Cambio di look per il team Go Eleven in vista del Mondiale 2021: dal classico rosso Ducati abbinato al giallo e al bianco si è passati al celeste. Gianni Ramello, team principal, traccia e anticipa le linee guida di un anno che ha voglia di raccontare nuove sfide.

Da pochi giorni è stata presentata la stagione 2021 del Team Go Eleven. Quali le novità salienti signor Ramello?
«Principalmente le novità sono il pilota e la moto. Da quest’anno avremo un modello full factory 2021 quindi un mezzo altamente performante ed identico alla moto ufficiale. Inoltre potremo anche usufruire del supporto diretto della casa madre con inserimento di tecnici Ducati. Queste peculiarità ci permettono di “godere” praticamente delle stesse condizioni del Team ufficiale».

Il vostro esordio risale al 2008. In questi 13 anni, signor Ramello, quali sono stati gli eventi determinanti per la vostra crescita?

«Il progetto è partito con calma ma ha idee ben chiare. Non abbiamo mai voluto bruciare le tappe, preferendo dare il là ad una crescita costante e soprattutto testimoniare l’immagine di un team serio, che unendo enormi sacrifici e tanta professionalità ad un ambiente familiare, potesse raggiungere degli obiettivi importanti. Il passaggio in Ducati, nel 2019, è stato sicuramente determinante; la moto anche in versione, per così dire, “clienti” è comunque molto competitiva e, se hai un buon pilota, puoi fare dei risultati. Entrare in Ducati ti permette di far parte di un mondo diverso; nessuna casa fornisce un’immagine comparabile a Ducati al team privato. È altresì vero che da solo non avrei mai potuto fare tutto: l’aiuto costante da ormai undici anni di Denis Sacchetti, il team manager, che ha sposato il nostro progetto fin dall’inizio, credendo in noi quando eravamo un piccolo team appena entrato, e negli ultimi tempi l’inserimento di Elia, mio figlio, che con il suo ruolo di team coordinator e ad­detto alla comunicazione sta fa­cendo crescere fortemente il nostro brand sui social e nei rapporti con i media. Mi piace pensare, però, che la nostra crescita sia appena iniziata e che il futuro abbia ancora tante pagine da scrivere per Go Eleven!».

Sul fronte dei piloti la stagione vedrà in sella Chaz Davies. Come è maturata la scelta?
«Scelta… un po’ obbligata diciamo! Dopo la eclatante stagione di Michael Rinaldi, la Ducati lo ha voluto nel team ufficiale anche se a me sarebbe piaciuto molto fare ancora una stagione con lui. Rinaldi è molto forte, ha un carattere splendido, si era creata una sinergia incredibile ma è giusto così; ha avuto l’opportunità e doveva sfruttarla. Nell’occasione ho lanciato l’amo chiedendo la possibilità di avere Chaz Davies, sapendo che non era una cosa facile portare un pilota come lui in un team privato. Ma Chaz è sempre stato uno dei miei idoli della Sbk, un pilota fortissimo, uno staccatore eccezionale e una persona semplice e molto educata… Non potevo scegliere altri, se non in caso di “porte chiuse” da parte sua o di Ducati… invece è andato tutto nel migliore dei modi e ora abbiamo Chaz».

La cosa più importante in questo 2021 sarà dimostrare voglia di vincere e….?
«La voglia di vincere fa parte del Dna di ogni sportivo, di ogni team di qualunque sport. E più vinci e più vuoi vincere, ma non è né scontato né semplice. Go Eleven corre con tanta passione, con il desiderio di esserci comunque, di essere un riferimento come team privato per tutti… La dimostrazione che con la tenacia puoi arrivare a ciò che desideri. Non voglio e non vogliamo fare previsioni di alcun tipo, desidero solo che il pilota sia contento e felice di stare con noi, che corra con la mente libera da ogni tipo di pressione e che continui a divertirsi sulla moto, facendo quello che più ama. Voglio che tutto il team, pur con grande professionalità, crei una sinergia perfetta, un in­sieme misto di capacità e divertimento. Ogni sport deve essere divertimento per chi lo fa e per chi lo organizza o vi partecipa indirettamente. Così, solamente così, potremo fare la differenza».

Il vostro legame con Ducati si è rafforzato in vista della stagione 2021. Come è stato possibile e quali caratteristiche comporta?
«Non so rispondere esattamente. Noi abbiamo cercato di dare il massimo e fare del nostro meglio, ma soprattutto abbiamo sfruttato al 110% una moto che era del 2019 riuscendo a dimostrare che se tutto funziona si può fare un grande campionato. Abbiamo portato il titolo mondiale Team Indipendenti alla Casa Madre oltre ad averlo vinto anche come team e pilota. L’anno scorso abbiamo ascoltato molti buoni suggerimenti, cercato di capire e imparare al meglio le procedure Ducati. Sono convinto che abbiano creduto in noi e nelle nostre capacità altrimenti non sarebbe arrivato uno come Chaz. Tanto resta da fare: dobbiamo dimostrare con loro di essere sempre all’altezza e di fare il possibile per portare con i nostri risultati il titolo mondiale costruttori che da tanto tempo manca alla Ducati. Devo dire un grazie a Dall’Igna e Ciabatti ,credo che le loro scelte siano state determinanti per partire con questa operazione».

Tra le novità ci sono anche tante sponsorizzazioni di valore e primo piano…
«Sì, abbiamo un nuovo main sponsor, Aruba Fibra, che campeggia in bella vista sulla moto. L’azienda ha supportato con grande impegno economico l’ope­razione, siamo ri­masti veramente sorpresi e colpiti da questo loro investimento. Non dobbiamo deluderli… Penso sia doveroso ringraziare l’ad Stefano Cecconi e tutta l’azienda che ci permetterà di correre con moto full factory e con una enorme quantità di materiale… Hanno creduto in noi e nell’operazione, ora spetta a noi dare la massima visibilità e il massimo impegno, sempre. Poi, si sono aggiunti anche nuovi sponsor che hanno puntato sulla nostra immagine, ma non possiamo certo dimenticare chi ha sempre supportato il nostro Team negli anni. La loro fiducia ci ha permesso di arrivare dove siamo arrivati. Questo è un enorme grazie a tutti… e come team non abbiamo modo di ricambiare se non dando spettacolo in pista!».

Quale l’avversario che temete di più? E quale il circuito che pensate sia meno difficoltoso?

«Sono tanti i piloti forti… Guardan­do al passato anche più prossimo il primo da temere è Rea, un campionissimo, un pilota fortissimo, sia nella guida che nella mente, difficile da battere. E poi c’è Redding che sarà della partita, così come il nostro ex pilota Michael Rinaldi, Van der Mark o Razgatlioglu e da non dimenticare l’americano Gerloff che è cresciuto moltissimo. La Sbk è tosta… il livello ora è veramente alto e non sarà per nien­te facile. Sui circuiti non so… Chaz ha vinto ovunque, ma sicuramente Barcellona, Estoril e Aragon sono circuiti a lui favorevoli!».

Previsioni di classifica?

«Lasciamo stare, le previsioni poi non vanno mai come sperato…Vogliamo divertirci…a fine stagione tireremo le somme!».