Dal 24 dicembre in Alta Valle Stura torna la Festo dou Tarluc

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La Festo dou Tarluc è una delle più longeve azioni promosse dall’Ecomuseo della Pastorizia di Pontebernardo. Il termine tarluc nella lingua d’oc indica il fenomeno per cui, da novembre a febbraio, in Alta Valle Stura, il sole sorge al mattino, scompare dietro la cima del monte ubac, per poi comparire nuovamente nel pomeriggio: in questo periodo l’alta valle ha, per così dire, due soli!

La Festo dou Tarluc è una festa celebrata nel cuore dell’inverno, stagione da sempre vissuta dalle popolazioni alpine con sentimenti contrastanti: come un nemico con cui fare puntualmente i conti, come un amico che fa nascere una sinergia tra l’uomo e i suoi simili e tra l’uomo e i propri animali. Un periodo fatto di silenzi e di pazienza, ma anche di pettegolezzi, di racconti, di risate al lume di candele nelle stalle scaldate dagli stessi animali: un momento carico di attese. Il sole è percepito come elemento dalle forti connotazioni ideologiche, sole inteso più come luce che come calore. La festa si svolge tradizionalmente nei giorni a cavallo tra la fine dell’anno e l’anno nuovo, e vuole essere un momento caratteristico, in cui è possibile vivere l’Ecomuseo a 360 gradi.

Al ricco programma dell’edizione 2021-2022, che si svilupperà dal 24 dicembre all’8 gennaio del nuovo anno, si aggiunge l’importante ricorrenza dei vent’anni dall’inaugurazione del percorso ecomuseale Na Draio per Vioure – Un sentiero per vivere.

Diversi saranno quindi gli appuntamenti e i momenti aggregativi e di comunità in tre bellissimi borghi dell’Alta Valle Stura, Sambuco, Pietraporzio e Argentera, dove tra Natale e l’Epifania, si alterneranno concerti di musica tradizionale, escursioni e degustazioni di prodotti tipici, ciaspolate accompagnate dal suono della tradizionale cornamusa, laboratori per grandi e piccini, e la distribuzione dell’anhel de pan (il tipico pane a forma di agnello).

Una delle attrazioni principali della Festo dou Tarluc sarà inoltre la tradizionale tosatura della pecora floucà, fatta da abili pastori e tosatori del territorio: in Valle Stura era infatti consuetudine, in occasione della tosatura invernale, lasciare tre o quattro ciuffi di lana, i floc, sul dorso della pecora, che veniva denominata la floucà. L’operazione riguardava solamente le femmine ed abitualmente l’ovino migliore, più mansueto, quello che seguiva fedelmente le orme del pastore ed aveva lo scopo di abbellire l’animale. Dietro l’insistenza dei bambini in un gregge les floucas potevano essere due o tre, benché fosse un lavoro difficile da realizzare, che richiedeva abilità e particolare attenzione per non compromettere il risultato finale. Anche la pecora nera, la feo nhiéro, così come la bizo, ossia quella con la lana color marrone chiaro, potevano essere abbellite con i floc.

Il primo evento è previsto venerdì 24 dicembre, in occasione della Santa Messa celebrata a Pontebernardo alle ore 24, che sarà animata da Simonetta Baudino e dalla musica tradizionale occitana. Giovedì 30 dicembre, alle ore 15 con partenza da Pontebernardo, escursione del gusto (all’interno del progetto Ecomusei del Gusto): ciaspolata sui sentieri dell’Ecomuseo e successiva degustazione di prodotti tipici del territorio presso la Locanda La Pecora Nera.

Domenica 2 gennaio alle 16.30, presso lo spazio incontri dell’Ecomuseo si terrà la conferenza “La lingua e la storia non conoscono confini” (all’interno del progetto [Oltre]passare il confine), un incontro tra il linguista e dialettologo Tullio Telmon e Stefano Martini, che dialogheranno sulla tematica del confine e della lingua occitana. Modera Rosella Pellerino di Espaci Occitan. Seguirà la presentazione della tesi di Laurea Magistrale di Paola Zenoni, dal titolo “Andata e ritorno. Flussi transfrontalieri sulle Alpi Sud-Occidentali” vincitrice della prima edizione del premio “Sguardi alt(r)i sulla Valle Stura” indetto dall’ufficio cultura dell’Unione Montana Valle Stura con il patrocinio del dipartimento di Culture Politiche e Società dell’Università degli Studi di Torino. Alla premiazione interverranno gli antropologi Adriano Favole e Laura Bonato.

