Successo internazionale per il film che celebra i “cacciatori” di tartufi

Il documentario “the truffle hunters”, DOPO I CONSENSI OTTENUTI NEGLI USA, ha CONVINTO la critica europea e NEI PROSSIMI GIORNI sarà “evento speciale” del torino film festival

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Foto Tino Gerbaldo

In parallelo alla Fiera del tartufo c’è un’altra iniziativa legata al “tuber magnatum Pico” che sta facendo il giro del mondo. Si tratta del film-do­cumentario “The truffle hunters” (“I cacciatori di tartufi”), pellicola statunitense prodotta da Luca Guadagnino (produttore esecutivo), con la regia di Michael Dweck e Gregory Kershaw, che è stata protagonista dei più prestigiosi festival cinematografici internazionali. Dopo il debutto al Sundance film festival, lo scorso gennaio, l’opera è stata presentata ai festival di Telluride, To­ronto e New York, guadagnandosi poi l’etichetta di Cannes 2020 e il Festival di San Se­ba­stian. Succes­siva­men­te, è sbarcata a Zurigo; presto sarà proiettata a Vienna e, a seguire, sarà uno degli eventi speciali del To­ri­no film festival (20-28 novembre). Gi­ra­to tra le colline piemontesi patrimonio Unesco, grazie alla Film commission di To­rino e con il sup­porto di Ente turismo Langhe Monferrato Roero ed Ente Fiera del tartufo, il “do­cu-film” traccia un poetico ritratto della figura dei cercatori di tartufo della nostra regione. Dal 2017 al 2019, con il supporto del Centro na­zionale studi tartufo, i registi sono stati seguiti nel­le riprese, accolti e presentati al territorio come osservatori di un sistema particolare come il mon­do del tartufo. Il documentario, inoltre, esplora la storia di una cultura radicata nella tradizione e minacciata da un mondo esterno in cambiamento. Cul­tura che, peraltro, è candidata a essere riconosciuta come be­ne immateriale patrimonio dell’umanità Unesco.
«Attraverso la nostra esplorazione, abbiamo scoperto un luogo che pochi estranei hanno visto e costruito relazioni che ci permettono di portare il nostro pubblico in questa singolare enclave so­ciale avvolta nel segreto. Cre­diamo che supportando i tartufai, i “cacciatori di tartufi” ap­punto, proteggendo la loro terra e sostenendo la tradizione della cerca del tartufo, possiamo ottenere un impatto sull’ambiente locale e globale preservando, al tempo stesso, una cultura profondamente legata alla natura. La semplice bellezza della loro vita è diventata difficile da trovare in un mondo ormai definito dalla tecnologia, dai cambiamenti ambientali e dal commercio globale», dicono i registi.
Michael Dweck è un pluripremiato regista e artista visivo. Le sue opere sono state esposte in mo­stre personali e collettive nei musei e gallerie di tutto il mon­do, tra cui il Grand palais di Pa­rigi e l’Annenberg space for photography museum di Los Angeles, e fanno parte di prestigiose collezioni d’arte internazionale, tra cui l’archivio del Di­partimento cinematografico del Museum of modern art di New York. Di recente, è stato regista e produttore del suo primo lungometraggio, “The last race”.
Gre­gory Kershaw aveva già collaborato con Dweck proprio nel­l’ambito della produzione di “The last race”. È anche stato “senior producer” presso Fusion tv, dirigendo cortometraggi fi­nanziati dalla Fonda­zio­ne delle Nazioni unite che han­no esplorato l’impatto del cambiamento climatico. È stato produttore di do­cumentari e lungometraggi sull’estinzione delle specie, con la partecipazione di Jane Goo­dall e Sylvia Earle.