Google ci guida in Valle Maira

Dopo la mappatura eseguita con il Trekker dall’ingegner Monetti, sono attivi i percorsi digitali nella conca di Elva

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Tutto ha inizio a un convegno del 2017 a Mondovì, nella sede distaccata dell’Università di Torino. L’ingegner Massimo Monetti è relatore sul tema delle tecnologie digitali applicate in montagna. C’è anche Ma­riano Allocco, ex presidente della Comunità montana e appassionato di Alte Terre quan­to l’amico Monetti. Nasce un confronto sull’idea di una possibile mappatura del territorio della Valle Maira. Un anno più tardi, con Allocco assessore ad Elva, il discorso riprende su basi più concrete. E si trasforma in un progetto reale. «Mi ero interessato da tempo al Trekker di Google, uno strumento innovativo nato sulla base dell’esperienza di Street View. Ho capito che non sarebbe stato così difficile poterlo utilizzare sulle nostre montagne, alla fine ce l’abbiamo fatta», ricorda Monetti.

Elva è una località tanto graziosa quanto piccola, mentre Google è la multinazionale che ha cambiato le abitudini di tutti i cittadini del mondo. Curioso pensare che tra le bellezze della Val Maira ci sia stato un punto d’incontro.
Google ha fornito l’attrezzatura con un noleggio gratuito e il necessario supporto tecnologico, Monetti ci ha messo la sua passione e la competenza. Ed è partito con il suo pesante zaino sulle spalle (25 chili tra struttura metallica e antennone, più 15 macchine fotografiche capaci di scattare foto al ritmo di otto ogni dieci secondi) per tracciare i Percorsi Occitani in 14 tappe. «Gli americani di Cnn Travel hanno inserito questi sentieri al 17esimo posto nei 23 migliori percorsi di hiking del mondo, quindi valeva la pena registrare una mappatura digitale». Monetti ha completato la missione in due mesi, tra il mese di luglio e il 20 agosto del 2019. I numeri dell’impresa, raccontati anche sulle colonne del “Dragone”, il giornale del Dronero e della Valle Maira, parlano chiaro: 220 chilometri di mappatura superando un dislivello totale di circa 18.300 metri; il tempo di percorrenza è stato di 110 ore complessive sopportate con la collaborazione di 34 volontari.

«Fin da bambino», spiega Mo­netti, «ho respirato l’aria di quei luoghi assieme a mio papà, la passione nasce da lì». Come in una trama struggente, proprio nello scorso agosto, sul finire dell’impresa con il Trekker, Monetti ha salutato suo padre per sempre: «Ho dedicato a lui questo lavoro. È stato un lun­go cammino sia in senso pratico che figurato. Devo dire che all’inizio non capivo il potenziale di avere uno StreetView per i percorsi di montagna. Mi sembravano qualcosa di molto scenografico ma forse poco pratico. Invece ora sono convinto che si tratti di un solido argomento in più per il bene del territorio, molto importante per il turismo». Special­mente in questo periodo in cui è ormai abitudine comune ef­fettuare una “ricognizione” online prima di partire per una vacanza.

L’iniziativa che ha portato alla mappatura digitale dei Percorsi occitani è la prima nel suo genere in Piemonte ed è stata preceduta per poche settimane da un’operazione simile conclusa in Valle d’Aosta. I precursori sono stati gli amministratori pubblici sul territorio delle Dolomiti che già nel 2016 avevano messo a punto una mappatura con il Trekker di Google, mentre nel 2018 sono stati digitalizzati anche i sentieri della Valtellina, in particolare sul Passo dello Stelvio. Logico immaginare che tutto questo possa rappresentare un richiamo molto efficace per gli appassionati delle escursioni in montagna. Come racconta Monetti nel suo articolo: «La disponibilità su Maps di un percorso consente di aggiungere tutto quanto si trova attorno al percorso stesso: arte, attrazioni, cucina, storia… Prendete una mappa di una città e vi accorgerete di quante informazioni potete trovare lungo le strade e di quante angolature StreetView vi consente di vedere».

Così ogni hiker saprà in anteprima che cosa lo aspetta prima di affrontare l’escursione.
Am­bienti, panoramiche, caratteristiche del percorso: l’effetto complessivo è sicuramente ancora più sorprendente che nel caso delle mappe su Google, considerata la bellezza degli ambienti naturali rispetto alle strade delle città. Non resta che dare un’occhiata alla mappa digitare e preparare lo zaino.