Lunedì 3 gennaio, con partenza da Bersezio, la prima delle due escursioni in musica, accompagnate e animate da Davide Bagnis (giovane musicista della Valle Stura) e dal suono della sua cornamusa. Appuntamento alle ore 14 muniti di ciaspole!
Martedì 4 gennaio alle 15, sempre a Bersezio, laboratorio del gusto (all’interno del progetto Ecomusei del Gusto) presso la Pasticceria Bruno, un momento dedicato a piccoli e grandi golosi in cui si visiterà il laboratorio artigianale e si imparerà a creare buonissime caramelle. A seguire, merenda offerta ai partecipanti.

La vigilia e il giorno dell’Epifania saranno il cuore della Festo dou Tarluc: mercoledì 5 gennaio alle 16.30, presso la Chiesa di Pontebernardo, appuntamento con “Violas e pivas de Chalendas”, il concerto di ghironde e cornamuse di Natale, a cura di Sergio Berardo e Dino Tron. L’immaginario natalizio ha nella poetica pastorale uno dei suoi fondamenti di maggiore connotazione. I pastori che, nel Vangelo di Luca, vengono avvertiti della nascita da un angelo e si recano ad adorare il piccolo Gesù, sono i protagonisti indiscussi di un immenso patrimonio di rievocazioni, canti e rappresentazioni in ogni tradizione europea.

Nelle terre occitane, le composizioni musicali di questo tipo, dette novè, dai Pirenei alle nostre Valli, passando per Lengadòc, Auvernha, Lemosin, Dalfinat e Provença, si distinguono per la grande varietà e bellezza. Vengono eseguite con la più importante panoplia strumentale di tutto il panorama folk del continente: gli strumenti tradizionali occitani.

Dagli oboi ai flauti, dalle ghironde alle cornamuse (9 tipologie differenti, una realtà unica), questo grande giacimento di timbri, melodie, atmosfere trova proprio nel Natale e nelle sue musiche uno dei momenti di maggiore felicità espressiva. Sergio Berardo e Dino Tron, rispettivamente fondatore e membro storico di Lou Dalfin, presentano in questo concerto un viaggio attraverso questo fantastico mondo.

Le chabrettes di Peiregòrd e Lemosin, le violes dei nostri suonatori ambulanti, i flauti di Provença, le bodegas del Lengadòc, gli oboi pirenaici, la boha delle Landas, le musetas del Nord, il both della Val d’Aran e poi ancora arganin, semiton, armòni accompagneranno lo spettatore a conoscere un tesoro musicale in tutte le sue sfaccettature. Canti e musiche strumentali, marce e danze antiche, il tutto eseguito con strumenti diversi per ogni brano. Un invito a scoprire la grande tradizione d’òc nella sua complessità espressiva. Alle 21 Gran Ballo Occitano con Sergio Berardo e Dino Tron in Crousà a Pietraporzio. Il concerto e il ballo rientrano all’interno delle attività previste dal progetto [Oltre]passare il confine.

Nel giorno dell’Epifania il borgo di Pontebernardo sarà animato dalla rappresentazione della tradizionale tosatura della pecora floucà, presso il centro selezione arieti dell’Ecomuseo (ore 15), seguito dal laboratorio di feltro con Romina Dogliani (ore 16) e dalla distribuzione dell’anhel de pan ai più piccoli (ore 17).

I festeggiamenti del Tarluc si concluderanno sabato 8 gennaio a Sambuco, con la seconda ciapsolata musicata, alle ore 14. Tutte le attività sono gratuite su prenotazione al numero +39 347 151 8434 o a [email protected]. Per maggiori informazioni e dettagli tecnici sui percorsi delle passeggiate contattare la guida escursionistica al numero +39 334 533 6868 (Noemi Silvestro).

Nel periodo festivo sarà possibile visitare l’Ecomuseo della Pastorizia e il suo percorso ecomuseale Na Draio per Vioure, accompagnati dalla guida, nelle seguenti date: 24, 26, 27, 30 e 31 dicembre, 2, 5 e 6 gennaio, con orario 15-18.
Per tutte le attività che si svolgeranno al chiuso, per i maggiori di 12 anni sarà obbligatorio il Green Pass.

La Festo dou Tarluc è organizzata dall’Ecomuseo della Pastorizia e dall’Unione Montana Valle Stura in collaborazione con il Consorzio l’Escaroun, i comuni di Argentera, Pietraporzio e Sambuco, con il sostegno dalla Regione Piemonte L.R. 31/95, dalla Fondazione CRT e dalla Fondazione CRC.

c.s.