«Ho tradito, mi sposo e dopo confesso»

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Caro allegro chirurgo, mi rivolgo a lei non per avere un consiglio, per condividere una lamentela e per sollevare un problema. Scrivo per fare, attraverso questa rubrica, una promessa a me stesso e, senza che lei lo sappia, alla mia fidanzata. La prossima primavera ci sposeremo, a coronare una relazione di coppia nata cinque anni fa. Sono stati cinque anni non sempre idilliaci e, per quello che mi riguarda, devo ammettere di non essermi comportato sempre bene. All’inizio ero innamorato perso, non vedevo che lei; poi, intorno al quarto anno, è subentrata un po’ di noia, in conseguenza della quale l’ho tradita. Non con una sua amica, come da copione, o una mia ex, ma con una ragazza sua conoscente.
L’ho fatto, me ne sono reso conto dopo, più per il gusto di trasgredire e per l’adrenalina derivante dal rischio di essere scoperto che per un’irresistibile trasporto nei confronti dell’altra. Comunque sono andato avanti per quattro mesi, senza mai pensare di lasciare la mia fidanzata per l’altra, ma provando gusto nel tenere il piede in due scarpe.
Poi è successo che un giorno, senza alcun preavviso, la mia ragazza mi ha chiesto di sposarla. Io mi sono fatto un bell’esame di coscienza, ho pensato bene alla possibilità o meno di compiere questo passo e mi sono detto di sì, che ne valeva la pena. Così ho deciso che avrei smesso di tradirla da quell’istante. Ho incontrato l’altra per dirle che non ci saremmo visti più; sono stato fermo nelle mie posizioni, convinto di voler rigare dritto. E così è stato. Adesso non vedo l’ora di sposarmi, confessarle il mio tradimento, chiederle perdono, rimanerle fedele in eterno e vivere per sempre felici e contenti. Questa è la promessa che sento di fare.
Lettera firmata (Cuneo)