Ritorna Uvernada, la grande festa d’autunno delle genti occitane e quest’anno, al fianco, la grande Rudunà degli animali d’alpeggio

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Se c’è una festa che ha caratterizzato la rinascita musicale delle valli occitane, accompagnandola negli ultimi ventotto anni, è proprio questa: l’Uvernada. Nata come celebrazione annuale del gruppo da cui tutto è iniziato, omaggio alle migliaia di persone che hanno accompagnato e vissuto il percorso culturale e sociale di trasformazione/evoluzione della musica d’òc cisalpina, da semplice manifestazione folcloristica a fenomeno di massa, si è chiamata per anni “Festa de Lou Dalfin”, per cambiare nome nelle ultime sette edizioni. Il motivo è stato un gemellaggio con la grande kermesse estiva di Rodez, l’Estivada.

Tra spostamenti di sede e cambiamenti di formula il palco dell’Uvernada ha visto, in tutti questi anni, alternarsi i principali gruppi della musica occitana e tutta una serie di formazioni “contigue”, sempre davanti a un pubblico variegato, cresciuto e consolidatosi nel tempo. Da Massilia Sound System alla Talvera a Castanha e Vinòvel, passando per Modena City Ramblers, Africa Unite, Dubioza Kolektiv e una miriade di altri gruppi, i suoni più disparati hanno celebrato il rito di un incontro che vede nello spirito più vero e antico della cultura d’òc, fatto di inclusione e scambio, la propria ragione di essere.

L’edizione di quest’anno si basa sull’idea di incontro tra terre alte. Highlands d’òc, potremmo dire. Le nostre valli accolgono musicisti, liutai, ballerini, artigiani, amici dal massiccio centrale e dai Pirenei. Un triangolo magico che unisce le tre catene montuose più alte delle terre occitane.
Arriveranno gli oboi del Coserans, nel dipartimento dell’Ariège, le bourrées, le cornamuse, le ghironde d’Auvergne, i nostri sonadors di clarinetto e fisarmonica, la nostra polifonia, ma non solo, anche le lame e i coltelli delle Alpi d’òc, i libri, i formaggi del Forez, i margari, i liutai con gli organetti mitici delle Marche, le violas di Jenzat, i fifres e i galobets di Provenza”.

Il direttore artistico Sergio Berardo, leader dei Lou Dalfin

La nuova edizione di Uvernada inizia, prima ancora che con la musica, con alcune novità e la voglia di narrare la “tradizione delle Vallate occitane” attraverso diversi linguaggi: l’artigianato, la terra e il lavoro, il gusto. Per essere più presente e inserita nella città, quest’anno l’Uvernada si svolgerà in tre sedi diverse a Saluzzo: venerdì sera un momento di musica d’ascolto al Teatro Magda Olivero, sabato il grande concerto con Lou Dalfin al Pala CRS e domenica, dal mattino, festa in Piazza Cavour, per e con i saluzzesi. Senza dimenticare gli stage di danza del sabato pomeriggio e le animazioni al mercato del sabato mattina.

La musica Tre giorni per danzare, ascoltare e suonare
Il via dal Teatro Magda Olivero con Sergio Berardo e la Grande Orchestra Occitana.
Quindi spazio al Foro Boario e al sabato di festa dei Lou Dalfin con gruppi ospiti.
Come tradizione saranno presenti spazi dedicati alla liuteria e agli strumenti, per incontrare i grandi Maestri provenienti da tutta l’Occitania. Nella ex Caserma Musso, a cura di Daniela Mandrile e di Les Irètges, due stage di danza.

La rudunà con A.RE.MA – Associazione Regionale Margari _ Il Foro Boario, quest’anno, racconterà anche la montagna attraverso il lavoro dei Margari che, scesi dagli alpeggi, faranno una grande festa portando i loro animali. Tappa al Foro, quindi la grande sfilata per le vie di Saluzzo, la Rudunà. Porteranno gli animali e i formaggi nati con il latte dell’estate trascorsa in alta montagna.
L’ Ala di Ferro sarà infine spazio per raccontare l’artigianato e la coltelleria storica delle Vallate Occitane, al loro fianco i prodotti dei Margari ma anche tanta musica e i balarin.

Tre giorni di musica, storia, cultura, danza e socialità nel segno della tradizione occitana