Serie D – Fraschetti due settimane dopo l’esonero: “Peccato, avevamo trovato il giusto equilibrio” | Il tecnico spende buone parole sull’ambiente Cuneo e sulla società: “Non ho più guardato partite per l’amarezza”

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Diciassette giorni dopo, Fraschetti si racconta. Sono passate poco più di due settimane da quando la coppia Rosso-Becchio scelse di cambiare tecnico, virando sul già conosciuto e ripuntando su già conosciuto, ovvero su Salvatore Iacolino.

 

Abbiamo fatto quattro chiacchiere con chi ci ha rimesso per primo, ovvero con Fabio Fraschetti, per cercare di comprendere, a mente fredda, che cosa non ha funzionato nei suoi sette mesi in Corso Monviso.

 

Domanda secca, mister: qualche rimpianto?
“E’ chiaro che con il senno del poi diverse cose potevano essere fatte in maniera più celere. Questa è una squadra totalmente nuova, costruita di sana pianta, in un campionato complicato per la legge degli under: in fase di preparazione non aveva mai avuto l’occasione per valutare la propria consistenza contro avversari di livello. Questo ha fatto sì che si sono evidenziate solo le qualità tecniche della squadra, che sono eccellenti, ma non le difficoltà, evidenziate dalla prima di campionato. Il rimpianto è quindi quello di non aver fatto una preparazione con amichevoli con squadre di categoria superiore, cosa che mi ha imposto di rimodellare l’organico fino alla quinta giornata, quando si è poi trovato l’equilibrio. Quel mese è stato utilizzato per trovare queste soluzioni, quando si sarebbe dovuto fare prima. Detto questo, è anche vero che nelle prime tre domeniche abbiamo anche affrontato le squadre più forti del campionato, non siamo stati fortunati negli episodi ma non abbiamo giocato nemmeno malissimo: con il Varese abbiamo perso per un gol forse in offside, con la Caronnese subendo il 2-2 al 95’”.

 

Qualche scelta societaria che non ha trovato giusta?
“Non ho nulla da rimproverare alla società. Devo dire che mi sono stati vicino, assecondandomi nell’acquisto dei giocatori: è un organico che farà benissimo, come dimostrato dalle ultime sei partite, con tredici punti fatti ed un ko, quello di Casale, in cui giocammo bene. Al massimo, posso fare una valutazione serena: sono stato riconfermato a margine di una riconferma post-retrocessione, essere poi esonerato dopo un secondo mese da tre vittorie ed una sconfitta determinata da decisioni arbitrali inadeguate ed errori sottoporta, mi ha certamente sorpreso. Sono stato allontanato proprio nel momento in cui si era trovata la quadra”.

 

La quadra per una squadra che quindi avrà un domani roseo?
“Ho lasciato un gruppo in condizioni psicofisiche di assoluto livello, reduce da tre vittorie in quattro partite ed una crescita evidente. Ci sono tanti ragazzi di categoria superiore, che non potranno che portare il Cuneo là dove sperava di essere sin da inizio stagione”.

 

Che bilancio può tracciare dell’esperienza vissuta?
“Io venivo da una problematica fisica che in parte mi aveva relegato ai margini di questo mondo, e mi aveva creato dei dubbi sulle mie capacità di svolgere questo lavoro. Cuneo mi ha dato la possibilità di tornare a lavorare e di questo sarò sempre grato: i sei-sette mesi in cui sono stato lì, seppur non esaltanti, hanno dimostrato che sono un professionista ed un lavoratore. Il calcio, poi, a volte è crudele. Sono contento per l’esperienza, mi sono trovato bene con tifosi, ambiente e società, ho notato affetto e sono stato apprezzato come uomo. Mi dispiace aver lasciato la squadra nel momento migliore, quando si era trovato l’equilibrio”.

 

Già pensato al futuro?
“Fino a giugno sono vincolato al Cuneo. Non ho assolutamente intenzione di trovare altre squadre per il momento: in queste due settimane non ho guardato altre partite perché l’amarezza mi ha un po’ spinto a staccare la spina. Sono fermo in attesa di tempi e momenti giusti per riprendere a cercare le soddisfazioni conseguite in ventitré anni e che solo a Cuneo, cosa che dico con amarezza perché mi sono trovato benissimo, non sono riuscito ad ottenere”.

 

Carlo Cerutti