Intesa Sanpaolo, i risultati di bilancio al 30 giugno: l’intervento del CEO Carlo Messina

0
343
Carlo Messina

Nel presentare i risultati dei primi sei mesi del 2021 di Intesa Sanpaolo vorrei rinnovare l’auspicio di un 2021 quale anno di superamento della pandemia da COVID-19 e di forte ripresa a livello globale e in particolare in Italia. I dati del PIL dimostrano che il nostro Paese si sta muovendo nella giusta direzione. Non dobbiamo, però, perdere di vista le gravi conseguenze provocate dall’emergenza sanitaria, sociale ed economica in termini di
diffusione della povertà e aumento della disoccupazione, in particolare femminile e giovanile.

Per avvicinarci ai livelli di occupazione degli altri grandi Paesi europei dobbiamo puntare
sui solidi fondamentali della nostra economia: l’elevata ricchezza delle famiglie italiane,
pari a 10.900 miliardi di euro, di cui 4.800 rappresentata da attività finanziarie; le nostre
imprese manufatturiere, dotate di bilanci assai più solidi rispetto ai livelli precedenti la crisi
del 2008; l’eccellenza del nostro export, in grado di superare, negli ultimi 5 anni, quello
tedesco per oltre 8 punti percentuali.

Il forte supporto derivante dai pacchetti di misure del Governo e la grande opportunità per ridisegnare il sistema produttivo rappresentata dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza
(PNRR), con gli oltre 200 miliardi focalizzati in particolare sugli investimenti nel digitale e
nell’economia ambientale, sono le basi per dare vita a una economia più forte, in grado
di sostenere stabilmente livelli di crescita del PIL maggiori di quelli a cui siamo abituati.
Noi, come Intesa Sanpaolo, anche in questo delicato momento per il Paese siamo pronti
ad essere un punto di riferimento per una crescita sostenibile e inclusiva grazie agli oltre 400 miliardi di prestiti a medio e lungo termine che renderemo disponibili a imprese e famiglie nell’arco temporale del PNRR.

Il ruolo di forte spinta alla ripresa della crescita che Intesa Sanpaolo potrà giocare si basa
sui livelli di efficienza, redditività e solidità, che ci collocano ai vertici di settore in Europa.
Lo dimostrano gli esiti del recente stress test EBA: anche nello scenario avverso dello la
nostra patrimonializzazione si colloca ben al di sopra dei requisiti regolamentari, con un Fully phased-in CET1 Ratio del 10% una volta considerata la cessione – già avvenuta – delle filiali UBI a BPER e la neutralizzazione dell’impatto relativo al programma di incentivazione a lungo termine LECOIP.

L’utile netto, pari a 3 miliardi di euro, rappresenta il miglior dato – come primo semestre – a partire dal 2008. Un risultato molto significativo – che non beneficia ancora delle sinergie
derivanti dall’integrazione con UBI Banca stimate a oltre 1 miliardo – perfettamente in linea
con l’obiettivo di un risultato netto almeno pari a €4 miliardi nel 2021. I proventi operativi netti sono i più alti di sempre (+1,7% vs 1sem. 20) grazie al miglior primo semestre di sempre per le Commissioni (+13,2% vs 1sem.20). La significativa riduzione dei costi operativi (-2,3% vs 1sem.20), la riduzione di 1,6 miliardi dei crediti deteriorati lordi nei primi sei mesi con il più basso flusso di crediti deteriorati del 1 semestre di sempre, lo stock di crediti deteriorati e NPL ratio ai livelli più bassi dal 2007, il Common Equity ratio pari a 15,7%, ben al di sopra dei requisiti regolamentari anche nello scenario avverso dello stress test EBA, ci collocano ai vertici di settore permettendo una significativa remunerazione dei nostri azionisti.

Oltre ai 694 milioni di dividendi cash pagati a maggio 2021 prevediamo una ulteriore
distribuzione di 1,9 miliardi da riserve da pagare il 20 ottobre 2021e 1,4 miliardi da pagare,
sotto forma di interim dividend, il 24 novembre 2021. Dei 4 miliardi di dividendi complessivamente erogati nel 2021, circa 1,5 miliardi sono direttamente a favore delle fondazioni bancarie – a sostegno della loro azione inclusiva a sostegno del territorio, delle iniziative sociali e culturali e delle persone in difficoltà – e a favore di famiglie e privati. A questo importo, si aggiunge il beneficio indiretto per l’economia reale derivante dal fatto che gran parte degli investitori istituzionali nostri azionisti che beneficiano dei dividendi gestiscono i risparmi di famiglie e privati. Dal 2014, senza considerare le distribuzioni previste per questo autunno, abbiamo distribuito ai nostri azionisti un totale di 15 miliardi di euro.

La forza del nostro bilancio ci consente di assicurare un impatto concreto sull’economia e
sulla società: dal 2014 sono circa 128.000 le imprese italiane che abbiamo sostenuto nel
percorso di rientro in bonis (circa 5.000 nel solo primo semestre dell’anno), le sospensioni su finanziamenti a famiglie e imprese è stata pari a un valore di 109 miliardi, i prestiti erogati con garanzia statale sono stati pari a 29,5 miliardi, mentre quelli concessi con garanzia SACE sono stati pari a circa 10 miliardi. Proseguiremo negli interventi volti alla riduzione del disagio socioeconomico causato dalla pandemia destinando 150 milioni, ovvero il 50% del nostro Fund for Impact, a nuovi progetti e iniziative.

La capacità di Intesa Sanpaolo di raggiungere e superare gli obiettivi, anche in un periodo
di eccezionale complessità, è dovuta alla qualità professionale delle sue persone, e
contiamo sul loro contributo nell’elaborazione del Piano d’Impresa 2022-25 che
presenteremo il prossimo febbraio e che vedrà la conferma di Intesa Sanpaolo come
motore della crescita sostenibile e inclusiva, grazie al profondo radicamento della Banca
dei Territori nell’economia italiana, alla solidità della divisione IMI C&IB e all’unicità del
modello di business “Wealth Management and Protection Company”. Le Banche Estere si
concentreranno per essere sempre più leader nei Paesi in cui operano, in particolare dove
hanno quote di mercato significative. La sostenibilità sarà confermata elemento strategico.
Il Capitale Umano rimarrà una delle chiavi del nostro successo. Particolare importanza
avranno il fintech e gli investimenti nel digitale. Le misure da mettere a disposizione
dell’attuazione del PNRR ricopriranno un ruolo centrale, mentre un focus sempre maggiore
verrà riservato agli aspetti ESG, al ‘green’, al digitale, alla crescita inclusiva, alla salute e alle nuove generazioni.

cs