«Così racconto Palazzo Traversa anche ai giovani»

Marco Garbaccio segue la comunicazione social del museo di Bra: «La cultura porta sempre qualcosa di buono». Sullo sfondo l’amore per l’hockey

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Braidese classe 1998. Marco Gar­bac­cio si è diplomato al liceo cittadino “Giolitti-Gandino”, poi la triennale in Beni Culturali nel curriculum Archeologico e sta completando il percorso di Archeologia e Storia Antica all’Università di Torino. At­tualmente, ricopre un incarico al Museo Civico di Ar­cheologia – Palazzo Tra­versa di Bra. Giocatore e allenatore, anche, nell’Hockey Club Bra. Storia e sport.

Partiamo dal suo coinvolgimento con Palazzo Traversa.
«L’idea nasce da un percorso di studio alternativo con l’Università, che mi ha portato a fare un tirocinio con l’Istat. Mi chiesero di fare delle ricerche sulle nuove tecnologie applicate ai musei. In questo contesto, ho affrontato l’argomento dei social nella divulgazione culturale. Qui la mia prima scintilla d’interesse. Ai tempi dovevo decidere percorso e tesi da fare. Allora ho pensato, perché non provarlo a fare concretamente? Ho proposto l’idea alla direttrice Giovanna Cravero e a Paolo Dalmoro del Comune di Bra. A loro è piaciuta. L’idea si basa su una divulgazione culturale dei reperti e delle opere d’arte contenute all’interno di Palazzo Tra­versa. Come? Attraverso un design delle pubblicazioni e dei contenuti condivisi sul nuovo profilo Instagram (pa­lazzotraversa_museo). Esaltando colori e riprendendo i caratteri più significativi, per dare un’anima storica, at­trattiva, divulgativa. L’obiet­­tivo è far conoscere Palazzo Traversa, far diventare i turisti da virtuali a fisici. Non è vero il concetto che se uno vede un qualcosa sui social su un luogo o un edificio, allora in un secondo momento non lo visiterà mai. Paura infondata. Faccio un esempio: gli Uffizi a Firenze, hanno un team interno e dedicato solo per le pubblicazioni sul canale Tik Tok e ben sette persone per la cura degli altri canali social. Da solo e con semplicità, ho cercato e sto cercando di seguire questa strada per Palazzo Traversa».

Bra offre una rete interessante di musei.
«Sì, Bra offre tantissimo. Il Museo Craveri è il più importante nel settore della Storia Naturale in provincia di Cuneo. Il Museo del Giocattolo, la Zizzola, Palazzo Mathis, la Casa Natale del Santo Cottolengo, il sito archeologico di frazione Pollenzo, il Museo della B­i­cicletta, il Museo della Scrittura Meccanica, la Banca del Vino e il Museo Rolfo. Parlando di Palazzo Traversa, nasce come Museo grazie alla visione di Euclide Milano nel 1919. Raccoglie la storia del nostro territorio, nonché alcuni vizi collezionistici di Eu­clide Milano quali armi, armi bianche. Bra raccoglie la storia del territorio, a partire dal Neolitico, poi un folto gruppo di reperti romani e tardo romani, epigrafi romane. Epigrafi che attestano la produzione di lane colorate a Pollenzo, di mercanti di vino. Fino ad oggetti e gioielli. Poi una Pinacoteca ben assortita, con molti dipinti che rappresentano Bra nella sua evoluzione urbanistica. Palazzo Traversa era un castello, poi un castello con torre e una residenza. Negli ultimi anni è cresciuto moltissimo come meta turistica, ma sono cresciuti tutti gli altri musei. Cliccando museidibra.it si può scoprire un mondo davvero affascinante, a portata di mano. La nostra città ha fatto molto in questa direzione».

Traspare una certa passione nelle sue risposte.
«Poco poco! (ride, ndr). Con i miei genitori, quando ero più piccolo, ho visitato tantissimi musei e monumenti. Ho coltivato questa passione e adesso sto cercando di metterla a frutto».

Possiamo dire che la cultura ha un futuro?
«Possiamo dirlo e diciamolo tranquillamente. Basta vedere i fondi stanziati dal Pnrr per la cultura e la sua digitalizzazione, per il lavoro approfondito degli archivi. Dalla cultura si può sempre trarre qualcosa di buono. La digitalizzazione è, anche, un passo verso le nuove generazioni. Occorre avere voglia di scoprire e di conoscere, sempre».

Se le dico Hockey Club Bra?
«Io tornerò a disposizione e in campo per il campionato di serie A Elite di Hockey su prato che scatterà a marzo, poi per quante partite lo deciderò con il coach e la squadra in base agli impegni di lavoro e studio. A settembre 2022, quando non diedi la disponibilità per la Coppa Italia, mi fu proposto di allenare la nostra prima squadra indoor nella A Elite. Mi sono buttato in questa esperienza, con grande gioia. I nostri gialloneri sono parte del meglio che l’Hockey indoor in Italia sa offrire in questo momento. Adesso siamo pronti per le Finali indoor che ci giocheremo il 28 gennaio prossimo. Ho voluto dare e sto dando una piccola parte di quanto ho ricevuto, in 18 anni, con la maglia dell’Hc Bra sulla pelle. Sono stati anni che hanno rappresentato tutto per me, dove ci siamo tolti enormi soddisfazioni in ambito giovanile e con i più grandi. E grazie alla famiglia giallonera, ho vestito la maglia della Nazionale».