Alla sezione arbitri di Bra si è parlato di comunicazione in campo con Federico Marchi

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Federico Marchi, coordinatore della Macroregione Nord per la Rivista “L’Arbitro”, ha tenuto una riunione tecnica per gli arbitri della sezione Braidese sul tema della comunicazione in campo, preceduta da un incontro con tutti i referenti sezionali per la rivista stessa.
La lezione è stata introdotta dal vice presidente Stefano Carrer che, dopo le presentazioni di rito, ha ceduto la parola al Presidente Regionale Luigi Stella per un breve saluto ed i complimenti al Referente Regionale Chiara Perona, relatore dell’ultima riunione proprio prima di partire per il Campionato Europeo che l’ha vista protagonista come primo arbitro della finale, cui la sezione ha poi consegnato un omaggio floreale in segno di stima ed amicizia.
L’incontro è proseguito con l’intervento di Federico Marchi, che ha illustrato ai presenti come l’arbitro, durante i 90 minuti di una gara, oltre alle decisioni, comunichi ininterrottamente sia con i calciatori sia con l’ambiente circostante, anche quando non lo fa volontariamente.
Tra tutti gli aspetti inerenti la direzione di gara e che periodicamente sono analizzati nel corso delle riunioni tecniche, quello della comunicazione è spesso trascurato o poco considerato, ma è molto importante che l’arbitro, oltre a prendere le corrette decisioni, riesca anche a farle accettare e per questo deve avere una comunicazione chiara, efficace e convincente.
Con l’aiuto di immagini degli arbitri impegnati nelle gare nazionali od internazionali, Federico ha spiegato come la credibilità, fondamentale per far accettare le proprie decisioni, nasca da una presenza attiva sul terreno di gioco e, nei momenti in cui si prende una decisione, da tutto quello che comunica la decisione stessa e la propria convinzione: la postura, l’espressione del volto, lo sguardo e il tono della voce. Il rapporto con i calciatori nasce dalla competenza che l’arbitro ha in ambito regolamentare e calcistico, per poi esprimersi con spontaneità, decisione e la massima tranquillità possibile.
Conclusione affidata al rapporto con l’osservatore, con cui è fondamentale dialogare senza mai andare in conflitto, perché il colloquio di fine gara è un momento di formazione e l’unico obiettivo è quello di fare tesoro di consigli per migliorare.