La denuncia dei benzinai: guadagni bassi e commissioni di pagamento elevate

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Mandrile (Faib Confesercenti Cuneo): “Il rischio è di non avere più gestori nelle aree di servizio carburanti”

Sabato 29 novembre 2014 – 13.00

La Faib (Federazione autonoma italiana benzinai) della Confesercenti di Cuneo, tramite il proprio rappresentante sindacale Marco Mandrile, denuncia margini di guadagno troppo bassi, fermi a vecchi rinnovi contrattuali e i costi inaccettabili delle commissioni di carte di credito e pagobancomat imposti dal sistema bancario.

La categoria va remunerata in maniera equa. Da quando faccio questo lavoro sono stato coinvolto da cinque rebranding e i nostri diritti sono sempre calpestati. In futuro il rischio è di non avere più operatori nelle aree di servizio, sostituiti dai tradizionali impianti ‘ghost’ (senza personale). Nonostante io stesso gestisca impianti che potrebbero diventare totalmente self-service, sono consapevole dell’esistenza di una clientela anziana o di portatori di handicap che vanno assistiti durante il rifornimento, per cui è indispensabile garantire loro un servizio”.

 

Così dichiara Mandrile, rappresentante sindacale della Faib Confesercenti Cuneo, che ha preso parte nei giorni scorsi a Roma all’ennesimo tavolo delle trattative per il rinnovo del contratto dei gestori dopo l’acquisizione da parte della compagnia petrolifera Q8 dell’intera rete Shell.

 

Ma c’è un altro serio problema che si sta ripercuotendo sui gestori degli impianti di distribuzione carburanti anche in provincia di Cuneo: l’obbligo di accettare, in pagamento, la moneta elettronica. “Il costo delle commissioni imposte dal sistema bancario – sottolinea Mandrile – è talmente alto da assorbire l’intero margine di gestione e da costringere di fatto noi operatori a scaricarne gli oneri direttamente sul prezzo al pubblico dei carburanti”.

 

In un recente comunicato unitario con le altre due federazioni dei gestori (Fegica-Cisl e Figisc/Anisa Confcommercio), la Faib Confesercenti, infatti, ha messo in luce come “mentre il Governo impone ad esercenti e consumatori l’utilizzo delle carte, dall’altro lascia assolutamente libero il sistema bancario di fissare condizioni e costi a proprio piacimento e in ragione delle sue esigenze. Il costo imposto ai gestori italiani è complessivamente superiore all’1,5%, a fronte di un margine lordo inferiore al 2% del prezzo finale che, come noto, per il resto viene intascato dallo Stato, in forma di accise ed Iva, e dalle compagnie petrolifere. Tutto ciò nonostante persino l’ ‘Europa delle Banche’ stia per adottare una normativa che contiene il costo massimo del servizio fra lo 0,2 e lo 0,3%”.