«Non si possono cambiare in corsa le regole del gioco»

Luca Crosetto: «Con le restrizioni sulla cessione del credito, a rischio migliaia di imprese del settore costruzioni. Occorre stralciare subito l’articolo 28»

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Confartigianato Imprese Cuneo ha lanciato da Marene un appello forte e chiaro al Governo affinchè provveda a stralciare l’art. 28 del decreto “Sostegni ter”, con cui si stanno mettendo a rischio migliaia di imprese e famiglie del territorio. Di fronte ad un folto gruppo di imprenditori e rappresentanti delle massime istituzioni, il presidente di Confartigianato Cuneo Luca Crosetto, con i suoi due vicepresidenti Daniela Ba­lestra, Michele Quaglia e il direttore Joseph Meineri, af­fian­cato dal presidente di Conf­artigianato Piemonte Giorgio Felici e dal vicepresidente na­zionale Do­me­­nico Massi­mi­no, ha sottolineato come l’intero settore “Costruzioni”, che a livello provinciale conta oltre 8300 imprese, sia in affanno a causa della nuova normativa entrata in vigore dal 7 febbraio, con la quale sono cambiate in corsa le regole del gioco.

Infatti, con l’emanazione del D.L. “Sostegni ter” e in particolare dell’articolo 28 che ha introdotto forti restrizioni al sistema delle cessioni del credito nelle operazioni legate alle agevolazioni di riqualificazione energetica ed edilizia degli immobili, di fatto, si è bloccata l’operatività di molte aziende dei settori dell’edilizia, dell’impiantistica e dell’indotto.
La situazione si sta rivelando particolarmente pesante per quelle imprese che hanno garantito ai cittadini di poter fruire delle agevolazioni, attraverso lo sconto in fattura o l’acquisizione del credito direttamente dal consumatore, e che ora si trovano con la difficoltà, se non l’impossibilità, di cedere a loro volta il credito, con negative ripercussioni sui flussi di cassa, sulla programmazione dell’attività aziendale e sulla tenuta occupazionale.

Alla conferenza stampa, organizzata simbolicamente in piazza Sinaglia, davanti ad uno dei tanti cantieri avviati proprio grazie al Bonus Edilizia, sono intervenuti il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio, insieme al consigliere regionale Paolo Demarchi, i parlamentari Marco Perosino, Giorgio Ber­ge­sio, Flavio Gastaldi e Mino Ta­ricco oltre a numerosi giornalisti di testate locali e regionali.

Nell’occasione, ai presenti è stato consegnato un documento nel quale sono riassunti i motivi per cui è indispensabile, per la tenuta del comparto edile, correggere l’articolo 28 del Decreto “Sostegni ter”: le imprese sono disorientate dai troppi cambi normativi “in corsa”, manca la stabilità normativa che è indispensabile per consumatori ed imprenditori, ed il solo annuncio sta bloccando il mercato, rischiando addirittura la compromissione dell’intera filiera. In gioco ci sono non solo danni economici, ma anche e soprattutto la reputazione delle imprese. Si sta dunque verificando un’emergenza non soltanto di liquidità, ma di programmi di sviluppo imprenditoriali e ad essere colpiti sono tanti operatori onesti e responsabili. Con questo decreto cresce la sfiducia verso un efficace strumento per la transizione green, si rallenta la corsa verso obiettivi di risparmio ed efficienza energetica, ed in particolare, l’accesso agli incentivi diventa elitario, perché adatto solamente alle gestioni delle imprese più strutturate.
Tali motivazioni, insieme alla richiesta di sollecitare l’immediato stralcio dell’articolo 28, ed eventualmente in subordine, di alzare a due le possibilità di cessione al credito, sono state riportate in alcune lettere, consegnate al presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio, ai parlamentari presenti e direttamente al Prefetto della Provincia di Cuneo, Fabrizia Triolo.

«Abbiamo voluto accendere i riflettori su una delle problematiche più gravi del momento, che rischia di sgretolare il percorso di ripartenza delle imprese», ha dichiarato Luca Cro­setto presidente di Confarti­gianato Imprese Cuneo. «Per colpire le frodi viene affossato uno dei tasselli fondamentali della nostra economia. Le imprese del settore edile, già fortemente provate dalla lunga crisi sanitaria ed economica, non possono reggere questo ennesimo cambio di passo delle regole. Gli effetti perversi, che tali norme in continuo cambiamento creano, sono molteplici. Oltre a provocare un blocco nell’operatività di tante im­prese oneste e responsabili, generano negative ripercussioni anche su cittadini e consumatori che hanno fatto affidamento sulla possibilità di utilizzare l’agevolazione per adeguare i propri immobili ai più elevati standard di efficienza energetica e di sicurezza sismica. È l’intero sistema virtuoso, fatto di imprese e cittadini onesti, di rinomati istituti bancari e realtà finanziarie, che rischia di frantumarsi con questa stretta governativa. Siamo pienamente d’accordo della necessità di colpire le frodi, ma non facciamolo mettendo in seria difficoltà la sopravvivenza dell’intero sistema imprenditoriale del nostro Paese».