Al Real Castello di Verduno cuochi “selvatici” hanno interpretato con passione la tradizione | Tre giorni dedicati al cibo “della terra”, un insegnamento per un futuro a misura d’uomo

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Una tre giorni strepitosa quella vissuta al Real Castello di Verduno lo scorso finesettimana, che ha visto protagonisti in cucina chef affermati e cuochi appassionati, tutti comunque uniti da un unico comun denominatore: la capacità di creare ed elaborare piatti eccezionali utilizzando ingredienti straordinari, le erbe selvatiche.

Un segnale importante, che ha fatto conoscere agli spettatori golosi, numerosissimi, come una semplice essenza reperibile facilmente lungo le passeggiate del nostro territorio, tra campi e vigne, possa diventare protagonista di preparazioni di alto livello, sul filo di una tradizione rinnovata.
Prima tappa, venerdì sera, con la cena a quattro mani preparata da Alice Delcourt e Alessandra Buglioni di Monale, tra trota marinata alla verbena ed erbe spontanee, risotto all’ortica con mandorle e uvetta, daino in salsa verde di erbe selvatiche e un dolce trionfo finale di sambuco fragole e meringhe.

Giornata clou della kermesse, sabato 13 maggio, con la sfida culinaria, alla quale hanno partecipato diciotto concorrenti, inclusi quattro della categoria Kids, bambini che si sono però dimostrati abilissimi nella ricerca e nella raccolta degli ingredienti dei loro piatti e nell’elaborazione pratica degli stessi.
Al di là del giudizio finale della Giuria, gironzolando per la cucina dove i cuochi erano impegnati, tra profumi e vapori che si alzavano dalle pentole in cottura, quello che soprattutto ci ha colpito e coinvolto è stata la passione che aleggiava come un vento positivo su tutti e tutto.

Abbiamo sorpreso qualcuno di loro parlare con l’ingrediente che stava lavorando, abbiamo colto l’entusiasmo e l’empatia di quei concorrenti che hanno lavorato in coppia, abbiamo scoperto la voglia di imparare l’uno dall’altro, pur rimanendo ognuno concentrato sul suo lavoro.

Soprattutto ci ha colpito la perizia di bambini o appena ragazzini pronti a mettersi in gioco, ricchi di una sapienza che certamente hanno loro trasmesso nonne e mamme, ma già consapevoli di quelle conoscenze della tradizione che fanno di essi nuovi ambasciatori dei saperi e dei sapori antichi.
Tutti, insomma, sono stati vincitori, anche se il giudizio finale ha decretato i piatti migliori.

Il primo premio è andato a Clara Cassina, che ha presentato il piatto Ravioli verdi di ortiche ripieni di toma di Murazzano e spinacini primaverili con salsa di barbabietole e menta, terra di fave di cacao e fiori di stagione; al secondo posto Gianni e il suo Galletto ruspante ripieno di gamberi e finocchietto selvatico e chips di ortica; il premio al piatto più selvatico ha visto vincitori William e Sara, che hanno proposto i Ravioli alle erbe e nocciole con riduzione al cinghiale; premiate per “l’impegno più grande” Alice Bertorello e Eleonora Alessandria per uno stupefacente Tiramisu di fragole e mirtilli,lamponi e more con infuso di menta; protagonista del premio per gli ingredienti locali Jacopo e il suo Filetto di trota pescata questa mattina in “Fish en chips”, mentre il premio “Nuto Revelli” (Best Story) è andato a Katia Korneeva per la sua Vellutata di spinaci selvatici con chips di polenta al papavero.

Il premio Best from the water, infine, a Mary Kawamoto, che ha proposto la Zuppa di riso con salsa di Kuzu e sautè di Anguilla; il riconoscimento Best from the land lo ha conquistato la giovanissima Caterina Squillario con Riso rosso, fagioli cannellini e erbe, mentre il premio per il Piatto più intrigante è stato assegnato a Francesco Zamboni, per gli Agnolotti di capocollo e brodo blu.

Tutto intorno, la cornice del Castello di Verduno e dei suoi splendidi giardini, che hanno ospitato, anche nella giornata di domenica, laboratori per adulti e bambini e un goloso wild picnic, con i panini e i dolci della Trattoria la Gallinaccia di Bra, le birre del Birrificio Sagrin, e vini del territorio.

Un plauso speciale a Gianfranco Fagnola, dell’omonima panetteria braidese, e ai giovanissimi imprenditori del vinoe della birra del territorio, che hanno tenuto una splendida lezione parlando di lieviti, vita comune di pane, vino e birra, alimenti straordinari.