“In un mondo che reputiamo costruito su basi sin troppo materiali, fatichiamo a credere che la parola conservi i suoi poteri magici”. Lo scrive Nicola Lagioia tra le pagine de “La città dei vivi” e, probabilmente, è la miglior espressione possibile per descrivere la forza umana, sociale, culturale di cui sono portatrici manifestazioni come “scrittorincittà” che mettono, appunto, le parole al centro. Ne è fortemente consapevole Cristina Clerico, assessore a Cultura, Pari Opportunità, Sport e Università del Comune di Cuneo, da sempre fervente sostenitrice della rassegna culturale cuneese, oltre che, come abbiamo avuto modo di scoprire durante l’intervista, «divoratrice di libri e… grafomane».
Assessore Clerico, domanda banale ma significativa: cosa rappresenta per lei “scrittorincittà”?
«Sono troppo di parte, ma non mi sottraggo alla domanda. Con orgoglio, posso dirle che amo “scrittorincittà”: è come se fosse uno dei miei figli».
Perché tanta ammirazione?
«Ho usato parole così affettuose né per retorica e neppure per sottolineare quanto sia stato impegnativo organizzare l’edizione di quest’anno, ancora condizionata dagli effetti della pandemia. L’ho fatto perché ho visto nascere e crescere questa manifestazione e, pertanto, ne conosco il valore e le peculiarità».
A proposito dell’edizione 2021, qual è l’aspetto che più la colpisce?
«Impossibile scegliere: il programma è ricco e di valore. Mi permetto, tuttavia, di segnalare alcuni aspetti toccati dall’evento che mi stanno particolarmente a cuore: il rapporto dell’essere umano con gli altri esseri umani e l’ambiente, perché è in questi legami che sta il senso della comunità, e la forza della cultura, espressa negli incontri della 23esima edizione soprattutto da Christian Greco, direttore del Museo Egizio di Torino, che con il suo approccio “smart” sa togliere la polvere anche da concetti, istituzioni e luoghi che appaiono decisamente “polverosi”».
Crede molto nel valore della cultura…
«La cultura ha un grande potere: può portare l’acqua e rendere fertili anche i terreni più aridi…».
Torniamo a “scrittorincittà” 2021: le altre peculiarità?
«Evidenzio con piacere anche gli appuntamenti che avranno per protagonisti i temi legati alla giustizia e allo sport sano e pulito, con ospiti di assoluto livello, come il magistrato Gian Carlo Caselli e Alessandro Donati, allenatore di atletica apprezzato in tutto il mondo per il suo impegno contro il doping».
Che risposta si attende dal pubblico?
«Mi attendo ottimi riscontri, come quelli che, d’altra parte, la manifestazione ha sempre ottenuto. Anche perché i promotori del festival sono stati bravi a mantenere il contatto con il pubblico pure durante i momenti più difficili della pandemia. E poi l’offerta abbraccia davvero tutti, dagli adulti ai più piccoli».
L’Amministrazione di cui lei fa parte crede e investe molto in iniziative come queste…
«Il settore culturale è centrale per Cuneo e “scrittorincittà”, in questo senso, rappresenta una delle vette più alte nell’ambito del nostro costante cammino di avvicinamento alla lettura. Crediamo che la lettura non sia soltanto una compagna di vita e un divertimento, ma uno strumento indispensabile per accrescere la responsabilità civica, abbattere le barriere e favorire la condivisione».
Come sostenete questo settore?
«In tanti modi, ma soprattutto con il grande progetto da quasi 20 milioni di euro per la realizzazione della nuova “casa dei libri” della nostra città. La biblioteca civica di Cuneo è la più antica del Piemonte e conta ben 320mila inventari, frutto di 200 anni di storia. Si tratta di un patrimonio inestimabile, che vogliamo ulteriormente valorizzare».
Il suo rapporto con la scrittura?
«Sono una grafomane! Da avvocato ho a che fare in ogni momento con la scrittura, ma non con quella “bella”… Anni fa correvo in bicicletta, avevo anche raggiunto buoni livelli: avrei volentieri “barattato” il talento sportivo con quello per la grande scrittura. Mi sarebbe piaciuto essere capace di trasmettere, con le parole scritte, le emozioni e il senso della comunità».
Sarà anche un’amante della lettura…
«Ho una forte dipendenza nei confronti dei libri. Leggo molto e di tutto, dai saggi (specie per prepararmi agli incontri di “scrittorincittà”!) ai capolavori della narrativa contemporanea. Negli anni, mi hanno fatto molta compagnia Gianrico Carofiglio, Jean-Claude Izzo, Concita De Gregorio, Marco Malvaldi e poi amo Nicola Lagioia, soprattutto grazie a “La città dei vivi”».
Come ha sviluppato queste passioni?
«Uno zio mi regalava spesso libri e poi ho avuto la possibilità di vivere la biblioteca civica. È stata un’opportunità preziosa, unica…».
È la stessa opportunità che volete regalare ai cuneesi (e non solo) con “scrittorincittà” e la nuova biblioteca?
«Sì. Perché i libri cambiano le vite, aiutano a crescere, a superare gli ostacoli e a mitigare le diseguaglianze. Non dimentichiamolo mai…».