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«Non si deve smettere mai di imparare»

Gisella Marengo, produttrice internazionale intervenuta al Campus di Management, sede di Cuneo, ha “spronato” gli studenti: «Gli obbiettivi e i sogni si possono realizzare»

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Gisella Marengo, attrice e produttrice cinematografica italiana, di pa­dre piemontese e madre monegasca, ha incontrato gli studenti del Corso di economia e direzione delle imprese al Campus di Management ed Economia del Polo universitario cuneese.
Nella situazione delicata, in cui anche la Granda si trova, ormai invasa dall’emergenza sanitaria, il Campus di Management e Economia dell’U­niversità di Torino-sede di Cuneo, non si ferma.
Il professor Tardivo nel suo corso di economia e direzione delle imprese, svolto online, offre una solida preparazione economico-aziendale integrata da alcune prestigiose testimonianze che consentono di acquisire capacità di ascolto e spirito critico.
I contenuti e le modalità didattiche rendono questo corso particolarmente adatto a formare manager preparati a lavorare nelle “creative industries”, ovvero in imprese e istituzioni che richiedono capacità di affrontare il rischio e l’incertezza che caratterizzano l’attuale scenario di riferimento.
E proprio con l’invito alla produttrice cinematografica in­ter­nazionale Gisella Maren­go, a tenere una “lectio magistralis”, ha voluto offrire agli studenti un approccio internazionale, preparando profili professionali manageriali e im­prenditoriali per affrontare contesti multiculturali che richiedono capacità di adattamento e interazione e linguaggi diversi.
Ha portato il saluto della città di Cuneo l’assessore alla cultura e allo sport, l’avvocato Cristina Clerico che ha incoraggiato gli studenti a: «confrontarsi in maniera costruttiva per accrescere la loro preparazione e affrontare con motivazione e impegno la congiuntura in atto».
Gisella è nata a Cuneo nel 1975. Nel 2000 si trasferisce a Ro­ma dove, per 5 anni, studia recitazione con Francesca De Sapio, membro dell’Actors Stu­dio di New York. Subito dopo si trasferisce a Los Angeles dove studia cinema all’Università della California di Los Angeles e recitazione alla Beverly Hills Play House. Nel 2003 partecipa al film di Pupi Avati, insieme a Giancarlo Giannini, “Il cuore altrove” e, nel 2006 al film di Giuseppe Tornatore “La sconosciuta”, vincitore di diversi David di Donatello. Sempre nel 2006 partecipa al film di Dario Argento “La terza madre”. Dopo l’horror, Gisella interpreta un ruolo comico nel film “Scusa ma ti chiamo amore”, dove presta il volto alla sorella di Alex, interpretato da Raoul Bova. Torna poi a lavorare con Pupi Avati nel film “Il papà di Giovanna”.
Nel 2009 interpreta una delle protagoniste del film tivù “Doc West” girato in inglese in Messico, per la regia di Giu­lio Base. Nello stesso anno, sotto la direzione di Tornatore, è nel cast di “Baarìa” dove interpreta Matilde. Nel 2010 invece interpreta Maliva nel film “Conan the Barbarian”; contemporaneamente interpreta Gizele Moltova nel film di Dito Montiel “The son of no one”. Nel 2013 interpreta il ruolo di Natalia nel film di Paul Haggis “Third Person”.
Recente è la sua co-produzione del documentario “Francesco”, dedicato a Papa Francesco, proiettato durante la 15esima Festa del Cinema di Roma, vincitore del premio “Best documentary award”.
Gisella Marengo ha raccontato con la sua testimonianza, come: «gli obbiettivi e i sogni che i giovani si creano con de­terminazione e grande vo­lontà, si possono realizzare».
Ha inoltre affermato che è necessario «Non smettere mai di imparare!», sottolineando che: «la formazione continua è un aspetto cruciale per sviluppare la carriera lavorativa. Apprendere nuove competenze e mantenersi aggiornati su cambiamenti e innovazioni può davvero fare la differenza. Ritengo che il nostro lavoro ci permette di fare qualcosa di positivo per gli altri, abbiamo gli strumenti giusti per portare felicità e speranza».
Le sarebbe molto piaciuto incontrare di persona gli studenti e “guardarli negli occhi”, ma ha dovuto accontentarsi di vederli (e ascoltarli) in videoconferenza.
Ha infine consigliato agli studenti di tenere a mente il loro obbiettivo anche se «può sembrare una meta molto lontana».

BaNNER
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