Scritta antisemita a Mondovì: ferma condanna dal mondo politico, cuneese e non

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Si susseguono le reazioni, giustamente dure e di ferma condanna, da parte del mondo politico cuneese e piemontese dopo il gesto antisemita di questa mattina a Mondovì.

In merito alla scritta ingiuriosa comparsa sulla porta di casa di Aldo Rolfi, figlio di Livia, partigiana deportata a Ravensbruck nel 1944, il presidente del Consiglio regionale Stefano Allasia  ha dichiarato: “Come presidente del Consiglio regionale del Piemonte e presidente del Comitato Resistenza e Costituzione esprimo profondo sdegno per la scritta ingiuriosa comparsa a Mondovì sulla porta di casa di Aldo Rolfi, figlio di Lidia, partigiana deportata a Ravensbruck nel 1944. Mi auguro che siano al più presto individuati i responsabili di questo ignobile gesto, che condanno con forza. Quelle scritte antisemite sono una vergogna e un’offesa a tutti piemontesi ed esprimo, a tal proposito, vicinanza e solidarietà verso la comunità ebraica. È inaccettabile che gesti del genere, tra l’altro a pochi giorni dal 75° anniversario dell’abbattimento dei cancelli del campo di sterminio di Auschwitz, rievochino il razzismo antisemita per il quale si può solo provare vergogna“.

Così la vicepresidente del Senato e senatrice Pd, Anna Rossomando, su Twitter.”Ricorda la mamma staffetta partigiana deportata a Ravensbruck su un giornale locale e oggi trova questa scritta sulla porta. Succede a Mondovì, nel cuneese. Solidarietà e vicinanza a Aldo Rolfi. Oggi più che mai non dimenticare cosa accadde e non stancarsi di spiegare.”

La scritta comparsa a Mondovì sulla porta di casa di Aldo Rolfi, impegnato da sempre per trasmettere la testimonianza della madre staffetta partigiana Lidia Rolfi, è un atto senza precedenti in questa terra in cui tanto sangue è stato versato dai partigiani e dove in tanti hanno combattuto e rischiato la propria vita per proteggere gli ebrei dalla deportazione. Il clima d’odio in cui viviamo sta distruggendo la memoria e vuole riportare l’Italia alle leggi razziali del ’38. Solidarietà alla famiglia Rolfi, la Granda è antifascista e non li lascerà soli. Serve una grande risposta democratica e civica a questa infamia.” questo il commento, invece, della deputata del PD, Chiara Gribaudo.

Un atto ignobile e vergognoso. Un gesto figlio di toni e comportamenti che purtroppo la politica sta assumendo in questo periodo e che fa sentire qualcuno legittimato a commettere queste vigliaccate. Permettetemi il termine poco istituzionale, una vera porcata” dure parole di condanna anche da parte di Federico Borgna, Sindaco di Cuneo e Presidente del Comitato a difesa della Costituzione nata dalla Resistenza.

Un rapporto stretto lega infatti da sempre Cuneo, Città Medaglia d’Oro per la Resistenza, alla famiglia Rolfi. A Lidia, deportata nel lager di Ravensbruck nel giugno del 1944 e liberata nell’aprile del ‘45, è dedicata la Scuola Primaria di Viale Angeli. Il figlio Aldo, che in memoria della madre ha continuato l’opera di testimonianza e tutela dei valori fondanti della nostra Costituzione, è stato più volte ospite delle scuole cuneesi per raccontare ai giovani l’orrore del fascismo e della persecuzione.

Esprimo a nome mio e dell’Amministrazione Comunale, la nostra vicinanza e solidarietà ad Aldo Rulfi, alla sua famiglia e alla comunità ebraica – continua il Sindaco -. Atti spregevoli come questo non fanno parte di una società civile e democratica, sono rigurgiti pericolosi verso i quali non dobbiamo rimanere indifferenti. A pochi giorni dalle celebrazioni per la Giornata della Memoria, faccio mio un appello della Senatrice Liliana Segre: ‘Indifferenza è quando nessuno ti parla, nessuno ti vede, nessuno ti pensa, nessuno ti aiuta, tutti voltano la testa dall’altra parte. E invece appunto bisogna conoscere, denunciare, reagire’”.