«Storia dei trapianti e cultura del dono vanno di pari passo»

Convegno Aido a Bra. Il professor Cardillo: «Donare fa crescere tutto il sistema sociale»

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Grazie alla “regia” del braidese Gian­franco Vergnano, sabato scorso al “Politeama” di Bra si è tenuto il convegno “Cinquant’anni di trapianti e donazione organi. Passato, presente e futuro. Reload”. Organizzato dall’Aido (l’Associazione Italiana per la Donazione di Organi, Tessuti e Cellule) si è parlato di donazione con tanti protagonisti del settore.
Il giornalista e moderatore del convegno, Gian Mario Ricciar­di ha introdotto il dibattito: «La grande storia dell’intelligenza umana – ha detto -, in questi 50 anni ha cambiato tanti aspetti della nostra vita. Prima nessuno di noi sapeva esattamente che cosa fossero i trapianti, ci sembrava di parlare di un mondo lontano. Invece questo mondo è arrivato da noi e ha portato migliore vita a tante persone, ha salvato tante vite e ha costruito una solidarietà sulla quale si basa il nostro quotidiano».
Il direttore generale del Centro Nazionale Trapianti, Massimo Cardillo ha commentato: «La visione di alcuni chirurghi, medici, immunologi, ha consentito di partire con questa grande avventura e sono nati i primi trapianti, da donatore vivente e poi sono state messe a punto le tecniche per il trapianto da persone decedute. Si è poi data la possibilità, a tutti i cittadini, di scegliere di donare gli organi. Sono nate le associazioni del dono. I maestri della storia trapiantologica italiana hanno avuto una visione lungimirante. Oggi è una terapia molto diffusa, nel nostro Paese si praticano circa 4.000 trapianti all’anno, cioè più di 10 ogni giorno. Parliamo di una grande storia di cura. Sono più di 8.000, in Italia, i pazienti che aspettano un organo. Impor­tantissimo fare cultura sulla donazione, soprattutto ai giovani e agli studenti. Oppor­tunità di vita per il prossimo, ma anche per sé stessi. Il dono contribuisce a far crescere tutto il sistema sociale». Un tema condiviso da Mario Figoni, presidente Csv (Centro Servizi Volontariato Società Solidale) di Cuneo: «Ho scelto di aderire al dono con DigitalAido, la bellissima app che ti permette di iscriverti al registro della donazione semplicemente con un click nell’arco di 45 secondi. Il Csv aiuta la cultura del dono, facendo formazione». Antonio Amoroso, direttore Diparti­mento Trapianti della Città della Salute e Scienza di Torino ha aggiunto: «La frontiera della ricerca prosegue ad ampie falcate. Occorre prevenire, occorre puntare sulla prevenzione. Dobbiamo dare una prospettiva di funzionamento degli organi, sempre migliore». E a questo proposito, Piero Stratta, specialista in Nefrologia ed in Allergologia ed Immunologia Clinica, ha osservato: «Il trapianto di rene da donatore vivente è la migliore terapia che possiamo dare. Perché? C’è una maggiore compatibilità immunologica, molto spesso trattasi di consanguinei, e poi è un atto chirurgico programmato. Tra i giovani dobbiamo diffondere questa mentalità».
Altri pareri qualificati nel corso dell’incontro. Conti­nuia­mo con Valter Mione, presidente Aido Piemonte: «Il tema della donazione parte dalla solidarietà. Il concetto del dono deve essere della nostra vita. Dobbiamo imparare tutti che solo con la condivisione, con l’appartenenza a realtà come Aido, possiamo avere utilità sociale. Le eccellenze mediche non mancano nel nostro Piemonte e ringrazio per le parole e la presenza, il professor. Cardillo. Coinvol­giamo in maniera più diretta e attenta i nostri giovani». Gianni Fogliato, sindaco di Bra: «Crescita, cittadinanza attiva. La cultura del dono e della donazione è qualcosa di straordinario. Ringrazio l’Aido per l’organizzazione del convegno. Un grazie speciale alla sezione braidese e cuneese per saper creare eventi di alto livello lavorando nella quotidianità». Luigi Genesio Icardi, assessore regionale alla Sanità: «Abbiamo importanti eccellenze sanitarie in Piemonte. Il 13% dei trapianti in Italia sono sul territorio della nostra regione. Con orgoglio, dallo scoppio del Covid abbiamo aumentato del 5% i trapianti e nonostante i mesi duri e difficili». Hanno presenziato anche Vincenzo Cantalupi (Azienda Ospeda­liero-Universitaria Maggiore della Carità di Novara) e Stefano Maffei (Nefrologia e Dialisi Ospedale Cardinal Massaia di Asti).