Tante insidie lungo le strade cuneesi

Rispetto al passato la rete viaria della Granda è più sicura ma i rischi restano così come (purtroppo) le vittime

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C’è un’emergenza silenziosa nel nostro territorio, che continua a colpire le tante persone che si muovono con auto e moto ogni giorno. La situazione “precaria” di alcune strade cuneesi causa scontri, ferimenti e paura per chi si deve spostare, nella consapevolezza di dover sempre mantenere un occhio rivolto ai lati per scrutare un’improvvisa incursione di animali e l’altro sulla strada per evitare fondi dissestati e restringimenti delle carreggiate. Il dato che emerge analizzando i fatti di cronaca è impressionante: nei primi sei mesi del 2021 (e si tenga conto del fatto che in alcuni di questi mesi vigevano ancora le restrizioni agli spostamenti legate alla pandemia), sulle strade delle provincia di Cuneo, sono morte 18 persone. Un numero (purtroppo) in linea con quanto rilevato nello stesso periodo del 2019 e quasi raddoppiato rispetto al 2020 (ma qui gioca l’effetto lockdown). L’Ufficio Stampa della Pro­vincia di Cuneo, da oltre vent’anni, si occupa di monitorare questi numeri. E seppure innegabilmente la curva sia scesa in maniera sostanziale (nel 1998 le morti furono in tutto 138, nel 2019 44) questi calcoli non tengono conto dei ferimenti e dei danni economici causati dagli incidenti. Certo, non è solo colpa delle strade: mettiamoci le imprudenze, gli eccessi di velocità e l’uso dei cellulari; non dimentichiamo poi quanto sia grande il nostro territorio, costituito principalmente da piccoli centri isolati con stradine poco presidiate. Ma tutto questo non può giustificare una situazione che vede molte direttrici importanti in condizioni assolutamente precarie e critiche, dove quotidianamente si rischia addirittura la vita.