“Ci vuole coraggio e visione per programmare il rilancio dell’economia braidese”

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO la nota del Consigliere Comunale Annalisa Genta

0
899
Annalisa Genta

Bra deve adottare misure innovative e coraggiose a favore delle sue Partite Iva. In una situazione drammatica e straordinaria come quella che stiamo vivendo, è assolutamente necessario avere un piano ambizioso per la nostra città: il Sindaco e la Sua Amministrazione pensino e attuino provvedimenti straordinari, capaci di fronteggiare efficacemente i gravi problemi economici che stanno coinvolgendo moltissime attività.

Essere vicini alle nostre attività costituisce capacità di visione per il futuro e capacità di programmazione. Investire nelle attività produttive equivale a fare un investimento per il Futuro, non solo a favore dei cittadini ma anche in termini di ritorno per il Comune stesso nel lungo periodo. Occorrono pertanto, da parte dell’Amministrazione attuale, scelte coraggiose e capaci di trasformare i problemi causati dalla necessità di fronteggiare il coronavirus in un’occasione per dare a Bra un piano di sviluppo, cosa che fino ad ora è venuta a mancare. Ci vogliono nuove idee!

Dopo un confronto con tecnici ed esperti, ho proposto a nome del mio gruppo consigliare già alcuni giorni fa, al Sindaco e alla Giunta braidese una serie di proposte economiche che, se adottate, sarebbero davvero in grado di offrire un contributo economico importante ai tantissimi commercianti, artigiani, professionisti e altri detentori di Partita Iva che in questo periodo hanno subito la riduzione drastica del proprio fatturato a causa della chiusura forzata delle loro attività.

La principale proposta di questo gruppo riguarda la destinazione di contributi a favore delle partite iva utilizzando il prossimo avanzo di amministrazione e le risorse derivanti dalla rinuncia da parte dell’amministrazione alla volontà di acquistare un inutile terreno, (avendone già altri inutilizzati nel patrimonio immobiliare) per la “modica” cifra idi euro 760.000,00, già messa a bilancio per quest’anno.

Mi riferisco al terreno sull’ex scalo merci della stazione ferroviaria braidese sul quale la Giunta ha deciso di costruire una scuola media, nonostante le numerose critiche pervenute anche dalla cittadinanza e dalle associazioni ambientaliste.

Pensate a quanto potrebbe essere di aiuto la stessa somma messa disposizione per le nostre attività. La Giunta e tutto il Consiglio comunale (ad eccezione della sottoscritta) hanno dichiarato più volte di voler indebitare il Comune di ulteriori 760 mila euro per acquistare il terreno ex scalo merci da RFI anche se non vi si dovesse costruire la scuola media (poiché il Sindaco ha riferito di aver ricevuto rassicurazioni in merito all’ubicazione dell’edificio scolastico in altro luogo).

Dato che, ribadisco anche in questa sede, il Comune è un Ente pubblico che come tale non deve fare speculazioni immobiliari, ritengo che sia molto più saggio rinunciare a quell’acquisto e utilizzare l’importo ottenuto tramite mutuo, per dare un aiuto concreto alle Partite Iva braidesi (tra l’altro il costo di 760 mila euro per quel terreno oggi non risponde più ai valori di mercato considerando le purtroppo certe conseguenza del Codiv-19 sui valori immobiliari ed inoltre se vi sono delle bonifiche da fare potrebbe essere rischioso a livello contabile, per possibile danno erariale).

