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Teresa Fessia «Miss a tredici anni»

“La bela trifulera” del 1966, oggi insegna musica, canto moderno e Jazz all’Istituto Musicale Città di Rivoli

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Teresa Fessia, originaria di Monticello d’Alba, oggi vive a Rosta, sulle colline tra Rivoli e Avigliana, ma spesso si reca a Marsaskala (Malta) dove condivide un’altra abitazione con il suo compagno, il pittore maltese Mario Zammit-Lewis.
La sua è stata una vita molto attiva e intensa, iniziata con un titolo di “Miss”.
Nel 1966, infatti, il ministro Pier Luigi Romita la incoronò reginetta della 36esima Fiera del Tartufo di Alba. All’epoca aveva appena tredici anni e non avrebbe potuto partecipare al concorso, che era riservato alle ragazze tra i 15 e 20 anni.

Teresa, ci racconta com’è diventata “La Bela trifulera 1966”?

In quell’anno venni nominata “Miss Monticello” e, con il carro del paese partecipai alla sfilata di Alba dove, con le altre reginette dei vari paesi, concorsi al titolo di “Bela trifulera”. Alla fine, fui io a aggiudicarmi il titolo».

Ma aveva solo tredici anni…
«Già! Innanzitutto non pensavo ci fossero dei limiti di età per poter accedere al concorso. Poi ero una ragazzina che, con il consenso del papà, si era ritrovata su un carro di cartapesta che raffigurava lo Sputnik».

E non se ne accorse, la giuria, della sua giovane età?
«Beh, a dir la verità ero abbastanza alta. Poi, le scarpe con un po’ di tacco, un paio di calze di nylon e un reggiseno imbottito fecero il resto».

Cosa le portò quel titolo?
«Iniziai a fare la fotomodella per caso, con un catalogo per la Vestebene e alcuni scatti per delle boutique di Alba. Do­po ciò pensai che la mia avventura artistico-professionale fosse conclusa. Invece, l’anno dopo, iscritta all’Isti­tu­to per Segretarie d’Azienda ad Alba, incontrai alla fine delle lezioni, il grande fotografo Enzo Agnelli, il quale mi chiese di posare per lui. Fu allora che conobbi anche suo fratello Aldo, l’allora giovanissimo assistente di fotografia Bruno Murialdo, Oreste Ca­val­lo, Mauro Masera e un grande fotografo tedesco di cui non ricordo il nome, e che iniziai a collaborare con questo team di fotografi superlativi. Molte foto vinsero importanti premi in giro per il mon­do. Parte del lavoro realizzato è documentato nel libro del Gruppo Fotografico Albese “Al­­ba-la Fotografia”, edito dal­l’Arti­stica Savigliano nel 1990».

Poi si trasferì a Torino…
«Sì. A Torino, dopo gli esami d’ammissione, mi iscrissi all’Accademia Albertina di Belle Arti dove conseguii il diploma in Scenografia, ma sempre continuando a lavorare come fotomodella a livello pubblicitario, con grandi fotografi e per importanti aziende: Fiat, Martini, Ferrero etc. Un rapporto privilegiato lo ebbi sicuramente con Mario Monge, con il quale vi era una grande sintonia artistica e di intenti. Gli scatti più felici furono i suoi, per la pubblicità o per racconti estetici e poetici che ci inventavamo. Ebbi anche la copertina dell’invito alla sua personale di Città del Messico, presso il Centro culturale Italia-Mexico. Parec­chie mie immagini, opera del fotografo Dario Lanzardo, sono pubblicate in “Immagini dal Rock” (Gruppo Editoriale Forma). Altre, di Claudio Cravero e Riccardo Galici, sono state esposte nel Foyer del Teatro Nuovo a Torino nella personale “Una modella per due fotografi”».

Ma la sua vera passione era un’altra…
«Nascere con una forte componente artistica ti fa avere molte passioni. Amavo il teatro, la fotografia, lo scrivere, la musica, la danza, il canto».

E in canto ha anche una laurea.
«Sì, ho una laurea in “Vocalità Afro-Americana” conseguita nel 2012 con Danila Sa­tragno, una delle più importanti didatte italiane, presso il Conservatorio Ghedini di Cu­neo. Ho poi frequentato svariati master e corsi inerenti al jazz, sia in Italia che all’estero. Ho avuto numerose esperienze nella musica leggera e come turnista in sala di registrazione (Francesco De Gre­gori, Patrick Samson, Wess, ecc), ho inciso per la “Going”, con gli “Avangarde” (Fessia, Cimino, Paire) e ho fatto parte degli “Skyline” (San­to­ro, Mari, Petracca, Penna), dell’Orchestra Stabile Città di Cherasco e con Grimaldi, Bernardo, Luongo ho fondato il gruppo vocale dei “Four Fellows”. Continuo ad insegnare Vocalità Moderna, Musica d’Insieme e Jazz a Rivoli. In questi ultimi anni di pandemia, ho messo a disposizione le mie competenze vocali nell’ambito della formazione teatrale e del doppiaggio».

E per il teatro?
«Ho fatto parte della Coo­perativa Teatrale Gran­ser­raglio per parecchi allestimenti, con tournée in giro per vari teatri italiani. Ho avuto esperienze teatrali con Gian­carlo Nanni, con la “Oscott Company” di Torino e con il Conservatorio Ghedini. In questi ultimi anni ho interpretato, per il Consevatorio Ghedini, il personaggio di Ada Zuckerman, in “Broad­way Broadway” un musical rappresentato anche al Teatro Eliseo di Roma. Sto sempre più apprezzando le possibilità che il teatro offre alla creatività e, nel 1999, ho curato la regia dello spettacolo “Flambeismifrap­pè”, di stampo dadaista, presentato nell’ambito delle manifestazioni per l’apertura della Torre Medioevale di Settimo Torinese. Mi sono anche cimentata con la sceneggiatura e la regia: “Ran­dom Cafè”, un recital pieno di humor e musica, e con alcuni spettacoli a tema sociale (Fem­minicidio, Shoa, Foibe) per il comune di Rivoli».

Tutto qui?

«Assolutamente no! Ho interpretato Teresa Tati nel film per RaiUno “Anni Duri” con la regia di Gian Vittorio Baldi e sono stata “testimonial” televisiva, per alcuni anni, di una nota azienda di arredamento. Nel 2008 ho scritto il romanzo breve “Vento da est” per le edizioni “La riflessione”».

Poi ci sono i frequenti viaggi a Malta.
«Sì, per stare un po’ con il mio compagno Mario. A volte io vado a Marsaskala, altre, lui viene a Rosta».
Una cosa è certa: Teresa Fessia non ha avuto certo il tempo di annoiarsi, tanto più se aggiungiamo un bel po’ di viaggi attorno al mondo.

Articolo a cura di Elio stona

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