72° anniversario dei 23 giorni della Libera Repubblica di Alba: lettera aperta del sindaco Marello | Riceviamo e pubblichiamo

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Il motto cavouriano dell’Italia liberale post-unitaria era “Libera Chiesa in libero Stato”. Mi permetto oggi di parafrasarlo sostituendo alla parola “Chiesa” quella di “Repubblica”, alludendo evidentemente a quella albese dei 23 giorni, dal 10 ottobre al 2 novembre 1944 efficacemente narrata da Beppe Fenoglio nei “Ventitre giorni della città di Alba”, quella che ha valso alla nostra città la medaglia d’oro al valor militare.

Cosa significa oggi libera Repubblica? Significa forse riconoscere le autonomie, le città, i comuni che stanno sostenendo il nostro Paese. E sono 8 mila.

 

La democrazia italiana è nata nei territori oltre 70 anni fa grazie alla lotta partigiana ed alla Resistenza, ma ancora oggi si fonda sui territori. Si fonda sui comuni specie quelli piccoli, compresi quelli di Langa e Roero dove le brigate partigiane hanno lottato per venti mesi liberando definitivamente Alba il 25 aprile del 1945. Una storia che non va dimenticata, tanto più oggi quando si pensa che le piccole comunità siano un peso per il Paese e non una risorsa. Un grave errore.
L’Italia vera non è solo quella delle metropoli ma quella delle province, dei piccoli centri dove si lavora, si produce, si accoglie e si fa ancora comunità. Noi siamo una di queste realtà, piccola ma grande per forza economica, sociale e notorietà internazionale.
Ricordare la Resistenza vuol dire oggi affermare la forza e la dignità delle comunità locali che come la nostra hanno contribuito e contribuiscono alla democrazia ed alla vita libera dell’Italia.

 

Maurizio Marello