Alto contrasto | Aumenta dimensione carattere | Leggi il testo dell'articolo
Home Articoli Rivista Idea Genitori per scelta

Genitori per scelta

0
101

Sono Alice, ho 28 anni, mi trovo benissimo con il mio ragazzo e dallo scorso novembre siamo andati a vivere insieme. C’è però un pensiero che ritorna: a me piacerebbe avere un bambino. Il problema è che lui non ne vuole sapere. Crede che questo finirà per incrinare il nostro rapporto?

Cara Alice, hai una bella età… quella che, nella nostra cultura, viene chiamata del “giovane adulto”. Sei nel pieno delle tue forze fisiche e mentali, hai superato ormai da un po’ la difficile fase adolescenziale, probabilmente raggiunto una qualche sistemazione (se non ancora soddisfazione) lavorativa e sentimentalmente hai trovato una persona con cui desideri condividere la vita… puoi avere di che essere felice! In questa fase tutt’oggi, nonostante i cambiamenti culturali, spesso, soprattutto la donna, è normale che cominci ad avvertire come importante il desiderio di maternità.
Innanzitutto ti dico che può capitare che, nella nostra cultura, gli uomini avvertano questo desiderio leggermente più avanti semplicemente perché il loro “orologio biologico” permette una generatività più protratta nel tempo (anche tu però non è necessario che ti metta fretta perché hai davanti ancora molti anni di “fertilità”). Il famoso psicoanalista Erik Erikson parla di generatività, ovvero di quella facoltà procreativa che si manifesta parallelamente nel campo lavorativo, dell’impegno sociale e della famiglia, includendo anche la nascita dei figli. Ti trovi quindi in quella fase in cui sei in grado e desideri giustamente lasciare un segno positivo di te nel mondo; diventare genitori, è un modo, ma non l’unico, per farlo e non deve essere ricercato a tutti i costi. Oggi, per fortuna (pensando a tutte le lotte del femminismo), avere un figlio non è più considerata una tappa obbligatoria di vita, ma una scelta, io direi un progetto di coppia che può nascere dall’intimità e dalla condivisione oltre che dal desiderio del singolo. Difficilmente possiamo forzare l’altro membro della coppia o addirittura la natura ad andare in una direzione piuttosto che in un’altra; è un progetto bellissimo, ma troppo grande da portare avanti se non lo si desidera veramente e se non ci si sente pronti entrambi. Genitori si diventa, non lo si è per natura ed è un processo che tocca in ciascuno di noi corde assai profonde, può scatenare paure e senso di inadeguatezza. Può darsi quindi che il tuo compagno sia preoccupato di non poter essere un buon genitore, oppure che la cosa risvegli in lui cattive esperienze nell’essere stato figlio.
Il consiglio che ti dò è quello di affrontare con lui l’argomento con calma e delicatezza sapendo che per entrambi è un tema molto sensibile che coinvolge il “bambino” che c’è in voi e quindi la vostra sensibilità profonda. Provate a pensare al fatto che avere un figlio è una cosa bellissima, un magico progetto comune, un modo per vedere sé stessi negli occhi di una nuova creatura, ma soprattutto un atto di generosità, di altruismo e di gratuità. È importante che un bambino innanzitutto nasca in un terreno il più possibile libero da rancori, recriminazioni, costrizioni ed egoismi. Dopo averne parlato prendetevi del tempo senza pressarvi a vicenda e poi, se sentite che da soli è troppo difficile o oneroso o troppo carico di emotività, pensate che potete farvi aiutare da un professionista psicologo che faccia da mediatore o semplicemente da delicato accompagnatore nell’affrontare eventuali paure e resistenze. Dopodiché proseguite nel godervi con rispetto la bellezza della vita e, senza rimuginarci sopra, sarete naturalmente creativi e generativi come individui e come coppia.
a cura di BARBARA GIACOBBE (psicologa e psicoterapeuta)

BaNNER
Social media & sharing icons powered by UltimatelySocial