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«Da sempre all’uomo piace immaginare il futuro possibile»

Cherasco ospita l’esposizione allestita dal conte Piero Gondolo della Riva: «Non solo letteratura, ecco cos’è la fantascienza»

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Il conte Piero Gondolo della Riva, nato a Torino il 3 giugno 1948, è un collezionista e verniano italiano. L’abbiamo in­tervistato per IDEA, con l’occasione di farci raccontare la sua esposizione “Prima della fantascienza. Il futuro immaginario”, attualmente aperta a Cherasco.

Ci presenta la mostra?

«Si svolge a Cherasco perché ho buonissimi rapporti con la città e mi fa piacere farla ospitare qui: sono di famiglia cuneese anche se abito a Torino, affascinato dalle sinergie con il territorio della Granda, e quello cheraschese ha accolto appieno la mia richiesta. Mol­to felice che possa essere protagonista in provincia di Cuneo. Il PalaExpo è una sede perfetta, non era ne­cessario un palazzo antico ma un luogo che mirasse al moderno. I documenti sono tutti nella stessa stanza e mi piace moltissimo questo aspetto. La mostra conta centinaia di documenti, unica nel suo genere. Io sono contrario al fatto che si voglia, a tutti i costi, far cadere nella categoria della fantascienza tutto ciò che c’è stato prima. Do­cu­menti che hanno più di 300 anni, quando invece il termine fantascienza in Italia è stato introdotto nel 1952. Com­mer­cialmente, la parola fantascienza attira mol­to. Ab­bia­mo esposto libri, stampe, 170 piatti antichi che trattano del futuro immaginario».

Un tempo come veniva immaginato il futuro?

«Ci sono delle ucronie – genere di narrativa fantastica che immagina un tempo futuro – che possono essere positive o me­­no. Ad esempio, esistono anche delle distopie (descrizione o rappresentazione di una realtà immaginaria del futuro, ma prevedibile sulla base di tendenze del presente percepite come altamente negative, ndr). Prima dell’avvento degli aeroplani, sono stati immaginati velivoli di tutti i tipi».

Il significato della mostra a Cherasco?
«Non esiste solo una letteratura, ma un interesse sviluppato da centinaia di anni verso il futuro immaginario. Non tutti sanno che è stato un pensiero costante nel tempo. I visitatori possono ammirare oggetti, cartoline di città nel futuro, figurine e spartiti. E avere la sensazione che esista tutto questo. La grafica colpisce moltissimo. I libri antichi, i giocattoli di un tempo. Due le sezioni specifiche: quella de­dicata a Jules Verne (scrittore francese, tra i più importanti autori di storie per ragazzi e, grazie ai suoi ro­manzi scientifici, è considerato, assieme a H. G. Wells, il padre della moderna fantascienza, ndr) e quella su Albert Robida (scrittore, illustratore, giornalista, caricaturista, litografo e acquafortista francese, ndr)».

Lei è un grande appassionato di Jules Verne.
«Dal 1962 è nella mia collezione e nei miei interessi. Un innamoramento culturale co­minciato leggendo i suoi ro­manzi in italiano. Quando ave­vo 13 an­ni, ho iniziato a collezionare le prime edizioni in francese; so­no poi andato a vivere a Pa­rigi e ad approfondire le mie ricerche, per poi scrivere la bi­bliografia analitica su di lui in due volumi. Su Verne, ho allestito mostre in quasi tut­ta Europa e in Po­linesia. Che­rasco è un luogo decisamente più vicino!».

Soprattutto, lei è un grande collezionista.

«Ho una grande collezione che riguarda la città di Cuneo, documenti e stampe. Non escludo, in futuro, di organizzare a Cherasco una mostra proprio su questo tema».

Un consiglio per le nuove generazioni?

«Ci sono ancora tantissime persone che collezionano. Ma la cultura è poco di moda og­gi, Internet ha facilitato enormemente l’accesso alle informazioni e alla conoscenza. Non si visitano più librerie e antiquari per reperire notizie, o i mercatini. Oppure per comprare at­traverso i cataloghi. Il collezionismo interessa meno perché ci si documenta ormai in altri modi e con altre strade. Eppure il suo fascino resta intatto».

BaNNER
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