Il paradosso di Fiorello, giovane che non invecchia, talento che tutti amano

Auguri allo “showman” siciliano che non è mai cambiato: dall’exploit con il “karaoke”, la cui prima puntata fu registrata in piazza Risorgimento ad Alba, alle alte vette dello “showbusiness”, sempre la stessa contagiosa simpatia

0
904

Il percorso compiuto da Rosario Fiorello fino alle vette dello spettacolo è ormai pieno di successi da raccontare, come certificato dal suo compleanno numero 60 celebrato lo scorso sabato. Un evento inevitabile eppure per lui quasi inatteso, raccontato con la consueta allegra ironia fin dalla partecipazione a Sanremo, quando assieme all’amico Amadeus aveva descritto la paradossale condizione di un vecchio/giovane. Una condizione inedita nella quale dover fare abitudine con piccoli acciacchi che segnalano un’inattesa e nuova fase della vita. Ma lui, come tanti suoi coetanei di oggi, sente di avere biologicamente tutt’altra età. E deve fare i conti con il paradosso che tra l’altro l’emergenza covid ha portato in evidenza. «Mi sono reso conto di rientrare in una categoria a rischio», aveva detto nei primi giorni delle restrizioni sanitarie.

Il compleanno di Fiorello ha conquistato ovviamente la scena social, oltre che quella televisiva, perché grazie alla simpatia che tutti riconoscono allo showman siciliano, sono tantissimi quelli che si pregiano di condividerne l’amicizia. La sua capacità empatica è realmente trasversale. Così come è senza confini il suo strapotere mediatico che infatti attraversa, oltre alle tv (perfino sull’innovativa piattaforma Rai Play), ogni risvolto social compresi quelli frequentati dai giovanissimi, come Tik Tok. Ovunque il talento di Fiorello ha stimolato commenti, auguri e tentativi di imitazione. A partire da Jovanotti che per festeggiare l’amico ha scritto «Sei il più grande uomo di spettacolo dopo il Big bang!» citando scherzosamente il titolo di una sua canzone di successo. E al coro si sono uniti tutti: da Giorgia a Tony Renis, da Cecchetto a Barbara D’Urso. La quale a sua volta ha festeggiato il compleanno che qualcuno su web ha sarcasticamente salutato con un «Barbara oggi ha spento 63 faretti». E Rosario, immaginiamo con una risata, ha ritwittato.

Intanto ovunque giravano le immagini del primo Fiorello, quello del karaoke in tv, il cui successo iniziò proprio dalla piazza di Alba dove furono registrate le primissime puntate. Il Fiorello con il codino. Un ragazzo self-made, reduce dalla scuola pratica dei villaggi turistici. Un eroe nazional-popolare. La sua traiettoria però non è finita con quell’exploit. Perché dietro all’apparenza di un giovane catapultato quasi dal nulla ai riflettori, è emersa una forza non comune. Un talento incontenibile associato a una personalità positiva, capace di trasmettere sempre e comunque allegria. Non a caso ha trovato quasi subito sponsor prestigiosi: da Mike Bongiorno a Pippo Baudo. Con tutti ha sempre saputo intrecciare legami solidi, capaci di andare oltre le regole dello show-business, legami di amicizia. E i risultati si sono visti. Fiorello è rimasto giovane, a dispetto degli anni che sono passati. Non c’è mai stata una stonatura tra il suo stile giocoso e la maturità ineludibile. Fiorello ha continuato a imitare, cantare, recitare, scherzare, ballare, interpretare, presentare, stupire e a prodursi con generosità in qualsiasi altra spontanea attività artistica senza mai apparire fuori luogo o eccessivo. È rimasto coerente alla sua immagine, non ha mai tradito il codino pur avendolo tagliato. Proprio a Sanremo, il suo ingresso in scena è stato prorompente quanto provvidenziale, tanto da far schizzare in alto gli ascolti di un’edizione altrimenti legata alla misurata gestione Amadeus. È un asso da giocare nei momenti di difficoltà.

Il compleanno è stato celebrato addirittura sul Tg1, in una clip che ha coinvolto gli amici-colleghi, da Paola Cortellesi ad Adriano Panatta, tutti impegnati a condividere la trama da lui stesso dettata, quella del paradosso di un giovane che compie sessant’anni. Perché nulla nel frattempo è cambiato, Fiorello è certamente cresciuto ma in nessun caso si può dire che sia realmente cambiato. E quindi che sia invecchiato. Per ora il paradosso regge, Fiorella resta giovane pur con i capelli grigi, continua a ballare pur con quei piccoli scricchiolii tipici del cambio di stagione. Lui ne prende atto. L’emergenza virus lo ha etichettato in quanto sessantenne come “categoria a rischio” e naturalmente ne ha fatto una gag, ha spiegato nei suoi interventi come fosse speciale la sua condizione, esclusiva, delicata e al tempo stesso per questo protetta «come il colibrì dell’Himalaya» o come qualsiasi altra realtà rara, in via d’estinzione, da preservare.

Di sicuro del talento non si può mai fare a meno, soprattutto quando il talento è così autentico da tradursi in sorriso. Quindi fare a meno di Fiorello non si può. Anzi. C’è chi sostiene da tempo che a lui dovrebbero essere affidate presentazioni e impegni artistici ancora più importanti, insomma che se fosse nato negli Usa, il sempregiovane siciliano sarebbe un personaggio ancora più celebrato e amato. E più utilizzato per ciò che vale. Ma sappiamo che la realtà italiana comporta sempre eccezioni e contro-eccezioni. E poi in questo senso vale la chiave di lettura fornita da un altro dei suoi mentori, Maurizio Costanzo, che ha rivelato: «Fiore è il più bravo di tutti ma ha anche un limite: è molto pigro». Conoscendo il quadro astrale, possiamo condividere.

Alla fine però, ciò che conta è che il paradosso regga ancora per molti anni. Come ha ricordato Jovanotti nella clip di auguri al Tg1 con uno straordinario e immaginifico paragone: «Michelangelo a sessant’anni ha iniziato a dipingere il Giudizio Universale nella Cappella Sistina». Con il dovuto rispetto: mille di questi capolavori, Fiorello!