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«Nuovo tunnel massimo impegno per evitare ritardi»

Il commissario Prisco rassicura territorio e imprese: «Apertura del Tenda confermata per ottobre 2023»

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Giorno dopo giorno, si fa sempre più sentire l’assenza di un tunnel di Tenda funzionante. Il territorio di confine tra Italia e Francia, con le sue co­munità e le sue imprese, attende praticamente da due anni di poter di nuovo transitare attraverso l’importantissima infrastruttura internazionale, compromessa dalla tempesta Alex dell’ottobre 2020. Secondo quanto emerso dal­l’ultima Conferenza Intergo­vernativa, la nuova canna della galleria sarà pronta tra un anno, mentre per il doppio senso di marcia bisognerà at­tendere il 2025, quando cioè sarà stato ripristinato anche il vecchio tunnel. Per saperne di più ci sia­mo rivolti al commissario straordinario per i lavori al Col­­le di Tenda, l’ingegnere Ni­cola Prisco.

Commissario Prisco, conferma che la nuova canna del tunnel sarà transitabile esattamente tra un anno?
«Lo confermo. Il crono­pro­gram­­­ma dei lavori prevede l’apertura al traffico della nuo­va canna entro ottobre 2023 e l’apertura al transito del tunnel storico, opportunamente allargato, entro giugno 2025».

Il punto esatto sui lavori?
«Restano da scavare poco me­no di 850 metri di tunnel su un totale di circa 3 chilometri e 200 metri. Le attività di scavo stanno avanzando in m­aniera spedita in particolare sul versante francese, dove la natura dei materiali ci consente di procedere con l’e­splo­sivo ma anche in Italia, su­perata una fase di roccia di scavo particolarmente instabile, l’impresa appaltatrice sta procedendo in modo co­stante e deciso. Per dare un’idea della progressione, che ha comunque margini di variabilità, le cito l’ultimo dato di­sponibile: tra il 1° settembre e il 19 settembre sono stati scavati 74 metri di nuovo tunnel, ovvero una media di quasi 4 metri al giorno».

Quali sono le incognite?
«Quando si ha a che fare con un cantiere di queste dimensioni e di tale complessità – per via della natura stessa delle tante lavorazioni in programma – le questioni da risolvere sono molte. I professionisti della Direzione Lavori Anas e la stessa impresa esecutrice, Edilmaco, vi lavorano quotidianamente a tempo pieno. Senza dubbio la devastazione causata dalla tempesta Alex ha inferto un duro colpo al programma dei lavori e ha reso necessario progettare opere importanti non previste inizialmente; mi riferisco in particolare al ponte di scavalco sul Vallone de la Cà e alla messa in sicurezza del vallone stesso. Stiamo parlando di interventi all’aperto e in un contesto montano. In questo senso, fasi acute di maltempo po­treb­bero rallentare l’e­se­cu­zio­­ne di alcune lavorazioni in progetto: si tratta di un’eventualità innegabile. Ci auguriamo tuttavia di poter proseguire senza ri­tardi sulla tabella di marcia».

Che messaggio si sente di dare agli amministratori e agli imprenditori del territorio?
«Mi sento di assicurare tutto l’impegno necessario per la prosecuzione dei lavori e per la conclusione delle opere, sen­za mai arretrare di un passo. Conosco il territorio e so quanto il Colle di Tenda co­stituisca un collegamento di importanza primaria non solo per la salute delle Valli Ver­me­­nagna e Roja ma per territori ben più estesi. Mi consenta di specificare che le modifiche al progetto che si sono re­se necessarie dopo l’evento al­luvionale di ottobre 2020 so­no state realizzate e approvate in concomitanza con l’esecuzione di tutta un’altra serie di lavorazioni che sono state portate avanti senza sosta: gli scavi del nuovo tunnel, la costruzione dei bypass di collegamento tra la galleria nuova e quella storica, la centinatura, l’impermeabilizzazione, i rivestimenti, i consolidamenti del vecchio tunnel propedeutici all’allargamento, eccetera. Stiamo lavorando su fronti diversi in contemporanea e continueremo a farlo ininterrottamente».

Sul ponte da costruire al­l’uscita del tunnel, in territorio francese, quali sono le ul­ti­me notizie?
«L’approvazione del progetto esecutivo da parte della Conferenza Intergovernativa Italia-Francia avvenuta il 6 settembre ci consente di av­viare le sistemazioni in corrispondenza dell’imbocco francese che, come noto, ha riportato i maggiori danni in seguito alla tempesta Alex. A no­vembre prevediamo di avviare le prime lavorazioni con il consolidamento del piazzale francese oltre alla sistemazione del vallone e delle aree del torrente Roja. Poiché da cronoprogramma si prevede di aprire al traffico la nuova canna a ottobre 2023, entro tale data il ponte da 70 metri a struttura mista – in acciaio e calcestruzzo – dovrà essere completo per la messa in esercizio».

Come funzionerà la viabilità nell’ottobre 2023, quando cioè sarà resa transitabile la nuova canna del tunnel?
«La nuova canna sarà aperta in modalità di cantiere, ovvero adottando misure di sicurezza necessarie per consentire il transito in galleria in concomitanza con l’esecuzione delle lavorazioni residue. La definizione precisa delle modalità di transito sarà oggetto di uno specifico studio che confluirà nel dossier di sicurezza del tunnel. Al momento, abbiamo formulato alcune ipotesi che dovranno essere corroborate dall’analisi che commissioneremo. Una volta definito lo sta­to di dettaglio sarà nostra cura informare il territorio».

Quali accorgimenti serviranno in futuro per evitare che le ondate di maltempo – comprese le più pesanti – possano causare danni ingenti come quelli provocati dalla tempesta Alex?
«L’alluvione del 2020 non ha determinato dissesti a li­vello del tunnel storico e del­la nuova canna che pertanto restano nella sede originaria fatto salvo per la parte terminale in territorio francese che sarà modificata in modo da far convergere i flussi di traffico sul ponte a doppio senso di marcia. Il dissesto ha invece riguardato il Val­lone de la Cà che pertanto è stato oggetto di studi approfonditi e su cui sarà necessario intervenire con importanti opere di messa in sicurezza già progettate».

BaNNER
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