«Mi metto in gioco con il mio sogno»

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Giovane, donna, al­le prese con un set­tore quanto mai difficile come quel­­­lo della moda, in un momento complicato a livello mondiale come pochi altri nella storia recente. Sembra una vera e propria matrioska di sfide quella a cui si trova di fronte Noemi Passaniti, stilista 25en­ne di La Morra che ha da poco avviato un marchio di moda femminile, “1First”, dimostrando un’intraprendenza e una capacità progettuale che meritano di essere raccontate.

Noemi ci riassume il suo percorso scolastico e professionale?
«Ho frequentato le scuole ad Alba fino alla maturità classica (internazionale). Poi mi sono trasferita a Parigi per quattro anni dove ho frequentato l’università Esmod con indirizzo fashion design. Questa scelta si è dimostrata vincente perché è stata un’avventura intensa a livello personale e mi ha formata professionalmente in modo serio».

Spesso a 25 anni si fatica anche solo a capire che cosa si vuole fare, lei già lo sta facendo…

«Fin da bambina mi è piaciuto ricamare e fare piccoli lavoretti di sartoria, comprare riviste e se­guire canali televisivi dedicati al­la moda. Durante il penultimo an­no del liceo ho iniziato la ri­cerca di scuole in Italia e al­l’e­stero. Sono convinta che Esmod sia stata la scelta migliore perché la formazione ri­cevuta, a 360 gradi, dall’i­deazione della collezione alla confezione dei capi, mi permette di esprimere la mia creatività».

Cosa l’ha spinta a creare un marchio suo e a non limitarsi a lavorare per altri?

«Le mie esperienze lavorative in Francia e in Italia, che spaziano dallo “show room” all’ufficio stile, sono state per me importantissime. Ricordo con molto piacere il mio primo stage ad Alba presso la Miroglio Fashion dove ho potuto iniziare a praticare quanto imparato. Ho subito sentito, però, la necessità di mettermi in gioco con qualcosa che sentissi mio e di iniziare a creare qualcosa che per me fos­se unico. Così è nata l’idea di racchiudere tutte le mie esperienze, i miei progetti, le mie ambizioni in “1First”».

Che vantaggi dà operare in un piccolo paese?
«La Morra ha un grande potenziale grazie al flusso costante di turisti anche stranieri che ac­corrono per godere della nostra enogastronomia. Sono convinta che nel nostro territorio sia anche importante promuovere altri settori. Il più grande vantaggio è di vivere in un contesto sereno e rilassato nel quale po­ter organizzare mentalmente il lavoro da svolgere. Inoltre la nostra incommensurabile bellezza paesaggistica è costante fonte di ispirazione per le mie creazioni. Il primo evento che ho organizzato per promuovere la mia attività si è svolto a La Morra, la cornice perfetta. A questo ne seguiranno a Torino, Milano e Fi­renze. È comunque mia intenzione partire sempre dalla mia terra».

Che risposta ha trovato la sua iniziativa?

«È stata incredibilmente positiva. La mia attività, seppur molto giovane, ha incontrato i gusti delle donne che apprezzano il capo artigianale e l’unicità a esso legata».

#Vestireitaliano è una sfida nella sfida, con la promozione della qualità del “made in Italy” di tutta la filiera…

«Come marchio emergente e come giovane designer, mi impegno quotidianamente per portare a conoscenza i miei attuali e i potenziali clienti di quanto importante oggi sia sostenere le realtà del nostro territorio. #Vestireitaliano non vuole rappresentare solo l’abbigliamento, infatti all’e­vento che si svolgerà a Torino il 20 e 21 novembre hanno aderito artigiani di altri settori. In un momento sfidante come quello che stiamo affrontando, è indispensabile tutelare il “ma­de In Italy” autentico e valorizzare la qualità di capi che rispettano una filiera eticamente corretta e a prezzi contenuti».

Cosa consiglia a un ventenne con un sogno da realizzare?

«È importante accumulare esperienza, provare e tentare. Tante volte si sbaglia, tante volte si cade, ma è fondamentale imparare a rialzarsi e continuare, con forza di volontà, a investire nei propri sogni. A vent’anni si ha l’energia e la forza per farlo ed è cruciale, oggi più che mai, sposare una causa e essere coerenti nel sostenerla. Non esiste paura, non esiste sconforto, solo tanta positività e coraggio».