Il medico saluzzese Corrado Lauro dopo aver ricevuto il vaccino: “2020 drammatico, ma ora c’è clima di positività”

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Corrado Lauro, 57 anni, medico saluzzese da trent’anno al servizio dei pazienti dell’ospedale Santa Croce e Carle di Cuneo, è stato tra i primi 80 a ricevere il vaccino per il Covid-19 nell’ormai storico 27 dicembre appena trascorso.

Una svolta nella lotta alla pandemia che Lauro ha saputo rimarcare sui social ed attraverso le parole rilasciate ad Ideawebtv.it.

Dott. Lauro, finalmente il vaccino di cui lei è un grande sostenitore. Che aria si respira dopo il 27 dicembre?

“Finalmente c’è un clima di positività. Questo vaccino è la prima risposta concreta al Covid-19 su dati scientificamente provati che, seppur ancora parziali, ci forniscono un’arma contro questa pandemia efficace e molto poco rischiosa. Va rimarcato che questo vaccino non è una cura, bensì una prevenzione e come tale è rivolta a tutta la popolazione.”.

Quanto è importante il segnale che medici ed operatori sanitari stanno dando con questa massiccia adesione al vaccino?

“E’ importantissimo. Medici, infermieri ed operatori sanitari hanno la fortuna e l’obbligo di andare avanti per primi in modo da dimostrare la necessità e l’importanza di questo vaccino a chi non ha strumenti tecnici per valutarne la bontà: questa è la migliore risposta agli scetticismi ed i dubbi, più che legittimi, che attanagliano ed annebbiano il pensiero di molti.”.

Com’è stato questo 2020 dalla corsia di ospedale?

“E’ stato un anno drammatico. Soprattutto per chi ha perso dei famigliari o ha vissuto sulla propria pelle la malattia. Diciamo che siamo stati tutti in trincea, ogni singolo reparto dell’ospedale è stato interessato da questa pandemia, vuoi direttamente o per riorganizzazione. Abbiamo cercato in tutti i modi di mantenere attivi i servizi ospedalieri per le patologie urgenti ed oncologiche “non Covid-19″ e questo è stato un grande sforzo che ha prodotto altrettanta grande soddisfazione. Proprio per questo il vaccino non è solo una risposta alla pandemia, ma un aiuto alle strutture sanitarie di tutto il mondo”.

Soddisfatto di come sia stata gestita l’emergenza dal punto di vista governativo?

“Non credo si possa imputare nulla di specifico a chi ha gestito l’emergenza sia a livello regionale che nazionale. Abbiamo assistito ad una crisi che ci ha reso tutti fragili in una situazione decisamente delicata.”.

Per quanto riguarda la tua area di competenza (Chiurigia Oncologica Mammaria) siete riusciti a mantenere lo stesso livello di servizio rispetto all’anno precedente?

“Praticamente si e questo solamente grazie ad un grandissimo lavoro di tutti: dal centro prenotazioni ai medici passando per anestesisti, infermieri e pazienti che hanno saputo sottoporsi ad operazioni con pochissimi giorni di preavviso. Non bisogna, però, dimenticare che ci sono patologie che non ricevono lo stesso trattamento di cure praticamente da un anno: il vaccino dev’essere visto anche come un fondamentale aiuto per la ripresa delle cure di queste patologie.”.

Dott. Lauro, secondo lei quando vedremo i primi risultati del vaccino?

“Considerando che ogni vaccinato ha un iter che prevede il richiamo tre settimane dopo la prima iniezione, credo nell’arco di un mese il singolo individuo possa avere il risultato sperato. Per quanto riguarda la collettività tutto dipenderà dalla velocità e dall’adesione della massa. Se, com’è auspicabile, buona parte della popolazione capirà l’importanza di questo gesto credo che i ottimi risultati a livello pandemico li potremo vedere già in Primavera.”.

Basterà il vaccino a scongiurare la terza ondata?

“Il vaccino non è la panacea di tutto in questa fase iniziale. Senza distanziamento e mascherina il rischio di incappare in una terza ondata è reale.”.