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Un’esperienza di vita profonda tra chitarra e buddhismo

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La storia d’amore tra Andrea Riggi e la musica nasce presto: «Mi ci sono avvicinato da bambino», racconta, «Per ragioni familiari, giornalmente mi recavo da Albenga a Garlenda in auto: ascoltando la musica dell’autoradio, cantavo e… viaggiavo sulle note. E dire che a scuola la musica era per me materia abbastanza ostica». Quand’è sbocciato l’amore vero? «La prima canzone l’ho scritta a 12 anni, ma all’epoca non vedevo la musica come qualcosa che avrebbe potuto dare una svolta alla mia vita. Mia sorella mi regalò un lettore Cd ed Mp3, che da quel momento divenne un amico inseparabile. A 17 anni mi comprai una chitarra. Chiesi quella che costava meno, perché non me la potevo permettere. Così come le lezioni: iniziai a studiare da autodidatta». Siamo ancora in Liguria, sempre nella “sua” Albenga: «L’anno dopo, al Centro Giovani Albenganese, offrivano lezioni gratuite di canto. Imparai molto. Poi mi trasferii per un periodo a Malta, continuai a studiare con l’aiuto di un maestro e iniziai ad abbozzare qualche canzone. Nel 2016, tornato in Italia con il desiderio di iniziare l’università, per colpa della burocrazia non riuscii ad iscrivermi. Allora tornai a lavorare per pagarmi le lezioni musicali». Poi, le prime esperienze di palcoscenico: «Attraverso il Centro Giovani di Loano entrai a far parte di una band. Fu il mio primo assaggio di musica d’insieme. Il mio obiettivo era quello di essere accettato come un buon musicista, lì arrivarono le prime soddisfazioni». Nel frattempo abbraccia la fede buddhista («Fondamentale per ampliare le conoscenze sulla vita»), continua il suo lavoro nella grande distribuzione, arriva ad Alba, dove la sua vita, anche musicale, cambia.