Cassa integrazione a giugno, diminuiscono le richieste nel ramo industria. Biraghi: “Non deve essere letto come un segnale positivo”

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Il Presidente di Confindustria Cuneo commenta la diminuzione della Cig in provincia

Martedì 22 luglio 2014 – 11.30

Il rallentamento del trend di aumento delle richieste di cassa integrazione nel ramo industria, riscontrato nel mese di giugno in provincia di Cuneo (-89,5% rispetto a maggio 204; -79,4% rispetto a giugno 2013; -17,7% rispetto al primo semestre 213), non può essere letto come un segnale positivo.

 

Secondo il Centro studi di Confindustria Cuneo, infatti, si tratta di un risultato che va attribuito principalmente alla componente ordinaria dell’integrazione salariale, tanto che tra gennaio e giugno 214 la cassa integrazione straordinaria è salita del 68,7% (+3,1 milioni di ore) rispetto allo stesso periodo del 2013 e la provincia di Cuneo si colloca al 34° posto della classifica nazionale in termini di riduzione delle ore di cig.

 

Più andiamo avanti e più notiamo come questi dati siano poco significativi per una lettura della situazione economica reale – commenta il presidente di Confindustria Cuneo, Franco Biraghi -. In primis perché non sono dati certi. Ogni anno assistiamo infatti ad una rilettura degli archivi Inps, con scostamenti importanti rispetto a quanto diffuso in prima battuta, mese per mese, dallo stesso istituto”.

 

In provincia di Cuneo, infatti, la revisione delle ore di cassa integrazione straordinaria del 2012 effettuata ad inizio giugno, ha denunciato un aumento dell’88% rispetto a quanto originariamente dichiarato, ed un ulteriore scostamento del 17% nel 2013.
Non possiamo pensare che le decisioni di politica economica vengano prese basandosi su numeri così poco puntuali – aggiunge il numero uno degli industriali cuneesi -. Anzi, qualcuno potrebbe anche pensare che sia in atto un tentativo di manipolare l’opinione pubblica, giocando su una fotografia distorta della realtà”.

 

In secondo luogo – continua –, i dati relativi alle ore di cassa si riferiscono a quelle autorizzate e non a quelle effettivamente usufruite, che sono notoriamente molto minori. Non si considera, poi, che non chiedono più di ricorrere agli ammortizzatori sociali tutte quelle aziende che hanno chiuso negli anni di crisi, e sono sempre di più”.

 

Un indicatore molto più significativo è invece il tasso di occupazione, che non cresce, anzi peggiora da ormai un paio d’anni – spiega -. Solo quando vedremo aumentare il numero di occupati in provincia di Cuneo, e di riflesso diminuire il tasso di disoccupazione, potremo dire che la situazione è migliorata. Ma dal numero degli occupati va sottratto comunque il numero di coloro che sono in cassa integrazione a zero ore o in mobilità, in quanto lavorano solo sulla carta. Lo stesso valga per i lavoratori del settore pubblico, che purtroppo si devono considerare inamovibili”.

 

Ne deriva – conclude –, che l’unico segnale di miglioramento della situazione economica l’avremo quando aumenterà il numero degli occupati nel settore privato di produzione beni e servizi”.

 

cs