Valli Monregalesi – Patrimonio rurale di immenso valore

Esiste uno specifico carattere che accomuna le cinque valli: la presenza di fenomeni carsici diffusi ovunque e una rilevante storia comunitaria

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Il territorio delle valli Monregalesi si estende per circa 35 mila ettari, attraverso cinque vallate: Casotto, Corsaglia, Ellero, Maudagna e Roburentello, nelle quali i venti freddi di montagna si mitigano con le brezze marine provenienti dalla costa. Non a caso qui si viene per sciare d’inverno e per gustare la frescura dei boschi in estate. La conformazione del territorio ha origini antichissime, come testimoniato dalla varietà di rocce (carbonatiche, sedimentarie, calcaree, ecc.), dalla presenza di reperti fossili, dai sistemi carsici risalenti al Paleozoico e al Mesozoico. Il fenomeno carsico, particolarmente rilevante in tutto il territorio, è uno dei più caratteristici e suggestivi a livello europeo, impreziosito dall’abbondanza di acque ipogee che formano laghi, rapide e cascate sotterranee come avviene nella grotta di Bossea. Il concrezionamento calcareo origina una labirintica combinazione di sale nella grotta dei Dossi: la “galleria moresca”, la “barca di Caronte”, la “sala dei pipistrelli”, la “grotta delle fate”. Ambienti di grandi e spettacolari dimensioni si trovano nei tre chilometri di cavità che costituiscono la grotta del Caudano. Reperti fossili, a testimonianza di preistoriche forme di vita, sono stati rinvenuti nelle varie cavità; il più suggestivo è senz’altro lo scheletro di “ursus speleus” (animale pleistocenico che poteva raggiungere i 2,5 metri di lunghezza e gli 1,80 metri di altezza) ricostruito ed esposto all’interno della grotta di Bossea. Le acque delle valli Monregalesi sono ottime ovunque, ma quelle più note sono le terme di Lurisia e il giardinetto termale di San Giacomo.
Tra le altre attrattive naturali si consigliano le escursioni intorno alle cime dei monti Pigna e Moro, di Mogioie, Mondolè, Pizzo d’Ormea. Questi territori sono luogo di conservazione dell’antica cultura del “kyé”, mantenuta nella parlata locale, che è una variante consolidata delle lingue di ceppo occitano.