«Il Natale 2020? Sarà di moda… la faglia»

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Il pranzo di Natale con i fa­miliari, il cenone di ca­podanno in compagnia di amici e conoscenti, gli ab­bracci alle persone care, il tempo dedicato alle proprie passioni. E, ancora, le va­canze e le uscite fuoriporta per godersi la neve o qualche cioccolata calda nei locali del nostro Piemonte.
In questo consistevano abitualmente le festività di fine dicembre: un’occasione per ridere, ritrovarsi e, perché no, anche “mettersi in mostra”, sfoggiando abiti eleganti o indumenti alla moda.
Il 2020, con la tremenda epidemia da coronavirus, ha purtroppo sovvertito an­che queste abitudini, con le limitazioni che, quest’anno, ci impediranno di festeggiare ap­pieno. Anche co­sì, comunque, sarà pos­sibile “fa­re tendenza”, perché la mo­da non si ferma mai. Ne abbiamo parlato con la fossanese Eli­sa Mu­riale, attrice, modella, pre­sentatrice e grande conoscitrice delle ispirazioni modaiole più in voga, oltre che curatrice della nostra rubrica “IDEA alla mo­da”.

Elisa, che Natale sarà quello del 2020?

«Un Natale diverso, all’insegna della famiglia e delle tradizioni. A condividere lo stesso tavolo saranno solo i conoscenti più stretti, ma questo non impedirà a ognuno di sbizzarrirsi. Anzi, sa­rebbe bello se ognuno potesse “portare” qualcosa, dando il pro­prio contributo al pranzo o al cenone».

Cosa non dovrà mancare?
«Dico ovviamente il panettone e il pandoro. Ho sentito dire di recente che il vero nome del Natale è in realtà “Panettone”, proprio perché si tratta di un elemento imprescindibile per il 25 dicembre. Anche quest’anno sarà così, magari contornandolo con gusti e sapori non propriamente italiani. Non po­tendo recarsi all’estero, lanciarsi in piatti internazionali potrebbe essere il giusto compromesso».

E attorno alla tavola?
«Come avevo previsto, ci sa­ranno tanti fiocchi! In questi giorni li abbiamo già visti su guanti, cappellini e più in ge­nerale su vestiti e sono certa che li ritroveremo anche sugli alberi addobbati. Si tratta di quel dettaglio in più che viene sempre notato».

Sono i fiocchi, quindi, l’attuale “tendenza”?

«I fiocchi e altri dettagli, anche se non c’è stata una vera e propria moda dominante, complice la pandemia. Il colore di questa stagione è l’oro: se non ci fossero state le limitazioni, sarebbe stato un capodanno luc­cicante, all’insegna della lu­minosità. Ma credo che mai come quest’anno la moda stia già guardando al futuro».

Cosa dobbiamo aspettarci?
«Credo che nel 2021 si affermerà quasi definitivamente la moda unisex. Molte case stanno andando in tale direzione e, con il nuovo anno, questa tendenza non si potrà che accentuare, all’insegna della parità di genere e della possibilità per ciascuno di esprimersi indipendentemente dal proprio sesso. Il futuro è scritto e credo che scompariranno anche i negozi da uomo e da donna come li conosciamo oggi: ci sarà un uni­co reparto, con abbigliamenti pla­smabili in base alla personalità di ognuno».

Una moda, insomma, sempre più specchio della società.
«Esattamente. Sin dai tempi di Coco Chanel, la moda ha sempre dimostrato di poter dire tanto del proprio tempo. Nel­l’immediato futuro, la parità di genere sarà il grande te­ma al centro del dibattito. Puntare su un abbigliamento unisex sarà un modo per ribadire l’uguaglianza e per opporsi strenuamente a grandi piaghe come la violenza di genere e, in particolare, la “cyber-violenza”».

C’è già un dettaglio pronto a spopolare nei prossimi mesi?

«Se dovessi scommettere, io pun­terei su un ritorno al passato, con la riscoperta di un elemento abbandonato negli ultimi anni: il cerchietto. Penso che già nel primo semestre del 2021 sarà un trend che consentirà a molti di esprimere tutta la propria creatività».

La creatività, appunto. È stata frenata dall’emergenza sanitaria causata dal Covid?

«Sicuramente non è stato un anno facile in questo senso. Mol­ti non si aspettavano una diffusione del virus di questa portata e, soprattutto, in tanti non immaginavano una così rapida propagazione del contagio partito dalla Cina. Proprio il mercato asiatico è stato drammaticamente colpito, con conseguenze significative anche per quello italiano, che spesso ne trae ispirazione. Il nostro Belpaese ha, però, sempre dato dimostrazione di sapersi reinventare e sono certa che lo farà anche questa volta».