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Giornata Nazionale dell’infermiere, intervista a Chiara Rinaudo, infermiera professionista

Revellese, laureata in infermieristica nel 2011, Chiara ha svolto la professione, dapprima all'interno dei varie case di riposo e successivamente nei reparti di chirurgia, pronto soccorso e medicina, fino ad arrivare a toccare con mano la problematica Covid-19.

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Nella giornata Nazionale dell’infermiere, la redazione di Ideawebtv, ha reputato opportuno far sentire, dalla viva voce di una infermiera professionista cosa rappresenta questo lavoro e l’importanza che esso ha, non solo in questo momento, ma nella realtà di tutti i giorni.

Chiara Rinaudo, revellese laureata in infermieristica nel 2011 ha svolto la professione, dapprima all’interno dei varie case di riposo, percorso che ha aiutato a farla crescere umanamente e professionalmente, e successivamente ha lavorato nei reparti di chirurgia, pronto soccorso e medicina, fino ad arrivare a toccare con mano la problematica Covid-19.

Momenti non facili da superare :“Essere infermieri è estremamente complicato – ci confida Chiara– devi essere professionale, competente e stare accanto ai pazienti, avendone cura, anche se la tua giornata non è delle migliori, devi cercare di rimanere lucida e lavorare per loro, ma al contempo credo che questo lavoro sia in grado di restituirti tutto ciò per la quale lavori, tramite un piccolo sorriso o un semplicissimo grazie detto con il cuore”.

Qual è stata l’esperienza che ti ha segnato di più, specialmente in questo periodo?

Si, in questo periodo effettivamente di esperienze intense ne ho vissute molte, ma quella che porto nel cuore, è stato vedere un paziente ridotto in condizioni critiche dovute al Coronavirus, guarire e migliorare giorno per giorno, facendo progressi, fino ad arrivare a poter tornare alla sua quotidianità e a riabbracciare la sua famiglia”.

Qual è stato il momento più duro vissuto fino ad ora?

“Questo momento è stato duro in tutti i sensi, per me, come per tutti i miei colleghi. Vedere i pazienti, dover affrontare una malattia, da soli, senza l’amore e la vicinanza dei propri cari, ti distrugge e ti rende vulnerabile, abbiamo così cercato noi infermieri, e operatori sanitari, di stare accanto ad ognuno di loro, provando a sopperire a questa importante mancanza“.

Cosa ti auguri per i futuro?

“Sicuramente mi auguro che questo momento non venga dimenticato, e che aiuti tutti a ricordare quali sono realmente le cose importanti della vita, e mi auguro che gli infermieri, così come tutti gli operatori sanitari, non vengano dimenticati”.

BaNNER
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