Le voci dalle Langhe regalano emozioni

È stato dato alle stampe il nuovo libro di Donato Bosca che racconta vite lontane ma ancora vicinissime

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Da alcuni giorni, nelle librerie, è disponibile il libro “Voci dalle Lan­ghe” (Editrice Ti­pografia Bai­ma-Ronchetti, 2021), curato dal dirigente scolastico e profondo conoscitore della storia locale Donato Bosca, in collaborazione con Fondazione Ra­dici, Associazione Arvangia e Bru­no Mu­rialdo, che ha realizzato un racconto e le fotografie.
L’opera comprende dieci interviste, die­ci racconti di vita di grandi personaggi che con il territorio di Langa hanno avuto uno stretto rapporto, o per via di nascita o per amicizia.
Per un decennio, a partire dal 1980, diversi testimoni del passato hanno parlato delle loro esperienze nell’ambito di una iniziativa nata dalla volontà di Donato Bosca e di Enrica Zin­gale, allora rispettivamente preside e insegnante alla scuola media di Neive.
Tutte interviste a cuore aperto ma forse anche di più: una sorta di confronto con le nuove generazioni di ragazzi delle scuole di Diano d’Alba, Mango e Neive, che con vivo interesse han­no voluto conoscere le storie e le vite di un tem­po, lontane per certi versi ma ancora vicinissime. O quasi.
La narrazione fluisce fresca, lim­pida. Emer­gono aspetti sconosciuti sulle vite di Beppe Fenoglio (grazie ai ricordi di Placido Canonica, Ugo Cerrato e Mar­gherita Fac­cen­da, quest’ultima mam­ma di Bep­pe Fenoglio) e di altri grandi scrittori come Nuto Revelli, Davide Lajolo, Franco Piccinelli e Lidia Beccaria. Pi­nolo Scaglione, il Nuto de “La luna e i falò”, si sofferma sulla sua amicizia con Cesare Pavese. Au­gusto Manzo racconta le sue partite di pallapugno e di quel che ci gi­rava attorno. Ma­rio Rigoni Stern, che di Re­velli è stato amico, ri­vela alcuni spunti della vita di famiglia sull’altopiano. Trovano poi spazio bellissime fotografie di Bruno Mu­­rial­do, la cui famiglia è originaria di quelle colline, scattate tra gli an­ni Set­tanta e Ot­tan­ta del se­colo scorso: volti e situazioni in gra­do di farci per­ce­pire le atmosfere di quegli anni.