Ci vuol fegato ad avere cuore

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Gentile allegro chirurgo, trovo che non ci sia nulla di peggio dei pregiudizi e io mi sento vittima di uno dei più sgradevoli. Da quasi tre anni convivo con una donna un po’ più grande di me (io ho 36 anni, lei 42); la nostra è una bella storia d’amore, matura, con i suoi alti e i suoi bassi com’è normale che sia: una relazione seria, come si dice, che ho tutta l’intenzione di “regolarizzare” al più presto con il matrimonio. Insomma, siamo felici e questo è senza dubbio ciò che conta di più. Però mi dà tremendamente fastidio che in molti, anche alcuni amici che mi conoscono bene, continuino a ritenere che io stia con lei perché è decisamente ricca.
Non ho problemi ad ammettere che, in effetti, lei è molto benestante. Ma io non sono mica uno che se ne sta tutto il giorno a casa a fare il mantenuto: sono un libero professionista, lavoro le mie buone dieci ora al giorno, per portare a casa circa 1.500 euro al mese. Ho casa di proprietà, nessun figlio a carico (per ora) e non morirei di fame senza i suoi soldi.
Stando con lei, questo è vero, posso permettermi un tenore di vita che altrimenti sarebbe insostenibile, com’è vero che il fatto che sia facoltosa l’ho ritenuto un motivo in più per stare con lei. Ma non è certo l’unico, né il più importante. Perché devo ambire a passare i fine settimana chiuso in casa per mancanza di soldi e stimoli, quando posso trascorrere i week-end alternando mare, montagna e centri benessere con la persona che amo e con la quale mi trovo più che bene?
Alessandro (Torino)