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«Web e tracciabilità: si apre una nuova fase»

Marcello Cavallo e Cristina Allisiardi, presidente e direttore del Miac, presentano i progetti del polo cuneese

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Per praticità lo si chiama sempre Miac, ma il Mer­­cato In­gros­so Agro­­ali­men­­tare Cu­­neo è un centro per la promozione della ricerca, per lo sviluppo e la valorizzazione dei pro­dotti che va oltre il si­gni­ficato dell’acronimo che lo rappresenta. Le considerazioni del suo presidente, Mar­cello Cavallo, e del suo direttore, Cristina Allisiardi, non lasciano spazio a dubbi. In estrema sintesi: il Mercato In­grosso Agro­alimentare vuo­le aprire un nuovo capitolo, ricco di servizi e attività, che lo renderà da un lato punto di ri­fe­rimento sempre più autorevole e qualificato per i soci e, in generale, per le aziende agroalimentari della Granda (ma non solo) e dall’altro una grande opportunità di crescita a disposizione dell’intero territorio piemontese.
Il punto di partenza è un cambio di “pelle”, fatto di tanti progetti concreti, che è già in atto. Sì, perché il Covid ha creato nuove situazioni a cui è necessario rispondere tempestivamente. «Il Miac ha iniziato un nuovo corso», spiega il presidente Ca­vallo, «Anche a causa della pandemia la tradizionale attività legata al bestiame si è ridotta di molto e, pertanto, insieme ai nostri soci, ci siamo mossi per intraprendere nuovi percorsi che consentano alla nostra realtà di rinnovare la propria mission, finora basata prevalentemente sul mercato bovino». Non si tratta di un allontanamento dalle attività originarie legate alla filiera dei bovini, ben­sì di un “aggiornamento” per re­stare al passo con i tempi e, soprattutto, rispondere con efficacia alle necessità di aziende, enti e privati. «Siamo al lavoro», precisa Cavallo, «per attivare in tempi rapidi una piattaforma web che consenta di vendere online sia i bovini che le altre eccellenze agroalimentari no­strane». «Il Mercato vuole infatti essere sempre più al servizio del territorio e delle imprese che ne fanno parte, in modo da rispondere in maniera funzionale e tempestiva alle singole istanze», ha aggiunto il direttore Cristina Allisiardi.
Le altre novità riguardano lo sviluppo, a fianco del canale di vendite online, di ulteriori progetti legati alla logistica e alla ricerca scientifica per finalità alimentari, con un’attenzione particolare agli aspetti salutistici e di sostenibilità ambientale.
Continuerà a giocare un ruolo centrale l’insieme di attività che caratterizzano il Polo Agrifood del Miac, uno dei sette centri per l’innovazione della Regione Pie­monte, oltre che membro del Cluster Nazionale Agri­food, a cui sono attualmente associate oltre 200 aziende. «Una delle nostre priorità», ha osservato il Direttore, «è svolgere nel mi­gliore dei modi il ruolo di facilitatore per incentivare l’attuazione di politiche di innovazione e favorire l’incontro tra le imprese, le associazioni di categoria e i centri di ricerca con cui collaboriamo». Vanno in questa direzione alcune iniziative che sono già state concretizzate e che mettono al centro innovazione, tracciabilità e sostenibilità. Tra queste spicca il progetto che consente, attraverso l’uso di strumenti digitali (come il Qr Code), di ricostruire la filiera dei singoli prodotti. «Con tale servizio, che peraltro prevede la validazione dei dati tramite tecnologia Block­chain», evidenzia Alli­siardi, «si tutelano i consumatori e si valorizzano le aziende».
Altrettanto significativi, in fatto di sostenibilità e tracciabilità, so­no il progetto “Smaq”, pro­mos­so con il sostegno della Fon­dazione Crc e il supporto del­l’Università di Scienze Ga­stro­no­miche di Pollenzo e l’Uni­versità di Torino, le attività svolte dal laboratorio del Miac attivo presso il Politecnico di Mon­dovì, che si concentra soprattutto sul packaging sostenibile, oltre alle intense collaborazioni con Agrion e Confartigianato Cu­neo, «a cui auspichiamo di ag­giungerne ulteriori a breve», dicono dal Miac. Tut­to ciò senza dimenticare i progetti, per la trasformazione dei prodotti a livello locale, pensati nell’ambito delle risorse del Re­covery Fund e le strutture “fisiche”: una parte di esse verrà destinata ai camperisti. «Il Miac sta cambiando pelle per essere sempre più “risorsa” e intercettare al meglio le istanze di soci e territorio», conclude Cavallo, «L’im­pegno per fare bene è massimo». I numeri del piano industriale presentato ai soci lo confermano: il pareggio di bilancio è realtà.

BaNNER
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