Levaldigi: la riflessione di Alessandro Zorgniotti | Lo scalo cuneese è a rischio chiusura

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Levaldigi a rischio chiusura. Lo scalo cuneese si trova in una situazione di pericoloso stallo: nessuna offerta per la privatizzazione e traffico drasticamente in calo. A maggio 2015 (dati: Assoaeroporti) i movimenti (totale degli aeromobili in arrivo/partenza) sono stati 432, il 31,5% in meno rispetto allo stesso periodo del 2014.

Per un totale di 9.017 passeggeri transitati per “Le Alpi del Mare”: il 57,2% in meno rispetto a maggio 2014.

 

Numeri eclatanti, che non sono passati inosservati. In questi giorni infatti il mondo imprenditoriale cuneese si è “speso” per Levaldigi: c’è la voglia e la disponibilità di intervenire, anche ecomicamente, per salvare uno scalo considerato strategico. Allo stesso tempo, è ritenuto inspiegabile e “imbarazzante” il silenzio della politica.

Anche Alessandro Zorgniotti, giornalista e da sempre molto attento alle dinamiche infrastrutturali della Granda, è  intervenuto sulla questione.

 

“Gentile Direttore, è con autentico piacere che mi permetto di intervenire nuovamente sulle colonne del Giornale da Lei diretto per constatare con piacere la universale, o quasi, presa d’atto della necessità di salvare Levaldigi dall’onta di un fallimento che non sarebbe solo societario ma anche e soprattutto economico politico per un territorio provinciale che, dal giorno dopo, si troverebbe ancora meno autorevole di oggi nel sollecitare il completamento di opere infrastrutturali eterne incompiute.
Appare evidente, infatti, che anche ai fini di una credibile partecipazione della Provincia Granda ai diversi progetti di cooperazione e collaborazione in ambito Ue, per aggiudicarsi quote non irrilevanti di fondi strutturali europei, la venuta meno del solo sito, per quanto depotenziato dalla diaspora delle compagnie low cost, direttamente in grado di relazionare Cuneo all’esterno, avrebbe l’effetto di creare continui ostacoli, intoppi, complicazioni. Proprio venerdì 26 giugno scorso si è svolto il workshop internazionale GrandAlbania, ospitato dalla Cassa di Risparmio di Fossano, che ha messo in risalto il proposito del mondo imprenditoriale, accademico e istituzionale di creare stabili partnership con i mercati europei e continentali emergenti, nel caso specifico dei Balcani del Sud. Partnership che non possono prescindere da due aspetti: la ripresa di un confronto economico istituzionale a un tavolo che rappresenti non solo il mercato interno cuneese ma anche il ventaglio dei potenziali investitori nazionali e internazionali; la collocazione di Levaldigi nel contesto di un piano provinciale e regionale della mobilità sostenibile che assicuri la relazionalità continua dello scalo con la rete trasportistica e infrastrutturale della Granda e del Piemonte. Per questo il mio auspicio è che da settembre, sperando che non sua già troppo tardi e voto anticipato regionale permettendo, l’assessore ai Trasporti della Regione, peraltro cuneese, prenda parte a workshop come GrandAlbania. Riteniamo, per esempio, che un soggetto low cost molto attivo nei collegamenti fra Italia e la Capitale albanese Tirana potrebbe in tali condizioni manifestare più di un interesse a collaborare alla riattivazione di una linea fondamentale per l’economia commerciale del nostro scalo.
Estendendo il coinvolgimento nella questione aeroportuale ai potenziali investitori e players italiani ed esteri, si misura la reale capacità e volontà attrattiva e internazionalizzante dell’area cuneese e l’attitudine della stessa a mettere in condivisione i progetti di potenziamento infrastrutturale e logistico da realizzare. Amministrazioni locali e Organizzazioni di categoria, pur assolutamente meritorie e volenterose, si trovano oggi a confrontarsi con finanze pubbliche già in sé pressate da tagli lineari e necessità di incrementi fiscali su famiglie e Pmi e con dinamiche di mercato interno culminate in un calo netto della base imprenditoriale provinciale. Quindi è coinvolgendo singoli imprenditori in espansione nella nostra provincia – come Merlo e anche Lannutti – e players istituzionali ed economico finanziari sui mercati europei e globali più affini al made in Cuneo che si può realizzare la combinazione del rilancio di Levaldigi e di tutte le opere complementari a collegarlo stabilmente con la rete viaria e di trasporti dei luoghi montani e collinari e delle aree Unesco e di pregio paesaggistico e storico della Granda. Rompendo una buona volta la tradizione – Ospedale di Verduno in ultimo docet – che vede contenitori di servizi moderni e all’avanguardia inseriti in contesti di tendenziale isolamento infrastrutturale.
Grazie dell’attenzione”.