Omaggio d’arte tra oggetto e indefinito

La Fondazione Ferrero propone una mostra gratuita dedicata a Giacomo Soffiantino

0
249

La Fondazione Ferrero di Alba presenta da sabato 7 maggio a giovedì 30 giugno un nuovo progetto espositivo dedicato al pittore e incisore torinese Giacomo Soffiantino (1929-2013): “Soffiantino. Tra oggetto e indefinito”, a cura di Luca Beatrice, Michele Bramante e Adriano Olivieri.

La mostra, ideata dai curatori con un ritmo biografico e tematico, costituisce la più ampia ed esaustiva ricognizione storico-espositiva mai dedicata all’opera e alla vita dell’artista.

Il percorso espositivo si articola in sette sezioni che ricostruiscono doviziosamente l’agire artistico di Soffiantino attraverso una selezione di oltre 50 opere. Un percorso in tappe che conduce il visitatore alla scoperta del lavoro di Soffiantino a partire dagli esordi, caratterizzati da un approccio aniconico-informale nutrito da influenze internazionali, passando poi per la sensibilità “naturalistica” delle opere mature sino agli esiti più recenti degli anni Dieci del Duemila. L’esposizione è visitabile gratuitamente ogni giorno, fino al 30 giugno, dalle 15 alle 18, nei locali della Fondazione, in strada di Mezzo 44, ad Alba (ulteriori informazioni sono disponibili sul sito www.fondazioneferrero.it).

Giacomo Soffiantino nasce a To­rino il 1° gennaio 1929. Inizia giovanissimo a disegnare come autodidatta. Dopo avere sostenuto come privatista l’esame per il diploma al liceo artistico, nel 1949 si iscrive all’Ac­cademia Albertina di Torino divenendo allievo di Cesare Mag­gi. Dopo un breve passaggio dal corso di Felice Casorati, nel 1951 comincia a seguire le lezioni di Francesco Menzio. Con­temporaneamente segue i corsi di Storia dell’Arte di Aldo Bertini e quello di Incisione diretto da Marcello Boglione. Inizia allora una profonda e duratura amicizia con Mario Calandri. Crea in questi anni le sue prime acqueforti. Diplo­matosi nel 1953, conosce Luigi Carluccio.

In seguito, aderisce al gruppo degli “ultimi naturalisti” e avvia la propria carriera di insegnante all’Istituto Fonta­nesi di Torino, ricevendo i primi riconoscimenti in concorsi na­zionali. Nel 1956 espone alla Biennale di Venezia. Nel 1958 partecipa alla sua seconda Biennale con una serie di disegni colorati. Sono gli anni in cui Soffiantino risente più scopertamente del fa­scino dell’espressionismo astratto americano.

Nel 1959 partecipa alla rassegna “Francia-Italia” e riceve il Premio Acquisto alla Biennale per la Pittura della Repubblica di San Marino. Nel 1963 conquista anche la prima edizione del Premio Biella per l’Inci­sio­ne. Dopo una breve incursione nel linguaggio della scultura, dalla metà degli anni Settanta Soffiantino adotta una tecnica para-divisionistica dall’accentuata varietà cromatica con la quale realizza alcune serie di opere tra le più suggestive della sua carriera.

Organizza molte personali, ot­tie­ne numerosi riconoscimenti divenendo Accademico di San Luca nel 1983. Autore di molte opere murali, viene incaricato, nel 1982, alla cattedra della Libera Scuola del Nudo al­l’Accademia Albertina di To­rino. Nel 1989 dipinge “Il trittico della vita” e negli anni successivi eleggerà a soggetti i “Boschi”, gli “Ireos”, le “Te­che”, i “Casellari” e completerà il ciclo “Continuità”. Si spegne nella sua casa torinese il 27 maggio 2013.