si occupa di trasporto e trattamento rifiuti; intermediazione rifiuti; servizi di spurgo; servizi Retail punti di distribuzione carburanti; bonifiche ambientali; bonifica e manutenzione serbatoi; rimozione e smaltimento. E con il brand Logica cura l’allestimento di sedi aziendali e punti vendita commerciali in campo internazionale: dall’organizzazione logistica per l’approvvigionamento di materiali e attrezzature allo smaltimento dei rifiuti a conclusione lavori. Sisea inoltre, è un’azienda certificata Emas, Iso 14001, Iso 9001 e Iso 45001 operante nel settore ecologico ambientale ed ha adottato il modello di organizzazione e controllo ex DLgs 231/2001. Per la tipologia di servizi offerti e per il sistema valoriale dell’azienda, Sisea ha sempre avuto una crescente attenzione all’ambiente, testimoniata dal conseguimento delle suddette certificazioni ISO 14001 (dal 2005) ed EMAS (dal 2006) e dal successivo aggiornamento e miglioramento continuo indotto proprio dai meccanismi tipici dei sistemi di gestione. La Società, cogliendo l’attuale sfida della conversione ad un’economia sempre più sostenibile e circolare, dal 2022 ha intrapreso un percorso per la misurazione e la validazione della propria Impronta del carbonio (Carbon Footprint) secondo lo standard ISO 14064. La cosiddetta “impronta di carbonio”, stima le Ton di Co2 Equivalenti correlate ad un’organizzazione, in determinate condizioni di operatività ed in un determinato periodo (questo è il confine della valutazione) e quindi permette di determinare gli impatti ambientali che le attività hanno sul climate change, l’emergenza ambientale più critica degli ultimi anni. La carbon footprint è un parametro di grande importanza ed utilità per le aziende: da un lato permette infatti di valutare e quantificare gli impatti emissivi in materia di cambiamenti climatici nell’ambito delle politiche di settore, dall’altro aiuta a monitorare l’efficienza ambientale ed energetica delle proprie strutture».

La Sisea ha da subito creduto in questo progetto?
«Devo dire si. È stato un lavoro corale portato avanti da Alessandra Venieri e Sabrina Accolla (team Nausicaa) e da tutto lo Staff Sisea, pronto a fornire informazioni e dati. Non possiamo certo nasconderci che, in un contesto che vede premiati i fornitori di prodotti o servizi a basse emissioni, la carbon footprint rappresenta uno strumento per valorizzare le nostra attività e promuovere le nostre politiche ambientali».

Come avete quantificato, dottoressa Busso, gli impatti della Co2?
«Il progetto è stato condotto per fasi che hanno dettagliato la raccolta dati per la carbon footprint di organizzazione secondo la ISO 14064. Il computo è stato effettuato attraverso un inventario delle emissioni dirette (impianti, installazioni…) ed indirette (consumo di energia importata, trasporti, utilizzo di materie, produzione di rifiuti e scarti, altre sorgenti…) ricadenti all’interno del perimetro definito. Ne è risultato un impatto espresso in Co2 equivalente, ottenuto attraverso calcoli di conversione che utilizzano fattori di emissione riconosciuti a livello internazionale (Banche dati Ecoinvent, IPPC, ISPRA…). Occorre inoltre ribadire che le difficoltà fattive di reperimento di alcuni dati rendono talvolta inevitabile procedere con stime, dati di letteratura o valutazioni di impossibilità di reperimento, come nei casi di situazioni occasionali, emergenziali, disfunzioni nei sistemi di rilevazione, carenza di informazioni di attrezzature, veicoli, materie prime… Tuttavia, per un’azienda come Sisea che opera nei settori trasporti/rifiuti, la registrazione dei movimenti su un software gestionale ha assicurato un elevato grado di reperibilità dei dati per tutta la sfera della movimentazione rifiuti. La valutazione e la comparazione di prodotti/servi­zi/organiz­zazio­ni basata sul calcolo della Carbon Footprint non può limitarsi asetticamente al freddo confronto “numerico” del dato di Co2, ma deve essere soppesa con un’analisi del contesto a tutto tondo, che tenga in considerazione anche di elementi estemporanei, del periodo storico, degli investimenti “green” di carattere nazionale e internazionale, dell’assetto normativo».

Si può identificare questo processo come un cerchio che si chiude?
«Assolutamente sì. La transizione da un modello economico “lineare” a quello “circolare” non può esimersi da un tentativo di misurazione del concetto stesso di circolarità, per quanto difficile, in maniera trasversale, per ogni tipo di organizzazione.
Per questa necessità è stata pubblicata a novembre del 2022 la UNI/TS 11820:2022 – Misurazione della circolarità – Metodi ed indicatori per la misurazione dei processi circolari nelle organizzazioni, applicabile a livello Micro e Meso; Sisea ha anche preso parte alla preliminare fase di studio della norma ed è citata nella stessa.
La UNI/TS 11820:2022 è ancora in continuo sviluppo e perfezionamento, i tavoli tecnici sono aperti e attivi. Ultimo tassello, sempre fondamentale per Sisea è l’adesione volontaria al Circular Economy Network, a gennaio di quest’anno».
Che aggiungere? Dalla collaborazione tra aziende del territorio, con la giusta competenza e il giusto coraggio, possono nascere progetti di sostenibilità concreta, Nuasicaa e Sisea ne sono un esempio.