Nella riunione capigruppo del 17.04.2020 avevo formulato la stessa proposta: “I 760 mila euro, già da voi messi a bilancio per l’anno 2020 potrebbero essere comunque finanziati con un mutuo (questa volta sarei d’accordo anche io alla sottoscrizione) e tale somma incamerata dal Comune potrebbe costituire una risorsa distribuibile, con rigidi criteri, alle imprese, ai commercianti agli artigiani e ai liberi professionisti braidesi che in questi mesi hanno subito lo stop delle loro attività con un conseguente calo considerevole delle entrate.
In quella sede il Sindaco eccepiva che l’operazione non sarebbe fattibile in quanto la somma di 760 mila euro presa a mutuo non potrebbe essere distribuita semplicemente a richiesta dei beneficiari, in quanto rappresenterebbe una spesa corrente non finanziabile con una somma acquisita dal Comune giustificata con un investimento.

In verità l’ostacolo economico giuridico può essere, anzi deve essere, superato nel pieno rispetto della legalità e in pieno ossequio dei principi di bilancio dettati dal TUEL in materia.
Si ritiene che se modulato con l’osservanza dei principi in materia l’aiuto come sopra prospettato deve considerarsi un vero e proprio investimento per l’Ente stesso. La chiusura delle attività, che a fine emergenza non potranno riaprire, impatterà in modo negativo sul bilancio comunale. Pertanto aiutare le attività sostanzia una coincidenza di interessi tra l’ente stesso e i beneficiari. E’ indubbio che un tessuto economico, che tiene, consente di rispettare in modo efficace ed effettivo la politica di bilancio dell’Ente che potrebbe contare sulla continuità delle entrate tributarie. In quest’ottica si può parlare di investimento che è definito dalla legge come un complesso di azioni o di strumenti di sostegno, afferenti ad un medesimo quadro economico di spesa e collegati fra loro da quattro elementi: la presenza di un decisore pubblico; la previsione di un finanziamento (diretto o indiretto, totale o parziale) con risorse pubbliche; l’indicazione di un comune obiettivo di sviluppo economico e sociale; la definizione di un orizzonte temporale certo.

Pertanto rispettando la legge è possibile e legale destinare quei fondi in termini sopra prospettati. Ovviamente non erogando un finanziamento a pioggia incontrollato ma ponendo ai beneficiari delle condizioni. Nella consapevolezza che non è l’opposizione a dover proporre dei criteri che vanno ad individuare le condizionalità, si può suggerire e pensare ad esempio che i contributi vadano solo alle attività che non spostino la sede dal territorio comunale per i prossimi tre anni (in tal caso se hanno ricevuto il contributo devono restituirlo all’Ente), il contributo non può essere corrisposto alle attività che comunque chiudono, si può prevedere che una quota del contributo sia restituita col versamento alle casse comunali di un importo annuale. Il concetto che deve passare è che l’operazione è legittimità e che se la Giunta intende dare seguito può legittimamente farlo utilizzando gli uffici comunali competenti per le opportune modulazioni.
Tale operazione va realizzata perché è indubbio che tutte le attività che potranno riaprire nel prossimo futuro dovranno sostenere dei costi. Si pensi ad esempio ai costi che dovranno sostenere per attrezzarsi di protezione in plexiglas o alle risorse necessarie per reperire i dispositivi di protezione e sicurezza, alla sanificazione, ecc..
Alleviare questi costi alle Attività significa anche contribuire alla prevenzione del contagio che è un preciso interesse pubblico.

L’importo, peraltro, potrebbe essere in parte destinato anche a fornire garanzie a soggetti in difficoltà, in modo da poter incentivare la produzione di progetti che abbiano quale fattore comune la ripresa delle attività nel territorio comunale.

Allo stesso modo: le difficoltà che oggi molte famiglie attraversano sono vieppiù aggravate dalla diversa strutturazione dei servizi scolastici resi a distanza.
Non si deve dare per scontato che tutti gli scolari di Bra riescano a disporre dei mezzi indispensabili per seguire le lezioni a distanza. Pare che a livello nazionale questi problemi coinvolgano silenziosamente il 20% degli studenti.

