Tutto il mondo (più o meno) è paese

L’emergenza sanitaria vista attraverso la situazione globale e vista con la lente delle città straniere in contatto con la Granda

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Covid-19: è una sigla che se fino a qualche settimana fa appariva come il titolo di un film di fantascienza oggi risuona in maniera ossessiva, quasi nauseante, nella mente di ciascuno.

Non solo di noi italiani e piemontesi, ma di tutti i cittadini del mondo perché il nuovo coronavirus, che causa appunto la malattia Covid-19, ha ormai assunto i tratti della pandemia globale. In questa e nelle successive pagine, con l’ausilio di mappe e grafici, abbiamo approfondito gli effetti che il temuto virus sta provocando in ogni angolo del pianeta (pur con qualche differenza). Per fornire uno spaccato ancora più completo abbiamo interpellato alcune persone che vivono all’estero. La nostra lente d’ingrandimento è finita su al­cune delle città gemellate (o, co­munque, particolarmente legate ai principali centri cuneesi: si tratta, nello specifico, della statunitense Medford (gemellata con Alba), della francese Saint-Pons (legata a Bra), dell’argentina Rafaela (gemella di Fossano), della senegalese Richard Toll (storico gemellaggio di Cuneo), la greca Pylos-Nestoras (legata da un rapporto di amicizia con Savigliano), la polacca Lowicz (in rapporti stretti con Saluzzo) e la tedesca Mö­ckmühl (vanta un rapporto ventennale con Cherasco).

Cre­diamo che uno sguardo trasversale sia quantomai necessario perché, se è vero che l’Italia sta pagando un prezzo carissimo per questa epidemia, è altrettanto vero che il Covid-19 non sta risparmiando quasi nessuno. Basti pensare, infatti, che nel momento in cui scriviamo questo articolo il numero di casi di contagio da coronavirus nel mondo ha superato la soglia di tre milioni. Lo rivelano i dati elaborati dall’U­ni­versità americana “Johns Hop­kins”, secondo cui i casi confermati sarebbero 3.143.000, quasi un terzo dei quali, è bene sottolinearlo, risulta già guarito. No­te­vole il numero di decessi che, al momento, si attesta a quota 218 mila.

La nazione più colpita sono gli Usa che contano oltre un milione di casi e pesanti conseguenze sul fronte economico, con una contrazione dell’economia stimata al 4,8% e previsioni dram­matiche sul Pil, che scenderebbe addirittura di 30 punti percentuali. L’85% delle vittime mondiali sono state registrate tra Stati Uniti d’America e Eu­ro­pa. A guidare questa triste graduatoria sono ancora gli Usa con oltre 58 mila decessi, seguiti dall’Italia, che conta più di 27 mila morti, Gran Bre­tagna (26 mila), Spagna e Francia (23 mila).

La Cina, invece, nonostante sia stato il Paese “apripista”, è riuscita a contenere il dilagare del virus: i contagiati sono stati circa 84 mila, mentre i decessi ammontano a 4.600.