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Frankie Hi-Nrg: «La musica serve per tirarsi fuori»

Il rapper torinese racconta le sue aspettative

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È stato un Frankie Hi-Nrg Mc da “standing ovation” quello che si è esibito nel cortile di Palazzo Traversa, a Bra , in un concerto dedicato alla grande musica Jazz. Il torinese, siciliano d’origine, tra i più grandi rapper italiani (sul palco) si è esibito con la band “AljazZeera” e la tromba suonata da Giorgio Li Calzi.

“Estate 2020” (scritto sei anni dopo il precedente brano) e “Nuvole” sono gli ultimi suoi singoli. Il primo racconta un’estate italiana surreale vissuta in bilico tra speranza e luoghi comuni. Alla ricerca di un rifugio sicuro, che si rivela essere solo ed esclusivamente nella nostra mente. Il secondo si focalizza sull’esperienza del lockdown, descrive questo periodo di solitudine, che coincide con profonde crisi, psicologiche ed economiche. «Una sorta di esorcismo dalla paura del buio che ci stava attorniando», ha spiegato. Nel 2016 aveva annunciato attraverso i social la pubblicazione del brano “Unti e bisunti”, sigla del film di Chef Rubio “Unto e bisunto”, trasmesso su Dmax. Nel videoclip, diretto da Gaetano Morbioli, appaiono le atlete paralimpiche italiane Bebe Vio e Martina Caironi.

Frankie, con lei la grande musica jazz è arrivata anche a Bra…

«Il titolo della serata era “Frankie Hi-Nrg Mc vs AljazZeera”, perché sono ar­rivato a rovinare tutta la nobiltà del jazz con le mie rime. Siamo frutto di un incidente, un urto causato scientemente da Giorgio Li Calzi, quando ci ha messi insieme per il Torino Jazz Festival del 2017. In questo urto io arrivavo dall’hip hop, gli AljazZeera dal jazz; le mie parole si sono mischiate alla loro musica e il risultato è questo strano sabba di note. Di sicuro, è venuto fuori un qualcosa di bello, perché i ragazzi sono ottimi musicisti, poi c’è Giorgio Li Calzi con la sua tromba e i suoi effetti incredibili che ci accompagna. Vien fuori uno spettacolo sorprendente, divertente, curioso!».

“Solo un rapper, ma di quelli d’una volta”, recita la sua biografia sul profilo In­stagram.

«È un dato oggettivo. Il testo di “Fight da faida” ha compiuto 30 anni: l’ho scritto il 21 giugno del 1991. Ultima­mente ho conosciuto molti giovani “mc” che fanno hip hop con una fluidità diversa rispetto a quella di una volta. Ho trovato persone di grandi contenuti, piene di valori e capaci di sciorinarli con scioltezza. Cose che io ho acquisito con il tempo. Un “mc” co­me Speranza racconta la vi­ta in maniera cruda e sincera».

Cosa significa fare musica oggi?
«Vuole dire fare musica, indipendentemente da quello che accade attorno. Si fa musica sotto i bombardamenti, nelle carestie. La musica serve per tirarsi fuori. Adesso si sta facendo musica e ne sta u­scendo di interessante. So­prattutto la lunga pausa forzata ha incoraggiato a pensare a nuova musica. Magari, avremo delle sorprese».

È pure autore e compositore.

«Il fatto di poter collaborare con altri artisti è la soddisfazione più grande. Incrociare le proprie esperienza, sulla base della musica e dell’espressione, è la bellezza della musica».

“Quelli che benpensano” e “Fight da faida” hanno lasciato il segno.
«La realtà, rispetto all’epoca di “Fight da faida”, è cambiata. Quando l’ho scritta, i giudici Falcone e Borsellino erano ancora in vita. Però, non esisteva Libera e tante altre realtà che hanno condotto e conducono la lotta alla mafia dal basso, motivando le persone e i giovani. Sono successe cose brutte e molte cose belle. Oggi c’è una diversa coscienza di quello che sono i fenomeni mafiosi. Per “Quelli che benpensano”, sembra sia andato tutto peggio. Io avevo esagerato nel testo, calcando la mano ed esasperando la realtà. Mica pensavo che la prendessero come istruzioni per l’uso! È colpa di tutti noi, e non merito mio, se la canzone è ancora così attuale».

Bra, Langhe e Roero: Frankie Hi-Nrg Mc cosa ne pensa?

«Sono territori che affascinano esteticamente e poi c’è la componente enogastronomica che gioca un ruolo evidentemente fondamentale. Per­sino un astemio gode in queste terre e magari inizia pure a degustare. Qui si può farlo bene o benissimo».

BaNNER
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