Un’interprete versatile, che è stata diretta da grandissimi registi

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Ha recitato in pugliese, siciliano, milanese, napoletano e chissà in quali altri dialetti e accenti diversi. Ha interpretato la sfigata e l’aristocratica, l’arrampicatrice sociale e la donna in carriera, l’alcolista e la malata di mente. Ed è stata diretta dai più grandi registi (Mario Monicelli, Carlo Lizzani, Elio Petri, Luigi Comencini, Enzo Monteleone, Pasquale Festa Campanile). Ha lavorato in tv in fiction e serie di grande successo (“La Piovra”, “Il bello delle donne”, “L’onore e il rispetto”), ha fatto teatro dividendo la scena con colleghi come Elisabetta Pozzi, Pamela Villoresi, Elio de Le storie tese, è stata diretta da Giorgio Strehler, Lina Wertmüller, Andreè Ruth Shammah, Nanni Loy. E ha un bel palmares di riconoscimenti e premi (due David, un Nastro d’Argento, un Globo d’Oro e due Grolle d’Oro, senza dimenticare il Ciack dell’86 come miglior attrice protagonista per “Speriamo che sia femmina”, nel cui cast c’erano Catherine Deneuve, Liv Ullmann, Stefania Sandrelli. Però Giuliana De Sio lamenta la carenza di ruoli femminili nel nostro cinema e nella nostra tv e i ruoli preferisce sceglierseli da sola, anche in controtendenza e oltre il mercato, che però poi alla fine la premia. «Mi sento fresca come una rosa e ho un’energia che tiene incollati alla poltrona».