«Sono convinto che la provincia di Cuneo reagirà bene a questa crisi»

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Cinquantotto anni, catanese, Emanuele Ricifari è arrivato a Cuneo nel giugno del 2018 dopo i 7 anni a Brescia (dal 2008 al 2015) come vicario del questore e la parentesi a Roma alla direzione del Servizio Centrale Anticrimine. In quasi due anni, ha imparato a conoscere la Granda ed il suo popolo. Anche per questo si dice ottimista di come la nostra provincia riuscirà a rialzarsi: «Qua c’è un’economia forte, un tessuto sociale importante, un mondo del volontariato molto presente e amministrazioni con capacità: sono convinto che la provincia di Cuneo sia una delle realtà che reagirà meglio a questa crisi».

I cuneesi che si stanno rivelando disciplinati nel rispetto delle regole per impedire la diffusione del contagio: «Potete fare i conti voi stessi: le forze dell’ordine eseguono tra i 1300 e i 1500 controlli al giorno su una popolazione provinciale di circa 590 mila abitanti e le sanzioni sono tra le 60 e le 80. La percentuale è molto bassa, la maggioranza della popolazione si sta comportando bene. Il rigore e l’osservanza delle disposizioni da parte dei cittadini sono stati decisivi per permetterci di lavorare meglio, con più tranquillità. In provincia di Cuneo l’apparato si è mosso prima ancora che arrivassero i decreti del Governo, il danno è stato in qualche modo contenuto. Questo non vuole dire, però, che si possa abbassare la guardia: anzi, l’appello che mi sento di rinnovare è di continuare a limitare al massimo i movimenti esterni fino a che gli esperti non ci avranno dato l’ok».

In tutti gli uffici provinciali della Polizia, sono stati soltanto due i casi di positivi al Covid-19 accertati: oltre a Ricifari, il suo vicario Paola Capozzi, anche lei guarita e tornata regolarmente a lavoro: «Siamo stati la prima Questura in Piemonte e tra le prime a livello nazionale ad adottare misure di sicurezza, con accorgimenti sui turni di lavoro per evitare contatti e l’uso corretto, fin da subito, dei sistemi di protezione individuali. Avvertenze che hanno contribuito ad evitare il contagio».