In quest’ottica potrebbe essere utile acquisire materiali informatici che, pur restando nella formale proprietà dell’ente, potrebbero essere forniti in comodato a chi li richieda per bisogno.  In fondo, se ricade sul Comune l’obbligo di fornire le sedi scolastiche, è evidente che l’ente locale non può disinteressarsi dei problemi che possono sorgere dalle nuove modalità di erogazione dell’insegnamento dell’obbligo.

Si darebbe così un segnale forte di sostegno e sono certa che tutti i cittadini e le Partite Iva sarebbero orgogliosi di un Ente che ha preso seriamente e concretamente a cuore i loro bisogni effettivi. I cittadini braidesi sarebbero grati ad un Ente capace di reagire con efficacia, capendo le loro esigenze e fronteggiando la grave situazione in quanto di assoluta priorità.

Bra potrebbe diventare un virtuoso esempio per il territorio. Occorrerebbe altresì dare agevolazioni per incentivare nel braidese l’insediamento di nuove attività produttive e per incentivare un sistema di economia circolare favorendo così gli acquisti dei prodotti e servizi dalle aziende del nostro territorio.

Sostegno alle nostre Partite Iva vuol dire sostegno ai lavoratori e alle famiglie braidesi. Inoltre, ritengo che l’Amministrazione comunale braidese debba concedere, semplificando al massimo l’iter amministrativo, ai proprietari/gestori di bar, ristoranti, pizzerie, pub, gelaterie, la possibilità di ampliare i propri dehors senza dover pagare la tassa di occupazione del suolo pubblico (TOSAP). Tale iniziativa puo’ essere estesa anche agli altri titolari di attività commerciali che, avendo lo spazio a disposizione di fronte al loro negozio, ne facciano richiesta.

Un altro modo concreto per consentire, soprattutto nei prossimi mesi estivi, ai tanti commercianti ed esercenti che si sono dovuti fermare, di riprendere a lavorare in sicurezza.
E sarebbe anche il caso di aiutare i commercianti rinunciando ai parcheggi a pagamento, come già più volte ho richiesto!

Infine, ho anche suggerito di emettere i Bond Municipali, i cosiddetti “Boc” – Buoni Ordinari Comunali, come opportunità di investimento. Lo consente la legge nr. 74 art.5 del ’94. Attraverso questo strumento finanziario si potrebbero reperire ingenti risorse per dotare il territorio di importanti infrastrutture, indispensabili per favorire lo sviluppo economico braidese. Come ho detto ci vorrebbe un progetto ambizioso e una visione per il futuro….

Un’idea potrebbe essere far diventare Bra un importante polo logistico. Nel concreto, attraverso i Boc e con l’ottenimento di specifici finanziamenti europei, si potrebbero reperire ingenti risorse per effettuare un importante INVESTIMENTO per il nostro territorio, ossia la realizzazione di un polo logistico dedicato, per esempio, al settore agroalimentare-vitivinicolo con la creazione delle relative infrastrutture necessarie, coinvolgendo anche gli enti territoriali limitrofi.

Il territorio braidese si delinea infatti come una realtà urbana facilmente accessibile e ben connessa all’interno della rete infrastrutturale che mette in relazione i principali poli urbani del nord Italia. Esso risulta infatti collocato in una posizione centrale rispetto a diverse infrastrutture di collegamento: autostrade, vicinanza alle Langhe e al Roero, agli Aeroporti di Torino e di Levaldigi, vicinanza alla Liguria, alla Francia, ecc….

Questo sistema di connessioni viarie e ferroviarie può permettere alla Città di Bra (magari insieme ai Comune di Cherasco e di Alba) di rivestire un ruolo strategico nella pianificazione di grandi aree connesse al settore produttivo – logistico.  Questo polo potrebbe offrire notevoli possibilità di lavoro per le Attività e gli abitanti del territorio. Proposte concrete, sicuramente coraggiose e innovative, ma necessarie in un momento così difficile e particolare se si vuole realmente contribuire al sostegno delle Attività locali.

Annalisa Genta
capogruppo “Coraggio! Si cambia”