Alba, piazza Ri­sor­gi­mento 6. L’in­segna è tra le più note in zona, e non solo. La vetrina è di quelle che catturano l’attenzione, sempre. L’interno è qualcosa più di una boutique di abbigliamento: è un viaggio che sa valorizzare la femminilità di ogni donna. Siamo nella casa albese di Elena Mi­rò e con noi c’è una “guida” d’eccezione: il brand director, Fabio Asse­condi. Lo abbiamo interpellato perché il noto marchio del Grup­po Miroglio sta vivendo una stagione particolarmente brillante: abiti ancora più raffinati e moderni, una forte rete di distribuzione (in Italia, all’e­stero e online), partner di fa­ma mondiale e tante nuove clienti, colpite, oltre che dalla bellezza dei prodotti, anche dalla recente scelta di ampliare la scala di taglie disponibili.

Fabio Assecondi, siete stati tra i primi a rendere la moda inclusiva. Ora si apre una nuo­va era?
«Il nostro brand è nato – ormai oltre 35 anni fa – con l’obiettivo e l’ambizione di portare il “prodotto moda” laddove non arrivava. Le don­ne che non possedevano determinate caratteristiche fisiche erano di fatto escluse. Ecco, Ele­na Mirò è nata proprio per loro».

Oggi cosa cambia?
«L’inclusività di Elena Mirò si amplia…».

In che senso?
«Fino a pochi mesi fa, alle don­ne con taglia 42-44 che si rivolgevano ai nostri negozi eravamo costretti a rispondere negativamente: i nostri prodotti erano disponibili so­lo in taglie superiori».

E poi?
«Per rendere il nostro concetto di inclusività ancora più virtuoso e contemporaneo, ab­bia­­mo ampliato la scala di ta­glie disponibili. Ora, i nostri ca­pi di abbigliamento vanno dalla 42 alla 60 e non è da escludere che in futuro la scala possa ampliarsi ulteriormente».

Com’è stata accolta la novità?
«Siamo partiti con le collezioni dell’autunno-inverno 2021-2022: i riscontri sono stati ottimi. Per questo, proseguiremo».

Merito anche dei prodotti sviluppati in collaborazione con stilisti di fama mondiale.
«Le collaborazioni sono fondamentali per poter introdurre sul mercato qualcosa di inedito. Così, dopo la positiva esperienza con Alessandro Dell’Acqua, abbiamo avviato un’importante partnership con Lisa Von Tang».

Ce ne parli.
«Questa capsule collection uni­­sce la raffinatezza italiana tipica di Elena Mirò con gli elementi del patrimonio etnico di Lisa Von Tang».

Le caratteristiche dei capi?
«Sono abiti pensati per donne che desiderano regalarsi i piaceri del lusso, magari in un resort esotico assieme alle lo­ro persone più care. Ma non solo: questo “guardaroba” è un trionfo dell’intercambiabilità, con set di kimono che pos­sono essere indossati co­me com­pleto o spezzati, caftani tie-dye, pantaloni fluidi…».

Si aprono tante possibilità di utilizzo.
«Le linee morbide e sciolte, spesso impreziosite da dettagli iper-femminili, offrono capi raf­finati ma allo stesso tempo fa­cili da indossare, ideali per ce­rimonie o anche per mo­men­ti della quotidianità».

Quali emozioni trasmettono?

«Un gusto eclettico e contemporaneo, che unisce la sensibilità internazionale della stilista con un approccio di moda trasversale, pensato per ab­bracciare tutte le donne».

Ecco che ritorna l’inclusività.
«Lisa è una donna e molte don­­­ne allo stesso tempo: questo la rende perfetta per permetterci di compiere un ulteriore passo sulla strada dell’inclusività e nel dialogo con don­­ne diverse ed esigenti, alla ricerca di una moda contemporanea che le rappresenti».

Emerge anche la propensione all’internazionalità.

«Alba è la nostra casa, ne sia­mo orgogliosi, ma da sempre guardiamo alla crescita internazionale. E continueremo a far­­lo: rafforzare il posizionamento all’estero è uno dei no­stri obiettivi».

Qualche numero?
«Contiamo circa 200 negozi “mono brand”, tra Italia, Spa­gna, Por­togallo, Francia ed Europa dell’Est e siamo presenti in tutta Europa anche in mille punti vendita “mul­ti brand”».

E online?
«Sul web vogliamo cercare di assicurare alle nostre clienti la stessa esperienza che offriamo nei negozi fisici. L’im­pe­gno è costante».

Com’è stata la ripartenza do­po le chiusure imposte dal Covid?
«In realtà, non ci siamo mai fer­mati. L’ecommerce, rimasto sempre attivo, è stato forte­mente potenziato. Per quan­to riguarda la vendita “in presenza”, siamo rimasti vicini alla rete di distribuzione di nostra proprietà e a quella dei partner attraverso una se­rie di agevolazioni. La scelta ha dato i suoi frutti e ha permesso di realizzare una campagna vendite molto positiva».

Una vicinanza che si sposa con le vostre attività solidali.

«L’impegno sociale caratterizza Elena Mirò da sempre. So­lo guardando alle ultime attività, siamo orgogliosi di aver collaborato ai progetti sociali di Pangea e dello Zon­ta. Zon­ta con cui, peraltro, stia­mo pro­ponendo una mo­stra itinerante che, in autunno, dopo aver toccato Milano, Torino e Roma, arriverà an­che nel no­stro negozio di Al­ba».

Ad Alba, intanto, nelle scorse settimane, è arrivata Jo Squil­lo, con tutta la sua energia…
«In occasione della Festa della Donna, abbiamo lanciato il pro­getto “Beautiful, Power­ful”, in collaborazione con Wall of Dolls, l’associazione fondata da Jo Squillo per la tu­tela delle vittime di violenza. Per ogni acquisto effettuato dal­le nostre clienti abbiamo donato un abito a una don­­na in difficoltà: in tutto, le donazioni sono state 5.300».

Cosa ha provato?
«Emozione e orgoglio. Ab­bia­mo messo l’accento sulla capacità delle donne di darsi supporto a vicenda e sulla po­tenza, tutta femminile, di reinventarsi e ripartire, anche in situazioni di estrema difficoltà».

È questo lo spirito che guida il futuro di Elena Mirò?
«Sì. Al centro mettiamo i no­stri valori: l’inclusività, il so­ciale, la bellezza, la raffinatezza, l’internazionalità, la contemporaneità. Tutti valori che ac­co­mu­nano le persone del team Ele­na Mirò e le no­stre clienti. Elena Mirò, come ha detto una ragazza del no­stro gruppo, è un’esperienza che va oltre la mo­­­da: fa crescere e crea condivisione, nel segno della femminilità».